Nome scientifico: Crematogaster scutellaris oppure Cremastogaster scutellaris

Tassonomia: Tribù: Crematogastrini; Genere: Cremastogaster; Sottogenere: Crematogaster

E’ presente in Italia con le specie: C. laestrygon (Sicilia), C. schmidti (nord est) e C. sordidula (Sicilia, aree mediterranee)

Distribuzione: Ampiamente diffusa in zone relativamente calde

Ginia: monoginica

Regina: 8-9 mm nera con capo rosso cupo.

Maschio: nero

Operaie: Monomorfe, 4-6 mm, nere con capo rosso; 2 spine propodeali rivolte verso l’addome; antenne a 11 segmenti con clava di 3; caratteristico addome a forma di cuore che viene puntato verso l’alto quando sono in allarme, per mostrare il pungiglione (cosa che in varie regioni ha meritato loro il soprannome di “rizzaculo”) che espelle una goccia di veleno repellente; hanno un morso tenace ma innocuo per l’uomo. Formano lunghe tracce di collegamento con le mandrie di afidi che allevano e proteggono. Rapida risposta di allarme e reclutamento.

Alimentazione: in natura ghiotta di sostanze zuccherine e insetti

Ideale in allevamento: soluzione di miele diluito in acqua, insetti come farfalle, bruchi, tuorlo d’uovo, sostanze proteiche in generale

Umidità: comune nelle zone mediterranee, si adatta anche in condizioni di ambiente freddo; preferibili nidi artificiali asciutti perché non ama l’umido eccessivo.

Temperatura: consigliabile, per lo sviluppo della covata, da 22 a 28° C.

Ibernazione: da novembre a febbraio va tenuta in luoghi freschi, fra i 5 e i 10°.

Nidificazione: nidifica preferibilmente nel legno, sotto le cortecce degli alberi, pietre in fessure dei muri, formando colonie popolose. E' facile rintracciare le regine e le colonie incipienti all'interno di galle di quercia, pioppo, e altre piante. Costruisce stanze di cartone masticato

Nidi artificiali consigliati: vetro, plastica, gesso con ampio spazio interstiziale antifuga, ma il miglior materiale per questa specie è il legno, sempre posto all'interno di teche con antifuga a tetto. Buca facilmente molti materiali grezzi.

Difficoltà: attenzione alle sue capacità di fuga, pare che sia in grado di forare ogni materiale su cui possa mettere le mandibole, insistendo con tenacia finché non si è creata un passaggio.

Potenzialmente, nell'estate successiva alla sciamatura, la colonia può crescere da 0 a diverse centinaia di individui. L'aumento delle operaie e della covata è esponenziale. Nonostante le dimensioni ridotte, prevedere la possibilità di espandere il primo nido in cui verrà ospitata dopo il trasferimento dalla provetta di fondazione.

Periodo di sciamatura: da fine agosto a ottobre, a seconda delle latitudini.

Longevità delle regine: 20 anni

Longevità delle operaie: 2 anni

Sviluppo: claustrale solitario, sciamando in autunno, la regina normalmente trascorre l’inverno in fase di stasi, anche se non è inusuale che deponga già in fase pre-letargica, se la stagione buona si protrae dalla sciamatura.

da uovo a larva: 10-12 giorni;

da larva a pupa: 10 giorni;

da pupa ad adulto: 10-15 giorni.

Le condizioni di sviluppo sono sempre soggette alle temperature del nido.

Curiosità: il nome Crematogaster era originariamente Cremastogaster (addome alzato), ma pare sia diventato com'è oggi per un banale errore di trascrizione all'origine. (Fonte: Fabrizio Rigato – Museo Storia Naturale di Milano)

Secondo altre fonti, "Crematogaster" significa "Gastro a forma di fiamma" (Grazie a Erreffe!) Bibliografia: Neptunalia di Serafino Teseo

foto: regina con la prima covata di Crematogaster scutellaris

Ultimo aggiornamento (Sabato 01 Novembre 2014 00:25)