Cataglyphis italica diario di Quercia

Re: Cataglyphis italicus diario di Quercia

Messaggioda quercia » 01/08/2012, 13:57

la colonia è nuovalmente sigillata nel nido da 2 giorni
altre decine di pupe stanno per schiudersi

ecco quante sono al momento

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Re: Cataglyphis italicus diario di Quercia

Messaggioda quercia » 09/08/2012, 21:54

in questi giorni si sono schiuse le pupe, quindi altri 15 giorni circa con minime di 30°C ( ragà non dormo più :wacko: )

il loro numero è praticamente raddoppiato
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Re: Cataglyphis italicus diario di Quercia

Messaggioda quercia » 25/09/2012, 19:41

Ormai da una settimana, ossia da quando le temperature sono calate, solo una o due operaie esplorano l'arena e neanche tutti i giorni. All'interno del nido sono comunque molto attive.
Non noto una nuova covata anche se non posso posso escludere che sia semplicemente nascosta alla mia vista, dato che ormai difficilmente riesco ad intravedere anche le regine...
In natura sono ancora abbastanza attive ma le mie, evidentemente ben pasciute, non hanno esigenza di proccacciare cibo
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Re: Cataglyphis italicus diario di Quercia

Messaggioda quercia » 14/12/2012, 20:21

da qualche giorno ho spostato il nido in un granda acquario, in casa, conun tappetino riscaldante sempre acceso sotto il nido ed un cavetto disposto sotto l'arena che accendo solo di giorno
le temperature non sono molto alten non le ho ancora misurate, ma credo attorno i 20°C, temperatura sufficiente a tenerle ben sveglie ed attive. perlustrano regolarmente l'esterno e si nutrono regolarmente.

non pretendo di ottenere delle deposizioni di uove, semplicemente non conoscendo le loro esigenze ho deciso di fornire loro un ambiente non troppo freddo e senza sbalzi ti temperatura eccessivi.

spero di riuscire a fare delle foto al più presto
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Re: Cataglyphis italicus diario di Quercia

Messaggioda quercia » 07/01/2013, 18:44

ecco come ho allestito il nido nell'arena. le foto risalgono al giorno del trasferimento, inizio dicembre.

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i giorni dopo natale ho intravisto un grappolo di uova, una decina, ma ora non riesco più a vederle.
a presto un nuovo aggiornamento
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Re: Cataglyphis italicus diario di Quercia

Messaggioda quercia » 23/01/2013, 11:56

Ecco un primo abbozzo di scheda d'allevamento.
spero di corredarla a giorni con delle belle foto, nonappena riceverò aiuto da un amico fotografo, data la mia mancanza di mezzi e la mia completa inettitudine nel fare foto :oops:

Cataglyphis italicus

Nome: Cataglyphis italica (Emery, 1906)

Tassonomia: Formicinae - Cataglyphis - Cataglyphis italica

Areale di distribuzione: Specie endemica, probabile relitto dell'ultima glaciazione, distribuita in sud Italia (Puglia, Calabria, Basilicata), zone assolate ed aride.

Ginia: poliginica

Stile di fondazione: Sconosciuto. Si suppone una sorta di gemmazione come in Aphaenogaster, o che le regine si allontanino dal nido originale per intrufolarsi in nidi vicini per accoppiarsi.

Comportamento: specie diurna. Dotate di un'ottima vista, queste formiche sono cacciatrici velocissime e solitarie. Sfuttano la loro rapidità per trovare le prede prima delle altre specie e portarle velocemente nel nido. Solo nei suoi pressi, operaie incontrate per lo più casualmente, possono cooperare nel trasporto della preda dentro il nido.
Si orientano grazie alla luce del sole e raramente escono a foraggiare senza di esso. Al tramonto sigillano l'ingresso del nido chiudendosi al suo interno e quasi mai vi fuoriescono nei giorni umidi nuvolosi e senza sole.

