Superiorità evolutiva ed alimentare vanno di pari passo?

Osservazioni sul comportamento delle formiche.

Superiorità evolutiva ed alimentare vanno di pari passo?

Messaggioda GianniBert » 16/07/2013, 17:01

Spesso ci si domanda quali siano le formiche più forti, quelle più efficienti. Quelle che sono vincenti, insomma.
Come ormai ben sanno gli osservatori più attenti, non c’è una sola risposta valida a queste domande; le formiche possono essere singolarmente letali usando veleni, mandibole possenti, pungiglioni o altre armi sofisticate, ma quello che vince è sempre il numero, anche se le armi chimiche hanno una parte determinante nel decidere i conflitti.
All’entrata del museo di Storia Naturale di Milano è impressa una frase di Darwin che sintetizza questo fatto: Non sopravvive la specie più forte, o la più intelligente, ma quella che reagisce meglio ai cambiamenti.

Vorrei soffermarmi allora su un fattore che molti sottovalutano nel determinare quale specie fra le formiche sia in grado di dominare un territorio e popolarlo a fondo, a dispetto di nemici spesso letali e combattivi, che sulla carta (e sul terreno) sono capaci di mettere sul campo eserciti più agguerriti, numerosi, eppure non sembrano essere in grado di sottrarre spazio vitale ai propri sfuggenti avversari.
Sto parlando delle Formicine, un Genere esteso che popola gli ambienti più disparati, dalle pianure alle montagne, e che forse solo nelle foreste tropicali non ha saputo inserirsi in maniera determinante.
Ma andiamo a vedere cosa succede nelle nostre regioni.

Le Formica sono raramente scelte dagli utenti per i propri allevamenti, sia perché forse sono meno facili da trovare di Lasius, Camponotus, o delle onnipresenti Myrmicine, sia perché non sembrano attrarre l’attenzione per capacità belliche, teste spropositate armate di mandibole feroci, o veleni dagli effetti particolarmente fantasiosi (dimenticando che sono tutte armate di acido formico).

Quattro anni di osservazioni in cattività su Formica cunicularia, più diversi anni sul campo con Formica rufa, mi hanno invece convinto che questo Genere, ma soprattutto il Gruppo delle Formica e Serviformica hanno numeri che giustificano la loro diffusione.
Ovunque io vada, giardini, campi, collina, montagna, pianura, dove si scorgono interminabili file di Lasius, Pheidole, Tetramorium, o Camponotus, o nei pressi di colonie mostruosamente estese di Tapinoma, scorgo sempre qualche rapida esploratrice di Serviformica.
I nidi di Serviformica non fanno nessuna impressione: un ponticello di terra smossa, a volte qualche fessura nel terreno, o sotto un sasso, con poche sentinelle, non sorprendono come le caldere in movimento di Tapinoma, o le interminabili fila di Lasius fuliginosus.

Come fanno queste formiche all’apparenza insignificanti a condividere il territorio con schiere che a prima vista sembrano maree incontrollabili di nemici? Sul tratto del Naviglio Grande che esce da Milano, per circa 3 km di aiuole, il terreno è tutto smosso da vulcani che eruttano Tapinoma. Si sa che questa formica tiene testa a Linepithema umile, eppure vedo sempre qualche Formica che trascina una preda sull’asfalto verso casa.
Come hanno sottratto il bottino a schiere che tappezzano ogni dove, collegando centinaia di nidi?

Osservare quello che succede dentro una di queste colonie è la chiave per capire che la capacità delle Serviformica non si basa sulla pura forza fisica, ma sulla possibilità di sfruttare un’ampia gamma di alimenti, e una prolificità che da una sola regina è sorprendente oltre la nostra prima impressione.
Poter accedere a un menù vario permette a Formica cunicularia di sfruttare un maggior numero di risorse, dove le altre formiche storcono… le antenne. Ho visto queste formiche raccogliere e portare al nido (e far sparire) briciole, biscotti, sementi, insetti, rifiuti da spazzatura, formaggio, patatine fritte (light), prosciutto, tonno, uova (sode e cucinate in altri modi), visitare gli afidi, la corolla dei fiori…
Forse solo Tetramorium e Pheidole pallidula le superano in fatto di “bocca buona”.

