Formiche Drago?

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Re: Formiche Drago?

Messaggioda winny88 » 16/03/2017, 23:07

Sì, ma Crematogaster fu solo un banale errore di trascrizione a quanto dice la leggenda...

Mi piace questa discussione! Mi sembra giusta, come piccola rivalsa per chi è Figlio di Roma, che gli altri a noi ce ne fanno tante... Un po' ci spetta!

Mi è venuto in mente anche il seguito della storiella... Lech Borowiec è un preparatissimo mirmecologo ed oltre a questo è un mio amico; ragazzo fantastico e disponibilissimo, per cui su questo non si tocca assolutamente! Però, essendo polacco e dato che lì a scuola il latino è proprio cosa rara, qualche piccola difficoltà linguistica ogni tanto la dimostra. Lui che Cataglyphis è di genere femminile invece se lo ricordava benissimo! Infatti mi ha sfoderato prima una interessante Cataglyphis noda (che non è niente di nuovo, già fatto da Bolton con la Pheidole noda, va di moda!) e poi una fantastica Cataglyphis bicolora (!). Questa invece è originale, mi sembra...
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Re: Formiche Drago?

Messaggioda VonFrundsberg » 17/03/2017, 0:33

winny88 ha scritto:Mi permetto di ridissentire: dal punto di vista dell'eleganza formale una cosa è un classicissimo patronimico latino intitolato ad un celeberrimo scrittore (kiplingi) (o un genere dedicato ad un suo altrettanto celeberrimo personaggio) e tutt'altra cosa è il per niente classico uso in apposizione, per un nome di specie, del nome di un personaggio non reale di una fiction commerciale e di "fortuna passeggera" (viserion). Per far capire la differenza: fra 200 anni il nome kiplingi (e probabilmente anche Bagheera) evocherà la stessa identica figura che evoca oggi (e che evocava a fine '800), mentre il nome viserion nel 99% dei casi evocherà con ottime probabilità un bel "Ma che c...!?". Dal punto di vista quantitativo poi, una volta la scelta di un Bagheera era molto molto più rara rispetto alle scelte "pop" di oggi (considerando che in quegli anni anche Bagheera evidentemente era "pop"). E' la stessa situazione che dedicare un patronimico per esempio a Linneo stesso (Pheidole linnei) e dedicare invece un nome in apposizione a Peter Griffin (Pheidole petergriffin). Davvero molto molto diselegante a mio parere l'andazzo che si sta prendendo oggi, appunto figlio della cultura pop, oltre che per niente classico e "vecchio quanto la stessa Tassonomia"; una caduta di stile tutta nuova! Altro esempio di novità attuale e di "anticlassicismo": si sta perdendo l'uso del genitivo (vedi ad esempio Heteropoda davidbowie). Poi vabbé, ognuno è libero di scrivere quello che vuole seguendo le proprie preferenze. L'eleganza dopotutto è un concetto soggettivo.

Beh, se il tuo appunto era riferito alla grammatica latina, in tal caso sono d'accordo al 100%. A me ad esempio resta ancora sul gozzo la nuova vipera italiana Vipera walser.
Sulla "nobiltà" invece di una citazione/dedica letteraria piuttosto che un'altra invece non mi esprimo, ritengo che sia una questione di gusti e non ho la pretesa di stabilire cosa sia meritevole e cosa no; semplicemente sottolineavo che si è sempre fatto (e quindi, si...è vecchio quanto la tassonomia ;) )...poi che sia cambiata l'entità del fenomeno è un altro discorso (ma perlomeno non ci sono più casi di insulti tassonomici).
“I naturalisti sono opportunisti. Essi non amano soltanto l'argomento oggetto di studio, ma l'intera idea di questo. Il loro scopo principale è quello di imparare quanto più possibile riguardo a tutti gli aspetti delle specie che danno loro un piacere estetico. Gli organismi sono i loro totem, da venerare e mettere al servizio della scienza. Noi apparteniamo a questa scuola; siamo naturalisti di professione e gran parte delle nostre carriere è stata dedicata a portare le formiche alla ribalta della biologia”
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Re: Formiche Drago?

Messaggioda winny88 » 17/03/2017, 0:45

Vipera walser non vedo cosa abbia che non va. walser è un normalissimo sostantivo che indica un gruppo di persone. Ci sono molti esempi simili in tassonomia praticamente da sempre. E' esattamente uguale, per esempio, al Camponotus paria in mirmecologia. I walser sono una popolazione umana di quella zona e i paria sono una casta di persone in India. I sostantivi che non siano nomi propri si mettono normalmente in semplice apposizione in questo modo.
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Re: Formiche Drago?