Regina: 6-9 mm scura
Maschio: sconosciuto
Operaie: marrone scuro, 5-7 mm, dimensioni variabili date dall'alimentazione, non caste distinte; colonie poco popolose.

Alimentazione naturale: carcasse di piccoli insetti, sementi, nettare, sostanze zuccherine.

Alimentazione artificiale: soluzione di zucchero di canna, dieta Baktar ( meglio se "allungata" con soluzione di zucchero di canna per renderla più appetibile), camole della farina, zanzare, piccoli insetti non corazzati, semi oleosi e frutta dolce,(forse) pezzetti di carne, frutta.
In assenza di larve necessitano quasi esclusivamente zuccheri che proteine, ma in presenza di larve la loro alimentazione cambia drasticamente e le proteine diventano indispensabili.

Umidità richiesta: è sufficiente una semplice provetta o un beverino per uccelli con un tappo di ovatta nell'area di foraggiamento, è importante invece mantenere una zona del nido costantemente umida

Temperatura: temperatura ambiente nel nido, temperature anche molto maggiori in alcune zone del nido e dell'arena (meglio se esposte alla luce diretta del sole). Queste zone verranno utilizzate come "solarium" per le pupe nei periodi più caldi e di maggior attività della colonia.

Ibernazione:Non necessita una vera e propria ibernazione. Durante L'inverno la colonia sigilla l'entrata del nido rifugiandosi nella zona più profonda ma è sempre presente un minimo di attività. Le formiche non conservano scorte di cibo per l'inverno, ma le major immagazzinino sostanze nutritive nei loro gastri riuscendo a sostenere la colonia per lungo tempo

Nidi naturali: spesso dotati di una entrata singola, sempre con gallerie scavate nel suolo in profondità. Nello strato superficiale, una galleria verticale intervallata da piccole stanze ogni 10-15 cm, presidiate da operaie minor e major.
E' possibile trovare regine anche negli strati superficiali

Nidi artificiali consigliati: il gasbeton si adatta alla perfezione; scavano con facilità altri materiali più morbidi sopratutto se umidi (mia supposizione in base all'esperienza con il tufo); è consigliabile un nido ampio con una zona più fresca ed umida ed una zona molto secca e calda ed una grande arena, lunghezza ideale 80 cm per scoraggiare tentativi di fuga frequenti con piccole arene ma assenti con arene grandi

Difficoltà: elevata. richiedono altissime temperature d'estate ed ampie arene, possibilmente esposte alla luce diretta del sole. Il loro comportamento è molto diverso in ambienti chiusi e con luci artificiali

Indole: Poco aggressive, evitano i confronti diretti con altre specie grazie alla loro velocità, ma non esitano a difendersi usando le loro mandibole se minacciate.

Periodo di sciamatura: -

Curiosità: sembrano possedere discrete difese chimiche contro le altre specie di formiche. Le operaie di C.italica, nel loro frenetico entrare ed uscire dal nido, lasciano spesso l'ingresso incustodito, ma le operaie di altre specie che arrivano al suo ingresso fuggono istantaneamente anche senza aver trovato nessun antagonista.
Si orientano grazie alla luce del sole: si muovono a scatti in maniera "random" facendo il punto della situazione osservando il sole alla fine di ogni scatto, finchè non incontrano una preda. Da quel momento, la loro elevata capacità di calcolo consente di elaborare la traiettoria più breve (quindi in linea retta), verso l'entrara del nido.

per approfondimenti:

http://www.youtube.com/watch?v=w9KDM4C1kVg

http://formicarium.it/forum/viewtopic.php?f=27&t=3534
Colonie in allevamento:
Ultima modifica di quercia il 17/07/2014, 15:19, modificato 1 volta in totale.
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Re: Cataglyphis italicus diario di Quercia

Messaggioda entoK » 23/01/2013, 13:51

Bella! :clap: Mi hai fatto morire con la battuta finale sulla velocità di calcolo! :lolz:
:happy:
Visto che hai parlato dell'umidità in generale nella scheda, mi chiedo se quindi resta confermato il comportamento che descrivevi col cibo e si possa escludere che invece gli serva per le larve? :shock: Sarebbe molto interessante e a proposito nel nuovo nido non si vede; come gestisci l'umidità?