Inoltre sono insetti molto veloci. Sicuramente non hanno bisogno di scontrarsi con formiche meglio armate, se riescono ad arrivare prima sulla preda, e a trascinarla direttamente fuori portata del nemico, o a sfuggire facilmente agli attacchi.
Dove Pheidole deve difendere il bottino in attesa che venga smembrato, Formica lo trascina via con una grande forza per una formica tutto sommato esile.
Sarebbe interessante sapere come si comportano queste formiche in regioni infestate dalla formica argentina. Sono state cancellate? Confinate? Resistono timidamente senza farsi troppo notare?

Le capacità militari delle Serviformica sembrano commisurate al nome: non sono granché, anche se sono ottime cacciatrici di insetti, evitano lo scontro diretto con altre formiche, o battaglie campali.
Ma i loro nidi possono essere vulnerabili all’intrusione di nemici più piccoli e numerosi?
Qui dimentichiamo che l’acido formico in possesso delle nostre formiche ha pur sempre una efficacia notevole su altri insetti, e che dentro il nido resta inattivo quasi il 90% della colonia.
Ma qui “inattivo” è un termine inappropriato.
Serviformica ha sviluppato una cura della covata eccezionale, e i tempi di sviluppo sono molto rapidi per formiche così sottovalutate. Il fatto di accudire in gran numero all’alimentazione della covata permette a queste colonie di rifornire di sempre nuove reclute la guarnigione di foraggiatrici esterne.

Punto di forza è di un rapido passaggio da larva a bozzolo (6 giorni).
La mia colonia al momento ha una popolazione incalcolabile, che valuto d’alcune migliaia di formiche; in arena sono normalmente circa 100-200. Le stanze sotterranee sono in gran parte coperte da tappeti di larve costantemente alimentate, da cumuli di bozzoli, tanto che, benché io ne elimini parecchie al giorno, la popolazione continua a crescere.

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Una capacità di deposizione che non va sottovalutata


E’ vero che questa colonia è ben protetta e ben alimentata, ma provate a pensare alle colonie selvatiche che subiscono costantemente aggressioni di formiche più forti e grandi, pensate solo alle incursioni di Polyergus nel loro territorio!
Una colonia Polyergus tenuta sotto osservazione per un mese ha compiuto qualcosa come 44 spedizioni, al 70% con successo. Vero che i nidi bersaglio possono essere diversi, ma le colonne di amazzoni contano spesso qualche migliaio di guerriere. Se le formiche-bersaglio non fossero straordinariamente capaci di rimpiazzare le perdite, le colonie si estinguerebbero in breve.

E qui veniamo ad un altro segnale importante: Polyergus e Formica sanguinea razziano soprattutto formiche di questo tipo. Sappiamo che le specie-bersaglio possono essere Formica fusca (poliginica), Formica clara, e F. cinerea (meno frequente, più aggressiva e capace di difendere il nido) o altre Serviformica.
Ho appena rifornito di bozzoli di Formica cunicularia la mia colonia di Polyergus che originariamente contava ausiliarie di una specie che sembra leggermente diversa, ma che non ho ancora identificato con certezza. Queste prime avevano un regime alimentare del tutto diverso dalle mie cunicularia, erano molto schizzinose. Appena schiusi i bozzoli, la varietà d’alimenti portata nel nido è cambiata radicalmente, le ausiliarie hanno intensificato la già notevole cura che circondava la covata, e le ancelle a diretto contatto con la regina sono raddoppiate. Le larve si sono sviluppate più rapidamente, forse frutto della cura più intensa e l’alimentazione diversificata.

Questo per quel che riguarda Formica cunicularia. Da un anno tengo sotto osservazione Formica sanguinea, e anche qui noto una notevole cura della covata, con apporto in percentuale maggiore di cibo animale. Sanguinea non sembra altrettanto versatile nello scegliere gli alimenti, ma le sue ausiliarie lo sono. Le capacità di caccia di sanguinea sono più marcate che nelle Serviformica; queste formiche attaccano immediatamente tutto quello che si muove, non indietreggiano di fronte a nulla, le ho viste inseguire operaie di Camponotus vagus e ingaggiarle nel corpo a corpo. E’ evidente che la sua dieta si avvicina più a quella di Formica rufa, popolando preferibilmente praterie e colline incolte, dove la varietà di cibo è limitata: melata/insetti.
Che questa formica soffra maggiormente i pesticidi dei campi e dei giardini è possibile, ma potrebbe trattarsi semplicemente di una scelta ambientale dovuta alla sua evoluzione, che sembra staccarsi direttamente dal ceppo del Gruppo rufa. Numerose sono infatti le similitudini alimentari, di comportamento (basta pensare che la fondazione avviene per entrambe necessariamente con l’apporto di ausiliarie) e morfologiche.
Osservando per circa un’ora un nido molto grande di questa specie, ho contato un numero incredibile di coleotteri, larve e altri insetti abbattuti, e trasportati a casa da queste formiche. Qui si trattava in parte anche di prede semplicemente raccolte. Ma tutti quelli che hanno modo di osservare la fondazione di F. sanguinea concordano che è aggressiva fin da subito, anche quando la colonia è ancora giovane e le operaie dovrebbero essere timide e schive.

