Re: Formica sanguinea in Lombardia

Lo studio sul comportamento di questa specie è arrivato a un punto cruciale.
Non ho colonie vicino a me per poter osservare i movimenti in natura, così tutto quello che posso vedere è ciò che succede nel mio nido artificiale, e non mi basta.
Se avete seguito il diario sapete che già l'anno scorso avevo cercato di ricreare una situazione di razzia delle schiaviste, ma questo è fallito risolvendosi in una semplice e dispendiosa battaglia, tanto che avevo avuto dei dubbi sul normale comportamento di questa colonia.
Non mi piace dover sacrificare inutilmente molte operaie senza avere davvero la possibilità di studiare il comportamento completo delle loro razzie; le battaglie quando ci sono devono essere un effetto secondario, e devono evitare il più possibile le controindicazioni date dagli spazi ristretti delle colonie in cattività.
Parlando con Paolo (PomAnt) che aveva già condotto qualcosa di simile, avevo raccolto le sue considerazioni accurate e le sue teorie mi erano sembrate convincenti, ma siccome ho letto anche molte altre interpretazioni sul comportamento delle specie dulotiche, e soprattutto su F. sanguinea, ora posso affermare che le sue idee hanno trovato conferma nella mia esperienza.
So che pochissimi sul nostro forum hanno a disposizione colonie mature di formiche schiaviste, ma invito chi mai dovesse riuscirci e tentare un esperimento simile al mio, ad essere cauto e premurarsi di tenere sotto controllo costantemente le proprie colonie, non abbandonandole a sé stesse durante tutto il tempo necessario all'osservazione. Il prezzo da pagare altrimenti potrebbe essere alto.
Riassumendo, i miei sospetti erano che se, negli esperimenti di predazione precedenti, F. sanguinea non aveva portato a termine i suoi attacchi entrando nel nido nemico e rapendo bozzoli, la colpa era nella struttura del nido, che non riproduceva l'architettura naturale di un tipico nido di Serviformica: alcuni cunicoli brevi di accesso a stanze sotterranee dove viene tenuta a incubare la covata di bozzoli.
Il nuovo nido di F. cunicularia ha un accesso diretto alle stanze del formicaio, e non più un lungo tubo da percorrere prima di arrivarci. Una situazione che ricalca abbastanza fedelmente quello che si trova sul campo.
Nei giorni passati entrambe le colonie avevano raggiunto uno stadio di sviluppo impressionante, soprattutto F. sanguinea aveva una enorme covata a tutti gli stadi, e già qualche bozzolo stava schiudendo; avevo notato che da una decina di giorni gran parte delle operaie stavano in arena, apparentemente in attesa. Forse un sovraffollamento del nido? Ma ci sono ancora parecchie stanze abbastanza libere!
La popolazione si aggirava sulle 1000-1500 formiche, ma come sapete è difficile valutarle quando sono così tante, a volte si stima al ribasso, perché molte stanno nascoste o appese ai soffitti... Dopo il trasloco F. cunicularia contava non meno di 2000-2500 operaie e al momento della prova c'erano non meno di 300 bozzoli nel nido.
Ho deciso così che i tempi erano maturi ed era il momento di ritentare l'esperimento fallito dello scorso anno: collegate le due arene con un tubo di circa un metro, ho lasciato che le due colonie entrassero in contatto.
All'inizio sembrava che nessuna delle due parti volesse esplorare il nuovo collegamento, così mi sono rimesso a lavorare poco distante dai nidi.
Sono passati più di 30 minuti ed ho notato che un paio di sanguinea erano già andate a curiosare nell'arena avversaria. Questa è nettamente più grande della loro e avevano la possibilità di scorrazzare senza incontrare nemici perché a quell'ora (3 del pomeriggio) c'erano pochissime esploratrici in giro, essendoci poche risorse quel giorno all'esterno. Ho capito che erano entrate in collisione perché c'erano due masse di formiche brulicanti su qualcosa, ed erano due sanguinea, ma un altro paio si aggiravano indisturbate nell'arena.