Riguardo alle variabilità dei tempi di sviluppo, io metterei comunque le stime che hai. Vero è quello che dici sul fatto che tutto cambia moltissimo con le temperature (con Lasius ho sperimentato che si riduce addirittura a un terzo passando da 15-20 °C a 34 °C costanti), ma ciò immagino sia così per lo sviluppo in generale di tutte le formiche (e insetti) e comunque servono come indicazione di massima per sapere cosa aspettarsi in media nella velocità di crescita della specie.

Non ho capito se le operaie sono monomorfe, perché a un certo punto parli di maior..

Unica cosa, restano da appurare i soliti fraintendimenti nella dizione nel nome, anche se da quello che ho visto sui siti più autorevoli dovrebbe essere Cataglyphis italica quella corretta. Per le dimensioni dei maschi, mi sono andato a guardare l'opera di Emery (trovata tramite Antweb) e se ti serve oltre alle descrizioni riporta 6,5 mm di lunghezza. ;) A proposito, immagino sia stato il primo a descriverla e la denominava come subsp. italica di C. cursor se vuoi andare a leggere, usa l'indice in fondo che se no ti tocca scorrere tutte quelle che descrive in Italia..
:wacko:
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Re: Cataglyphis italicus diario di Quercia

Messaggioda GianniBert » 23/01/2013, 15:13

entoK ha scritto:Non ho capito se le operaie sono monomorfe, perché a un certo punto parli di maior...
....restano da appurare i soliti fraintendimenti nella dizione nel nome, anche se da quello che ho visto sui siti più autorevoli dovrebbe essere Cataglyphis italica quella corretta...
... sia stato il primo a descriverla e la denominava come subsp. italica di C. cursor


Avendo partecipato di seconda mano alla stesura della scheda, rispondo io al posto di Quercia.
Ti posso confermare che il nome è C. italica (fonte Rigato) e che l'origine dal ceppo C. cursor è corretta.
Sono stime probabilmente mai approfondite, perché la specie è poco studiata, ma ci sono serie basi per pensare che sia stata importata dall'Africa del nord in epoche remote dai primi commerci del Mediterraneo, o che sia rimasta isolata nelle regioni del sud Italia durante l'ultima glaciazione (come riportato in testa).
Entrambe le ipotesi sono possibili, ma non verificabili al momento.

Le major... si tratta di differenze allometriche riscontrabili nelle colonie, ma non sviluppate come nel Genere Messor, ad esempio, dove si tratta di differenti compiti anche in rapporto alle dimensioni.
Qui si potrebbe trattare più che altro di maturità della colonia e migliore alimentazione delle larve, non di vere differenze di casta.
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Re: Cataglyphis italicus diario di Quercia

Messaggioda quercia » 23/01/2013, 15:34

entoK ha scritto:Bella! :clap: Mi hai fatto morire con la battuta finale sulla velocità di calcolo! :lolz:
:happy:


Quale battuta??? :ugeek:

il nido non è un nuovo nido, ho semplicemente sganciato il modulo orizzontale da quello verticale (guadra le vecchie foto) e lo ho sistemato in un acquario, l'umidità la gestisco tramite la siringa incastrata ed incollata in un foro sul nido, daltronde è un sistema che uso in tutti i nidi.