Non dimentichiamo che in ambienti ben più selettivi (le montagne), a dominare sono le loro sorelle più famose della nostra fauna di Formicine: Formica rufa e le Coptoformica (F. exsecta, per esempio), formano colonie pressoché immortali, dominano il territorio con una rete fitta di autostrade e una alimentazione più selettiva in ragione di insetti, anche se una forte percentuale proviene per tutte le specie dalla raccolta di melata.
Sembrano racchiudere la quintessenza della Famiglia: prediligono climi freddi o temperati, sono molto adattabili, veloci e prolifiche.
Sarebbe interessante raccogliere dati e informazioni anche da chi si appresta a studiare Formica clara, rufibarbis, fusca e gagates, per vedere quali e quante similitudini alimentari e di comportamento si possono riscontrare fra queste specie, ma soprattutto di indole.
Lasciamo perdere il Gruppo rufa e le exsecta, che non possono essere osservate a fondo in cattività, perché appena le colonie assumono la loro connotazione naturale diventano ingestibili, per ovvi motivi. Ma tutte le altre specie potrebbero riservarci molte sorprese, perché dopotutto queste formiche sono state ingiustamente ignorate per lungo tempo eppure dimostrano una efficienza e una capacità di sopravvivenza in ambiente ostile, che non possono essere solo un caso fortuito.

Invito quindi tutti quelli che hanno la possibilità di osservare la crescita di una colonia di queste formiche, a registrare accuratamente tipo di alimentazione (la mia potrebbe essere solo una colonia anomala, con gusti poco raffinati!), tempi di crescita e comportamenti vari.
E’ necessario saperne di più!
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Re: Superiorità evolutiva ed alimentare vanno di pari passo?

Messaggioda fulmicotone » 16/07/2013, 18:01

I miei complimenti per il linguaggio,
si vede che sei una persona che legge molto..

Domandina: ma le Polyergus quando rubano prendono solo larve di operaie
oppure prendono quello che capita? Che succede se prendono qualche larva di regina?
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Re: Superiorità evolutiva ed alimentare vanno di pari passo?

Messaggioda PomAnt » 16/07/2013, 19:15

Gianni potresti ricavarci un saggio! :smart: :smart: :smart:
"L'ultimo passo della ragione, è il riconoscere che ci sono un'infinità di cose che la sorpassano."
Blaise Pascal
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Re: Superiorità evolutiva ed alimentare vanno di pari passo?

Messaggioda XXAIRXX95 » 16/07/2013, 20:52

mi dispiace di non poter essere d' aiuto :sad1: . ma complimenti davvero per la tua ricerca :shocked: :clap: :clap: :clap:
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Re: Superiorità evolutiva ed alimentare vanno di pari passo?

Messaggioda antdoctor » 16/07/2013, 23:46

Appassionante come libro...dove si compra? :clap:

Se riesco a trovare qualche regina di Serviformica qui nel nord est inglese parteciperò volentieri. Sarebbe interessante osservare se ci sono differenze. PEr ora i nidi che ho trovato hanno ancora i bozzoli degli alati, vediamo se riesco a indovinare il periodo di sciamatura qui.
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Re: Superiorità evolutiva ed alimentare vanno di pari passo?