Dopo circa 15 minuti le esploratrici sanguinea erano almeno 10, e le scaramucce erano relativamente limitate: una guerriera trascinava una serviformica attaccata a una zampa; un'altra si teneva per le mandibole col nemico, un'altra ancora girava ben lontano dall'entrata del nido. Un paio sembravano non saper rientrare dal collegamento comune... Così ho soprasseduto, anche perché nel metro di tubo non c'erano praticamente altre formiche.
Avrei dovuto fare caso all'agitazione presente nell'arena di sanguinea, che invece della solita immobilità delle truppe sembrava in fermento, con operaie arrampicate su tutti i vetri...
Ho ripreso a lavorare, e mezz'ora dopo sono andato a dare un'occhiata e... l'intera arena di F. cunicularia brulicava di sanguinea, mentre già alcune operaie uscivano dal nido sotterraneo con i bozzoli fra le mandibole! Ho subito illuminato la colonia sottostante e il panico era generale: centinaia di formiche fuggivano all'impazzata attraverso le gallerie, molte portando bozzoli e larve adulte; tutte le gallerie dei primi livelli erano invasi da sanguinea, che sembrava seguire i flussi delle formiche aggredite.
Qua e là scaramucce accese, cadaveri sparsi, raptiformica con i bozzoli in bocca che cercavano l'uscita. Il panico si spingeva fino ai piani più bassi, dove sembrava che il grosso della colonia cercasse di rifugiarsi in massa portando la covata...
Ho cercato di riprendere quello che potevo, e nel frattempo (con la mia macchinetta non si fa granché, ma spero che le immagini rendano il casino successo) cercavo di interpretare i vari comportamenti dei due eserciti.
L'impressione era che F. cunicularia non cercasse lo scontro diretto, ma solo di mettere in salvo la covata; a un certo punto centinaia di operaie hanno imboccato un tubo esterno che portava a gallerie che non avevano ancora usate per la covata e si sono rifugiate lì quasi in caduta libera portandosi dietro più bozzoli che potevano: in pochi minuti le stanze erano stipate di bozzoli.
Sopra erano evidenti gli scontri armati che sembravano dare i primi devastanti risultati: morti dappertutto, ammucchiati, sparsi, trascinati qua e là. Quasi sicuramente vittime dell'acido formico che sanguinea sembra usare in grande quantità. Dentro le gallerie è possibile che il panico fosse generato anche dagli speciali feromoni che sanguinea sembra avere (secondo alcuni) e che hanno quasi lo stesso effetto di quello di Polyergus, ma io non ho la possibilità di affermarlo o di misurarlo, quindi devo solo supporlo, perché F. cunicularia era ancora in numero schiacciante, ma non sembrava assolutamente in grado di organizzare una difesa coordinata, anche se qua e là molte formiche erano impegnate in duelli.
Così ho intuito che stavo assistendo a quello che Paolo mi aveva dato come sua interpretazione: sanguinea usa la pura forza fisica per sbaragliare le difese nemiche, penetra nel nido e crea il panico, ma diversamente da Polyergus non prende i bozzoli e fugge; come una donnola in un pollaio attacca tutto quello che trova, anche se una parte delle ladre si affretta a portare via i bozzoli, le altre restano sul terreno e combattono, ed è la fuga di Serviformica con la covata all'esterno che salva la colonia dalla possibile distruzione.
In natura è possibile che l'esercito si disperda: parte rientra al nido con il bottino, e allora le sue file si assottigliano e perde di aggressività; Serviformica è spesso 20 o 30 volte più numerosa e allora quelle che restano devono ritirarsi o rimanere e alla fine farsi uccidere, ma si fa plausibile anche un testo che diceva; "F. sanguinea rapisce la covata di Serviformica e ne distrugge il nido”. Se la colonia è piccola e non riesce a disperdersi non ha scampo. F. sanguinea è troppo forte e resistente nel corpo a corpo.