ho notato che similmente alle Aphaenogaster spinosa anche esse tipiche delle zone aride, la colonia è spesso divisa un due fazioni: quella costantemente vicina all'umidità, e quella costantemente lontana, e sinceramente non riesco a vedere se e quando si scambiano di posto :wacko:
riguardo le larve...mi sembra di ricordare che ogni stadio di sviluppo era tenuto in un posto diverso del nido,i primi stadi e le regine in particolare nella zona più umida, ma non credo sia importante più di tanto, sono mobili ed adattabili.

ricordo chiaramente invece che, nonostante il boom demografico della scorsa estate, solo pochissime operaie uscivano a foraggiare anzi, l'uscita del nido veniva spesso sigillata, avevo quasi l'impressione che le operaie anziane volessero impedire alle giovani eed inesperte nuove nate di avventurarsi all'esterno.
inoltre le nuove nate si sistemavano in massa nella zona più umida, nella quasi più completa immobilità.

riguardo i tempi di sviluppo, ho stimato un mese nei periodi piu caldi ( anche 40°, mamma che estate ho passato) e poi un blocco totale delle deposizioni con temperature inferiori ma ancora estive, quindi ne riparliamo quest'estate per stime migliori.

riguardo i maschi io stesso non ne ho mai visto uno, saprei neanche come riconoscerlo se ne trovassi uno e credo sia compito dei moderatori decidere se ritenere affidabili le fonti da te citate.

la scheda è stata già letta dal dottor Rigato e da Giannibert che non hanno modificato niente, solo aggiunto qualche dettaglio tecnico quindi...........naturalmente sono al primo anno con loro, potrei scoprire o modificare qualche dato nei prossimi tempi

riguardo le caste, potremmo parlare di uno slang fra allevatori: le Pheidole pallida hanno caste, guerrieri ed operaie, le Messor Capitatus hanno operaie di varie taglie ma morfologicamente simili, sono solo più grandi e leggermente specializzate, ma noi forse erroneamente o forse per "slang" le definiamo minor major supermajor....
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Re: Cataglyphis italicus diario di Quercia

Messaggioda GianniBert » 23/01/2013, 15:51

quercia ha scritto:riguardo i tempi di sviluppo, ho stimato un mese nei periodi piu caldi ( anche 40°, mamma che estate ho passato) e poi un blocco totale delle deposizioni con temperature inferiori ma ancora estive, quindi ne riparliamo quest'estate per stime migliori.


E' normale, durante il picco di calore, che molte specie subiscano un rallentamento vero e proprio, paragonabile alla diapausa invernale. Un modo per superare altrimenti un altro periodo difficile per la colonia.
Probabilmente tu hai notato solo in secondo tempo il rallentamento dovuto al picco estremo di calore.
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Re: Cataglyphis italicus diario di Quercia

Messaggioda winny88 » 23/01/2013, 22:41

Specie interessantissima! Un giorno un giretto in Puglia/Basilicata me lo devo fare :lol: . Peccato per l'areale così ristretto.

2 cose della scheda, in realtà 2 ipotesi, mi attirano molto. La prima è la possibilità che le regine si rechino infeconde in altri nidi ad incontrare lì i maschi. Questa mi sembra assolutamente una peculiarità perchè finora tra le specie autoctone avevamo parlato al massimo delle sciamature monosessuali di maschi che si recano a fecondare le regine che invece restano nei nidi natii almeno fino ad avvenuta copula (per esempio Messor structor e Aphaenogaster spinosa). Qui invece se l'ipotesi è corretta la situazione sarebbe esattamente l'opposto.

Seconda cosa che mi ha interessato molto e che trovo pienamente verosimile è il metodo di spostamento all'esterno con conseguente ritorno all'entrata del nido. Oltre alle normali tracce chimiche infatti è indubbio che le formiche per orientarsi utilizzino la posizione del sole calcolandola in ogni istante con gli ocelli. Mi sembra interessante il fatto dei movimenti predeterminati a scatto in varie direzioni. Basterebbe per esempio conoscere il numero di passi ad ogni scatto, le posizioni iniziali e finali del sole e credo sia possibilissimo che alla fine sempre grazie alla posizione del sole siano in grado di fare una stima della posizione in cui si trovi il nido, senza ricorrere alle tracce chimiche le quali implicherebbero anche una traiettoria di ritorno zigzagante come quella di andata.