Messaggioda Bremen » 17/07/2013, 1:24

È vero che in pochi allevano questo genere, e forse a uno sguardo di neofita non appaiano formiche interessanti...già il nome non aiuta! Ma la prolificità che osservi, il fatto di accettare vari tipi di cibo, le dimensioni e il comportamento, a me fanno pensare che sia una delle formiche che piu possono essere interessanti e accessibili anche a lungo termine( non è lo stesso per Camponotus vagus). Anche io noto presenza di operaie bottinatrici ovunque, e mi viene difficile trovare l'entrata dei nidi, sono molto meno evidenti di altre formiche, forse proprio per il fatto che se il nido è evidente vengono predate facilmente.

Ps. Vedere una colonia di Formica rufa è emozionante, ricoprono a tappeto tutto il bosco, se si sta fermi si può sentire il rumore che fanno migliaia di operaie che camminano tra gli aghi di pino!
Bellissimo articolo, da vari spunti per osservare, e spero finalmente di trovare una regina di questo genere...
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Re: Superiorità evolutiva ed alimentare vanno di pari passo?

Messaggioda feyd » 17/07/2013, 8:21

Gianni complimenti :clap:

Il genere Formica interessa molto anche me, vero che non hanno caratteristiche morfologiche particolari, ma osservandole si nota che in realta hanno una cosa che nessun altra formica italiana ha: una vista perfettamente sviluppata :-D

Mi capita spesso di trovare bottinatrici di vari generi sul pavimento davati casa, e camminando noto che le formica si spostano per non farsi acciaccare, mentre tutte le altre no. Questo indica che le formica ci vedono e pure bene.

Ed è proprio grazie alla vista che sanno orientarsi e trovare ad esempio il bosco dove cacciare, come nel caso di Formica pratensis che vive nelle radure ma caccia nei boschi.

Ho anche l'impressione che le singole Formica abbiano un inteliggenza piu sviluppata, assumendo comportamenti particolari.

In ogni caso anche io sto atudiando nel mio piccolo questo genere, avendo 3 coloniette di serviformica ed una di sanguinea, ma sono tutte coloniette incipienti e solo quella di sanguinea, come gia fatto notare da te, è molto attiva.


Ma anche io ho un osservazione sulla loro prolificita, ho visto piu volte le Polyergus attaccare nidi di serviformica li dove io non pensavo ci fosse nulla, non vedevo ne l'ingresso del nido ne una densita di operaie particolare, ed uscirne con qualche migliaio di bozzoli, almeno 5000/8000 se non di piu, quindi li dove per me non c'era nulla vi doveva essere una colonia di serviformica da almeno almeno qualche decina di migliaia di operaie :shock:
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Re: Superiorità evolutiva ed alimentare vanno di pari passo?

Messaggioda GianniBert » 17/07/2013, 8:54

Grazie a tutti per i complimenti!
Ci sarebbero ancora molte cose da dire sul Genere.
Una è quella che hai fatto notare tu, Feyd: il vantaggio della vista, anche a distanza, oltre all'odorato.

Sappiamo che Formica rufa si orienta non solo col sole, ma anche riconoscendo elementi fissi come alberi, sassi e cespugli. Inoltre, come tutte le Formicine, distingue bene il movimento anche a distanza, prova ne è anche la sua "mira” con l'acido formico.
Lo stesso sembrano fare anche le sue sorelle, umile Formica cunicularia compresa.

Questo è un vantaggio indiscutibile in un mondo dove tutti i concorrenti lavorano quasi solo con gli odori.
Pensate a Cataglyphis, che si orienta con la mappa stellare nel deserto!
Le Formicine sono sicuramente fra le formiche più evolute (forse il vecchio Sergio avrebbe da obiettare su cosa vuol dire evoluto!), infatti comprende anche Oecophylla! E sappiamo che anche lei ci vede parecchio bene!

Quello che volevo trasmettere, e mi sembra di esserci riuscito, è che oltre alle specie altamente invasive (anche loro certamente adattabili, e a dieta spesso variabile) che vincono col numero tappezzando tutto il territorio, ci sono specie che vanno riconsiderate per doti che a un primo esame vengono ritenute minori, ma danno quella marcia in più, che non fa vincere le battaglie sul campo, ma la lotteria della vita, semplicemente sopravvivendo: mangiare di tutto, vederci bene, cooperare, tenere un profilo basso, avvertire vibrazioni anche minime, essere discretamente prolifiche, sfruttare ogni ambiente.
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Re: Superiorità evolutiva ed alimentare vanno di pari passo?