Durante tutta la predazione l'odore di acido formico era fortissimo e quando ho messo le mani nell'arena le formiche si attaccavano alle dita rilasciando gocce di acido in quantità maggiore anche di quando maneggio C. vagus, il che è tutto dire!!!!
A questo punto erano almeno 15 minuti che F. sanguinea imperversava nel nido, e alcune operaie erano giunte anche nelle gallerie più basse. Ai piani alti si stavano accumulando strati di cadaveri, ma all'esterno l'esercito aggressore era ancora sul piede di guerra e non sembrava intenzionato a ritirarsi. Avrebbe invaso fino all'ultima galleria e rubato sicuramente ogni bozzolo o larva che avesse trovato dopo aver sterminato la popolazione: ormai non avevo dubbi che ci sarebbe riuscito facilmente.
PomAnt aveva fatto lo stesso errore lasciando collegati i due nidi quando credeva che sanguinea si sarebbe accontentata di rubare un po' della covata nemica.
Ma in una situazione ristretta di cattività F. cunicularia non ha la possibilità di trovare scampo nella fuga.
Avevo visto abbastanza.
Ho chiuso così l'entrata diretta al nido in arena, intrappolando parecchie sanguinea di sotto, ma limitando l'accesso alle altre. Poi ho iniziato a "raccogliere con un pennello prima, con le mani poi, tutte le formiche che si arrampicavano sui vetri della teca. Quando raccogli in questo modo le formiche che salgono sui vetri, probabilmente si scatenano dei feromoni di reclutamento che richiamano sempre nuove formiche sul posto. In questo modo con veloci passate a dita aperte ho raccolto alcune centinaia di guerriere (non era difficile convincerle ad attaccarsi alle mie dita, attaccavano e mordevano tutto ciò che avevano a portata di mandibola), così ho sguarnito l'arena, poi ho bloccato l'accesso al tubo di collegamento, per non rischiare che oltre a quelle in ritirata coi bozzoli, altre ne rientrassero, e ho lavorato di fino per togliere più formiche possibile.
Alla fine ho tolto il tappo di accesso al nido.
Le sanguinea di sotto, senza la pressione dell'esercito alle spalle, hanno cominciato ad uscire e ritirarsi. Sembrava avessero meno velleità guerriere, trovandosi in numero nettamente inferiore, e hanno iniziato a disperdersi in arena, o ad accamparsi presso l'entrata del tubo da cui erano venute (sapevano bene da dove erano arrivate!). Ho sgomberato più formiche che potevo, lasciando a F. cunicularia il compito di fare piazza pulita. Per circa 24 ore la colonia è rimasta barricata nelle stanze dove era fuggita, poi, piano piano, ha ricominciato a trasportare la covata nelle vecchie stanze, ad accudirla, e a uscire all'esterno rassettando la ghiaia che sta intorno all'entrata.
La pace sembra ritornata. Mi aspetto che a breve inizi il trasporto dei cadaveri all'esterno (di solito ci mettono un paio di giorni a fare pulizia). F. sanguinea ha ripreso ad accudire la covata e a pattugliare l'arena. Credo che quelle bestie sanguinarie si siano divertite parecchio, io un po' meno. Credo che limiterò qualsiasi altro contatto tra le due specie a zero, e se avrò bisogno di bozzoli per le schiaviste cercherò di prelevarli io stesso dalla colonia.
Ho già visto tutto quello che dovevo vedere, e ho trovato conferma dei racconti di PomAnt. Sanguinea rimane una formica interessante, forte e laboriosa, ma è davvero spaventosamente aggressiva, e in cattività bisogna stare attenti con questi esperimenti. Il rischio è quello di perdere la colonia bersaglio. Resta da vedere il comportamento della seconda specie schiavista, Polyergus rufescens, ma per quanto possa essere una formica letale, credo che davvero la grande guerriera amazzone sia ben più capace di fare meno danni e limitarsi al furto e alla fuga. Chi glielo fa fare di distruggere il nido che dovrà ancora rapinare un domani?