Messaggioda VonFrundsberg » 17/03/2017, 1:03

Mi sono espresso male, non intendevo dire che fosse sbagliato nella forma...ma che "mi sta sul gozzo" per il senso. Dato che come dici i Walser sono il nome proprio di una popolazione, personalmente (cosa che quindi non conta una beneamata fava) quando la sento mi fa l'effetto di "Vipera Piero" (invece che "Vipera di Piero")...e avrei trovato più elegante walseri ;)
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Re: Formiche Drago?

Messaggioda winny88 » 17/03/2017, 1:10

walseri no, dato che non è un nome proprio di persona o comunque un sostantivo con cui usare il genitivo singolare. Sarebbe una cosa strana, tipo dire "del Walser" (di un solo Walser). Quello che si poteva fare è un genitivo plurale: Vipera walserorum. Questo sarebbe significato davvero "vipera dei Walser" e come detto il genitivo plurale, sebbene semplice, è una cosa che trovo raffinata, almeno considerando la media. Però appunto coi nomi che indicano collettività umane si suole di più mettere il semplice sostantivo in apposizione. Altro esempio che mi è venuto in mente tra le formiche è il Lasius myrmidon dell'amico Maurizio Mei.

PS: Pheidole viserion è di fatto il nome davvero equivalente a "Vipera Piero", non Vipera walser. Ed è esattamente questo il motivo della non classicità (non "vecchio quanto la tassonomia") di quel nome che sto cercando di spiegarti.
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Re: Formiche Drago?

Messaggioda VonFrundsberg » 17/03/2017, 1:38

winny88 ha scritto:PS: Pheidole viserion è di fatto il nome davvero equivalente a "Vipera Piero", non Vipera walser. Ed è esattamente questo il motivo della non classicità (non "vecchio quanto la tassonomia") di quel nome che sto cercando di spiegarti.

E sul quale, mi trovi totalmente d'accordo...proprio perchè l'"effetto Vipera Piero" lo trovo terribile (a livello di gusti personali, beninteso) ;)
E' sulla nobiltà o meno del riferimento letterario o musicale che, come dicevo, non sono così restrittivo.
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Re: Formiche Drago?

Messaggioda entoK » 17/03/2017, 6:53

Semplicemente nessuno segue delle regole o un protocollo come si dovrebbe per non creare pasticci e confusione. Molto umano.. ormai il latino come lingua scientifica è purtroppo morto e se ne lamentava perfino un anglosassone quale Feynman a proposito della sciempiaggine di gluon e simili amenità... comunque drogon secondo me ha una chiara sonorità greca quindi se ben ricordo dovrebbe fare drogou! :D
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Re: Formiche Drago?

Messaggioda Antipodean » 17/03/2017, 8:46

EntoK, Ciao,

vorrei pero' dissentire sul fatto che il latino sia una lingua morta, che e' esattamente la scusa che tirano fuori gli anglosassoni. E' invece la lingua franca parlata in Vaticano per lo meno ufficialmente (che poi comunichino in inglese o francese o turcomanno sono affari loro) ed e' la lingua ufficiale della Santa Sede, non e' piu' il latino classico, ma sempre latino evolutosi nei secoli e' ... inoltre il latino classico non sappiamo davvero come fosse pronunciato e ci fidiamo di un filologo tedesco nazionalista a cui piaceva far suonare Caesar come Kaiser ... tempi sospetti motivazioni sospette ...
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Re: Formiche Drago?

Messaggioda entoK » 18/03/2017, 2:07

La santa sede non mi pare propriamente un'organizzazione scientifica, comunque sono d'accordo sia un peccato ma purtroppo è un dato di fatto altrimenti oggi non si scriverebbero le pubblicazioni in inglese. C'è da dire che come piccola rivincita l'inglese è una lingua talmente basilare che la terminologia tecnica è praticamente latina... anche se pronunciata con regole alfabetiche ad mincula che non sono mai riusciti ad imparare da quando stavano in casupole di torba e paglia. Devo dissentire sulla cosiddetta pronuncia restituta, certo è frutto di una ricostruzione filologica perché non abbiamo registrazioni, ma non è così campata per aria: ci sono degli studi dietro, ad esempio la C dura che citi è supportata per esempio dalla famosa trascrizione di un ciccirici per onomapeitizzare il canto del gallo e ci sono appunto commedie teatrali in cui compaiono personaggi come cicirrus parodia di quell'animale che danno appunto una conferma alla consonante dura. Purtroppo le lingue evolvono e non è facile tenere traccia del parlato.
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