Messaggioda tulindo » 17/07/2013, 11:04

Sono straconvinto che in questo forum molti si sono "innamorati" delle Camponotus vagus leggendo il tuo diario e ne hanno intrapreso l'allevamento... questo tuo post mi sa che farà impennare sensibilmente il numero di allevamenti di Formica sp..

L'anno scorso ho avuto una regina di Formica cunicularia... mi ha impressionato per la velocità di sviluppo. Tra tutte le regine che avevo è stata quella che ci ha messo di meno a far nascere le prime operaie. Anche per la gestione del cibo mi sono sembrate quelle più di bocca buona già da subito... bastava mettere qualcosa nell'arena e subito un gruppetto di operaie arrivava in prelustrazione. Questo anche con un limitato numero di operaie.
Giusto per fare un confronto: una colonietta con 15 operaie di Formica cunicularia si dimostra più intraprendente di una colonia di Crematogaster scutellaris con 40 operaie.
Purtroppo questa loro intraprendenza non è servita a farle superare indenne un mio stupido errore da super inesperto che le ha condannate... però quest'anno ci voglio assolutamente riprovare.

Presumo che la chiave sia appunto l'adattabilità al cibo diverso... sapersi "accontentare" di una grande varietà di cibo è una chiave vincente nell'evoluzione. Penso valga anche per noi Homo sapiens sapiens
In allevamento:
- Cornelia (Crematogaster scutellaris) con oltre 100 operaie e covata abbondante Diario
- Trilly (Lasius flavus) con oltre 300 operaie e covata
- Mafalda (Camponotus ligniperda) Diario
- Jessica (Lasius emarginatus) con 150 operaie
- Lina (Camponotus herculeanus) con 50 operaie
- Alice (Manica rubida) con 8 operaie
- Ittica (Formica sp.) con 150 operaie
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Re: Superiorità evolutiva ed alimentare vanno di pari passo?

Messaggioda Ruben » 18/07/2013, 23:05

Ottimo articolo! come sempre Gianni riesce a stuzzicare il nostro interesse a un livello superiore... :smile:
Cosa hanno le Formica fusca di speciale...
fisicamente nulla...
un po tutte le Formica non hanno nulla di speciale a livello fisico, (le Polyergus in effetti si,ma sono un caso a se...e poi sono appunto Polyergus)
giusto le F. rufa hanno l'apparato di lancio perfezionato e piu acido...in effetti devono difendere le loro metropoli, ma tutto finisce li.
Guardiamo invece molte altre formiche fisicamente specializzate con caste diversificate, le Pheidole con i soldati (non major ma veri soldati)
Le Messor con il loro polimorfismo e le major tritasemi mascellute

Molte Camponotus con la loro taglia spropositata,che fanno da replete,ma anche da cacciatrici notevoli, fino a operaiette piccine...

Le Crematogaster con le loro piste perenni che monopolizzano gli alberi ricchi di afidi e cicadelle,supportate dal loro veleno...

Ma le Formica no.
loro non sono specializzate.
ma allevano afidi
loro non hanno le major,ma predano lo stesso e pure parecchio,
loro non hanno i soldati,per difendere le fonti di cibo permanente? e allora se lo portano via,prima che arrivano "le altre"
loro non tritano i semi, ma possono mangiare comunque carboidrati e farinacei...(dagli un biscotto...e vedrai)
e non sono legate solo hai climi secchi...
loro non sono specializzate.
Appunto.
Questa è la loro grandezza,loro sono eclettiche,si adattano.
e infatti popolano i boschiombrosi e freddi delle Camponotus herculeanus, le brughiere umide delle Lasius , Le pianure secche e aride delle Messor e delle Aphaenogaster, Le zone miste delle Pheidole e delle Tapinoma,e delle Tetramorium.
Per che in fondo possono fare tutto ,non specializzandosi non si legano a un certo ambiente o a una fonte di cibo, dove stanno riescono a farcela.
usando il loro numero
Gli animali di maggior successo sono in effetti proprio i meno specializzati, come i corvidi...tra gli uccelli
i ratti tra i mammiferi...
e,giocando un po a estremizzare, come quell'odioso ominide glabro, che preda piu dei predatori muniti di zanne, vola piu in alto degli uccelli muniti di ali, e nuota piu velocemente dei pesci muniti di pinne.
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Re: Superiorità evolutiva ed alimentare vanno di pari passo?