Aspetto sempre qualcuno che ci venga a contestare il fatto che le formiche siano interessantissime e sorprendenti :yellow:
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Re: Cataglyphis italicus diario di Quercia

Messaggioda entoK » 24/01/2013, 1:00

GianniBert ha scritto:Avendo partecipato di seconda mano alla stesura della scheda, rispondo io al posto di Quercia.
Allora complimenti a entrambi per gli ultimi aggiornamenti del sito statico! L'ipotesi sull'origine mi ha fatto venire qualche curiosità sulla cugina C. cursor (tra l'altro stavo leggendo accenni alla telitochia in questa specie! :shock: ) visto che, secondo la fonte che ho appena citato, sarebbe data per presente in Provenza e Balcani, mi informerò perché effettivamente Carlo Emery scrisse quelle cose nel 1916! :-?

quercia ha scritto:nonostante il boom demografico della scorsa estate, solo pochissime operaie uscivano a foraggiare anzi, l'uscita del nido veniva spesso sigillata, avevo quasi l'impressione che le operaie anziane volessero impedire alle giovani eed inesperte nuove nate di avventurarsi all'esterno.

Hai ragione non ci avevo proprio fatto caso al nido vecchio e la siringa nelle prime! :redface:
Invece quello che hai scritto qui sopra mi ha fatto venire in mente, quello che ho letto da un'intervista a Walter Tschinkel (meno male che qualcuno ;) ha scritto un bell'articolo facendo saltare fuori questi spunti.. :win:), sul fatto che nei nidi naturali (specifico ovviamente che non è uno studio su questa specie), le camere più profonde sarebbero quelle abitate dalle operaie più giovani (presumo con ruolo da nutrici) e queste via via che invecchiano si porterebbero verso le camere superiori fino alla superficie (acquisendo se ho capito bene alla fine ruoli più esplorativi).
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Re: Cataglyphis italicus diario di Quercia

Messaggioda quercia » 26/01/2013, 21:06

perfetto entoK, nulla da aggiungere :clap:

Nuovo nido in lavorazione, l'attuale è sicuramente a loro molto gradito ma sinceramente è inguardabile.... :oops:
Ne stò realizzando uno che sintetizza più o meno quello che credo di aver capito di loro, mischiato alle mie esigenze....il trasferimento, o almeno il collegamento dei due nidi è programmato per la prossima settimana, spero di poterlo documentare adeguatamente
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Re: Cataglyphis italicus diario di Quercia

Messaggioda quercia » 06/02/2013, 23:38

ecco il nuovo nido con sullo sfondo il magnifico panorama che vedo da casa, "la gravina di Matera"

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questo foro servirà subito per collegarvici il vecchio nido ed attendere il trasferimento e la prossima estate per collegare il nido nell'arena estiva.
dopo il trasferimento dal vecchio al nuovo nido sicuramente lo sigillerò, o forse no, vediamo come si comporteranno

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questo foro è concepito per la sistemazione invernale, nell'acquario. Semplicemente mi dispiaceva farle stancare arrampicandosi sulla parete verticale dell'altro foro, allora ho creato una seconda entrata con un percorso diagonale, quindi più agevole. Il foro è facilmente sigillabile in previsione dell'estate, quando il nido sarà posto all'esterno, non nell'acquario

il nido è completo, ho leggermente colorato tutto, anche le gallerie interne con acrilici molto diluiti, ma davvero tanto e lo ho lasciato all'aperto per qualche giorno.