Messaggioda Dorylus » 19/07/2013, 9:05

Bellissimo lavoro Gianni! si le Formica per chi le conosce e ci vive a stretto contatto possono essere tra le specie più interessanti da osservare per tutti i motivi già elencati .

Concordo pienamente con il Fatto che Formica sanguinea è più specializzata nella caccia rispetto alle altre , lo noto dalla mia colonia che ho deciso di tenere senza ausiliarie proprio per studiare il loro stile di vita senza la loro presenza , si rivelano aggressive , mediamente prolifiche (quest'anno siamo passati da 40 operaie a 200 e oltre) attaccano le prede immediatamente senza porsi problemi , reclutano le sorelle con una velocità impressionante .
Eppure in natura questa specie a parità con Serviformica la vedo meno adattabile almeno nelle colonie di pianura dove osservo io , qui i nidi di F. sanguinea sono mediamente piccoli e circondati letteralmente da enormi nidi di Serviformica molto alti e con numeri di operaie esorbitanti , questo dimostra la capacità di rigenerare operaie maggiore a sanguinea.

L'nica altra Formica che sto allevando è Formica gagates con una piccola colonia proveniente da un bosco di pino silvestre di pianura , la regina non si è dimostrata molto prolifica come mi aspettavo e in un'anno e mezzo ha raggiunto la piccola cifra di 50 operaie , la specie anche in natura nel suo ambiente si dimostra piuttosto timida e poco incline al combattimento , vive nei legni marcescenti della lettiera senza cumuli evidenti ne tracce della sua presenza in un ambiente dove non è che ci siano delle gran concorrenti .

Altra specie che mi piacerebbe studiare è la magnifica Formica cinerea che purtroppo non riesco a trovare , l'unica popolazione decente da me osservata è in una golena del Ticino dove la specie è dominante , i nidi sono popolosissimi ed ho potuto osservarle mentre monopolizzavano tutto l'ambiente circostante , fuori dai loro nidi c'erano cumuli di corpicini di Pheidole e Lasius ormai smembrati , su ogni arbusto a mungere gli afidi ci sono loro , lasciano davvero poco spazio alle altre formiche , forse tra le altre cose anche per la loro velocità di spostamento sulla sabbia , cosa che ho notato riesce meno alle altre specie forse per le zampe corte e i testoni , fatto sta che queste bellissime formiche hanno un vantaggio enorme nel loro ambiente .
In allevamento : Camponotus ligniperda, C. cruentatus, C. nylanderi, Formica cunicularia, F. fusca,F. lemani, Polyergus rufescens, Lasius platythorax, Lasius paralienus, Tetramorium caespitum, Temnothorax alienus, T. exilis, T. recedens, Pheidole pallidula
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Re: Superiorità evolutiva ed alimentare vanno di pari passo?

Messaggioda GianniBert » 19/07/2013, 18:33

Parlando con Fabrizio, mi ha fatto notare un'altra cosa che sapevo ma che avevo dimenticato: le Formica sono un Gruppo relativamente “giovane”, quindi si è espanso solo in epoche recenti ed è questo il motivo per cui sono distribuite soprattutto nei paesi Nord del mondo (Europa, Asia, Nord-America).

Ho dimenticato di chiedergli come mai si sono distribuite soprattutto al nord, nei posti freddi o temperati.
E' frutto di un migliore adattamento?
Non hanno popolato il sud per troppa concorrenza con nemici più forti?
Hanno avuto origine da qualche altro Gruppo importante? E quale?

Sono risposte utili per comprendere meglio le caratteristiche di queste formiche che sembrano avere molte frecce al loro arco. Intanto sapere come si sono evolute le Formicine in generale sarebbe già interessante...
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Re: Superiorità evolutiva ed alimentare vanno di pari passo?

Messaggioda enrico » 20/07/2013, 16:36

Bella discussione :smile:

Pensate un pò che io le Formica (è vero, non ho girato molto come inizierò a fare presto) non le ho mai incontrate se non in Spagna. Sono formiche piene di doti affascinanti, come diceva Gianni, ma amanti anche dei climi freddi e negli ambienti che frequento io normalmente sono del tutto assenti, sostituite da altri gruppi.
In Sicilia per l'esattezza credo sia data per certa la presenza solo per due specie F. cunicularia e F. sanguinea.

Le Formicinae sono presenti in prevalenza in luoghi più freddi e lontani dall'equatore, e qui credo che la risposta all'interrogativo di Gianni sia probabilmente quella che si trova nel discorso delle successive "radiazioni" che hanno caratterizzato il processo evolutivo delle formiche. A grosse linee, senza riprendere in mano il libro dice così:
Le formiche più antiche si sono sviluppate nelle foreste equatoriali, i gruppi più antichi (Ponerinae, etc.) hanno occupato questi ambienti senza adattamenti particolarmente grandi in fatto di alimentazione rispetto alle 'vespe' da cui discendevano. In altre parole sono essenzialmente predatori o comunque legati alle proteine animali. La prima e massiccia espansione delle formiche in questi ambienti ricchi di risorse di questo tipo è caratterizzata grossomodo da queste abitudini alimentari.
Le Myrmicinae, successivamente, introducono fra le altre cose nella loro dieta un interesse maggiore per i liquidi zuccherini e la melata, ma soprattutto i semi e altri alimenti di matrice vegetale (mi viene da dire Messor, Atta..)e in questo modo riescono a colonizzare anche ambienti più vari, riuscendo a soppiantare le formiche della categoria precedente per esempio nei luoghi aridi al di fuori delle suddette foreste equatoriali, etc. ma spesso occupano nicchie biologiche simili a quelle, entrando in competizione (Pheidologeton magari..).
Le Dolichoderinae e le Formicinae negli ambienti delle foreste equatoriali invece si dedicano principalmente allo sfruttare le risorse che si trovano sulle piante e sui grandi alberi (qualcuno ha citato le Oecophylla), mentre hanno accesso in maniera più consistente al ruolo di predatrici in quei luoghi dai climi rigidi in cui i gruppi prima descritti non si erano espansi ancora e che rimanevano più liberi da occupare (F. rufa etc. per esempio).

E' un ragionamento generale, chiaramente ci sono casi minoritari che vanno in senso contrario, per esempio le Crematogaster, che sono Myrmicinae, sono un gruppo di grande successo che non solo colonizza prevalentemente gli alberi, ma molte specie tendono ad essere dominanti in quegli ambienti.

Insomma le Formicinae si sarebbero ricavati ruoli di primaria importanza in quegli ambienti meno colonizzati da altre formiche e quindi meno competitivi.. ora spero vivamente di non avere infilato nel discorso nessuna idiozia che la mia mente si è autoconvinta di aver letto nel libro :lol: però mi pare che il succo fosse questo :unsure:



Ad ogni modo voglio dire anche un'altra cosa: che intendiamo per 'superiorità evolutiva' ? Certi gruppi sono comparsi in tempi più recenti di altri come si è detto, certe specie sono dominanti negli ambienti in cui sono presenti (si è citato il gruppo rufa).. con cosa identifichiamo il concetto di superiorità?
Gianni citava (se ho capito bene) come specie appartenenti al sottogenere Serviformica sapessero convivere con vicini numerosi e bellicosi riuscendo però a trovare un loro spazio in maniera apparentemente inaspettata. E contemporaneamente costituire colonie numerose. Mi ha ricordato le Lasius (Lasius) sp. che trovo in giardino...sono praticamente per nulla bellicose, non costituiscono colonne imponenti e frequenti "adunate".. tuttavia riescono ad essere un pò ovunque, e le loro colonie sono in realtà numerose, e la loro capacità di reclutare operaie e di farsi valere nell'ambito di rare situazioni di scontro è comunque ben maggiore di quanto l'osserazione quotidiana suggerirebbe.
Un altro esempio miracoloso per me è costituito da Temnothorax; Che prosperino colonie di poche operaie su rami di alberi invasi da C. scutellaris rivela secondo me delle capacità enormi da parte di un genere che invece a primo giudizio si potrebbe considerare meno interessante. Certo non sono dotate di superarmi-chimiche, di avanzate strategie militari di distruzione del nemico, non attaccano tutto quello che gli passa accanto, anzi spesso e volentieri scappano via al minimo pericolo. Però sanno vivere e si riproducono accanto a formiche molto più "numerose, forti e cattive" senza venire distrutte da queste.. mica facile eh!?
Per spaziare mi viene in mente il rapporto fra lo sciacallo e un branco di leoni davanti a una preda.. l'aria di debolezza (dal punto di vista delle sue possibilità di sopravvivere) che suscita lo sciacallo a prima vista non è che una visione poco nitida della realtà, che invece vede negli sciacalli che vivono accanto ai leoni in un ambiente tutt'altro che facile, dei formidabili "campioni dell'evoluzione" al pari dei leoni stessi.