Ho deciso di abbandonare il plexigas per i suoi evidenti limiti, almeno sui nidi in gasbeton, ho preferito bullonare il vetro tagliato e forato dal vetriaio che mi ha anche consigliato di mettere delle "rondelle" di plastica attorno ai bulloni, per evitare ogni contatto del metallo con il vetro che potrebbero causare rotture in caso si spostamenti del nido.
Non amo i nidi completamente sigillati e date le alte temperature alle quali il nido delle mie C.italicus è sottoposto d'estate, credo sia molto utile per il ricambio dell'aria.
Le loro arene, sia la vecchia che l'attuale, sono sempre state piene di sabbia fine e sassolini, avrebbero sempre potuto portare dentro del materiale e sigillare gli "spifferi" ma non lo hanno MAI fatto. l'unico posto dove accumulano materiale è l'ingresso del nido per eventualmente sigillarlo.
in realtà il loro nido è sempre pulitissimo, non sporcano il vetro, non accumulano immondizia e depositano i cadaveri sempre nello stesso posto nell'arena : l'angolo più lontano.

dopo aver posto il vecchio nido nell'acquario, dal loro comportamento mi è sembrato di capire che non amano pìù di un accesso al nido


ho messo il nuovo nido al posto del vecchio, sempre 1/3 di nido sul tappetino riscaldante ( lato sinistro).

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purtroppo il nuovo nido non era ben secco, ed io ho aggiunto anche un pò d'acqua....si è creata un pò di condensa...

alcune ( 3-4 in realtà) operaie, sono state subito incuriosite dal nuovo nido e lo hanno avvutatamente esplorato.

ho notato che una di esse passava minuti a fare "pulizie intime" allora un pò allarmato ho sigillato il nido con l'operaia all'interno... ed è sopravvissuta alla notte. avevo paura di eventuali avvelenamenti ma il giorno dopo ho ricollegato il vecchio nido al nuovo.
varie operaie lo hanno esplorato. quando giungevano sul fondo, la zona più calda, si crogiolavano e succhiavano la condensa sul vetro, per poi partire in scatti velocissimi girando nel nuovo nido molto eccitate. Questo mi faceva sempre sperare che le protagoniste tornassero nel vecchio nido convincendo le proprie sorelle a trasferirsi... macchè!!!!

non hanno intenzione di trasferirsi, in realtà perchè dovrebbero? è la loro casa....
purtroppo la loro casa attuale ha le gallerie molto profonde e non si riesce a vedere granchè!!!

ho deciso di accellerare il processo provando ad umidificare al 100% il vecchio nido, macchè!!!!
ieri sera ho addirittura "sfilato" il vetro dal vecchio nido ( era solo incastrato, non fissato), molte operaie lanciatesi giù ( spero vi ricordiate dei loro "tuffi") ora soggiornano in arena, nella zona riscaldata dal tappetino, ma il 90% della colonia è ancora nel vecchio nido nonostante abbia rimosso il nido, altre sono ritornate nel vecchio nido passando dal nuovo.....no comment.
altri aggiornamenti a foto fra qualche ora
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Re: Cataglyphis italicus diario di Quercia

Messaggioda quercia » 07/02/2013, 1:06

sono sicuro che la lentezza nel loro trasferimento è dovuta al periodo invernale, nonostante il riscaldamento della loro arena. é vero che la scorsa estate le condizioni erano diverse, allora dopo averle costrette a cambiare nido agendo nella stessa maniera, ossia rimuovendo il vetro, tempo 1/2 ora e tutta la colonia si era trasferita.
Il vecchio nido è aperto, senza vetro.
molte operaie camminano nell'arena attaccate al vetro esterno, le ho misurate:

Operaie 4-7 mm
regina 6mm

l'addome della regina è molto piccolo anche in rapporto a quello superdilatato delle operaie più grandi


qualche scatto fatto dall'amico mimmo di matera, scatti fatti purtroppo in fretta
ed in condizioni di luce non ottimali, ma ne promettiamo di migliori

Spoiler: mostra
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