Tornando alle Formica mi piacerebbe anche a me incontrarle, e provare a scoprire in quali ambienti qui sono presenti, e di quali specie soffrono la competizione tanto da essere ritenute comunissime formiche dei giardini dai molti, ma da risultare introvabili in giardino alcuno qua a Palermo :mrblu: ..fra le altre cose questa abilità visiva, le grandi colonie e le dimensioni non troppo minute me le rendono abbastanza affascinanti.

Una piccola nota soltanto: hai scritto che Pheidole smembra il bottino difendendolo mentre Formica si affretta a portarlo al nido.. beh ti devo contraddire, per quanto riguarda almeno P. pallidula. A meno di casi particolari (es: una lucertola adulta morta, magari anche distante dal nido) tutto viene (quasi sempre) subito portato dentro il nido e, se proprio non si riesce a far passare l'oggetto in questione dall'entrata viene smembrato comunque di fronte ad essa. Ci tengono moltissimo a far sparire quello che trovano nel più breve tempo possibile, minimizzando il rischio di scontro.. ho visto più volte singole operaie trascinare da sole un'ape morta per parecchio prima di chiamare rinforzi (le operaie di altre specie sembrano "stancarsi" dopo pochi cm). Sebbene siano formiche assolutamente pronte a combattere sanno bene che evitare perdite può essere comunque più conveniente, e che fuori dal nido si possono fare brutti incontri di vario tipo, comprese le tante specie ben più grandi per dimensioni che potrebbero talvolta rappresentare una minaccia considerevole.
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Re: Superiorità evolutiva ed alimentare vanno di pari passo?

Messaggioda GianniBert » 21/07/2013, 21:34

enrico ha scritto:Una piccola nota soltanto: hai scritto che Pheidole smembra il bottino difendendolo mentre Formica si affretta a portarlo al nido.. beh ti devo contraddire, per quanto riguarda almeno P. pallidula. A meno di casi particolari (es: una lucertola adulta morta, magari anche distante dal nido) tutto viene (quasi sempre) subito portato dentro il nido e, se proprio non si riesce a far passare l'oggetto in questione dall'entrata viene smembrato comunque di fronte ad essa. Ci tengono moltissimo a far sparire quello che trovano nel più breve tempo possibile, minimizzando il rischio di scontro..


Ma naturalmente.
Non volevo dare impressione che fosse sempre così.
Volevo dire che ci sono diversi atteggiamenti anche verso le prede, che a distanza dal nido (distanze molto superiori come raggio d'azione per Formica che per Pheidole, i comportamenti sono diversi.
Chiaro che entrambe le specie tendono a portare il bottino a casa il prima possibile, ma anche la distanza dal nido e la possibilità di reclutare sorelle gioca una parte importante.
Siccome Formica si allontana parecchio dalla base, è più facile che tenda a cacciare solitaria e risolvere da sola più in fretta possibile, mentre a distanza ravvicinata dal nido per entrambe il reclutamento è immediato e più facile.

Lo vediamo anche in certi comportamenti dei Camponotus maggiori: le operaie sono abituate a bastare a sé, se trovano una preda la portano da sole, reclutano meno, magari si nutrono addirittura sul posto, ma questo non vuol dire che non siano rapidissime a reclutare quando il nido è più vicino e la preda importante, e loro da sole non ce la fanno.
Hanno solo diverse priorità rispetto alle formiche più piccole.
Spoiler: mostra
Messor barbarus - Camponotus nylanderi - Camponotus claripes - Camponotus cruentatus - ... Kalotermes flavicollis
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Re: Superiorità evolutiva ed alimentare vanno di pari passo?

Messaggioda enrico » 22/07/2013, 12:46

Un esempio particolare è dato secondo me da C. scutellaris, non le ho mai viste e nemmeno le riesco a pensare che portano un'ape o qualche altro insetto morto issandolo sopra un albero, piuttosto si recano numerose a difenderlo e a smembrarlo, e le singole operaie portano via piccoli pezzi.

Poi almeno questo è quello che vedo sempre io su di loro :smile:
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