Dovrò comunque aspettare l'estate piena, e che la colonia si riprenda dalla battaglia, prima di sottoporre ancora a simile stress la regina e le operaie. Ma non dubito che in un mese o due si riprenderà completamente: ho già visto di quanta prolificità ed efficienza lavorativa è capace F. cunicularia!
Ma ora so anche perché nelle zone dove ho rintracciato F. sanguinea, i suoi nidi sono enormi e non sembrano esserci colonie di serviformica vicine: queste formiche sono davvero spaventosamente battagliere, e sicuramente dominanti sul loro territorio, arrivando al punto di scacciare o distruggere tutte le formiche concorrenti!
Non ho colonie vicino a me per poter osservare i movimenti in natura, così tutto quello che posso vedere è ciò che succede nel mio nido artificiale, e non mi basta.
Se avete seguito il diario sapete che già l'anno scorso avevo cercato di ricreare una situazione di razzia delle schiaviste, ma questo è fallito risolvendosi in una semplice e dispendiosa battaglia, tanto che avevo avuto dei dubbi sul normale comportamento di questa colonia.
Non mi piace dover sacrificare inutilmente molte operaie senza avere davvero la possibilità di studiare il comportamento completo delle loro razzie; le battaglie quando ci sono devono essere un effetto secondario, e devono evitare il più possibile le controindicazioni date dagli spazi ristretti delle colonie in cattività.
Parlando con Paolo (PomAnt) che aveva già condotto qualcosa di simile, avevo raccolto le sue considerazioni accurate e le sue teorie mi erano sembrate convincenti, ma siccome ho letto anche molte altre interpretazioni sul comportamento delle specie dulotiche, e soprattutto su F. sanguinea, ora posso affermare che le sue idee hanno trovato conferma nella mia esperienza.
So che pochissimi sul nostro forum hanno a disposizione colonie mature di formiche schiaviste, ma invito chi mai dovesse riuscirci e tentare un esperimento simile al mio, ad essere cauto e premurarsi di tenere sotto controllo costantemente le proprie colonie, non abbandonandole a sé stesse durante tutto il tempo necessario all'osservazione. Il prezzo da pagare altrimenti potrebbe essere alto.
Riassumendo, i miei sospetti erano che se, negli esperimenti di predazione precedenti, F. sanguinea non aveva portato a termine i suoi attacchi entrando nel nido nemico e rapendo bozzoli, la colpa era nella struttura del nido, che non riproduceva l'architettura naturale di un tipico nido di Serviformica: alcuni cunicoli brevi di accesso a stanze sotterranee dove viene tenuta a incubare la covata di bozzoli.
Il nuovo nido di F. cunicularia ha un accesso diretto alle stanze del formicaio, e non più un lungo tubo da percorrere prima di arrivarci. Una situazione che ricalca abbastanza fedelmente quello che si trova sul campo.
Nei giorni passati entrambe le colonie avevano raggiunto uno stadio di sviluppo impressionante, soprattutto F. sanguinea aveva una enorme covata a tutti gli stadi, e già qualche bozzolo stava schiudendo; avevo notato che da una decina di giorni gran parte delle operaie stavano in arena, apparentemente in attesa. Forse un sovraffollamento del nido? Ma ci sono ancora parecchie stanze abbastanza libere!
La popolazione si aggirava sulle 1000-1500 formiche, ma come sapete è difficile valutarle quando sono così tante, a volte si stima al ribasso, perché molte stanno nascoste o appese ai soffitti... Dopo il trasloco F. cunicularia contava non meno di 2000-2500 operaie e al momento della prova c'erano non meno di 300 bozzoli nel nido.
Ho deciso così che i tempi erano maturi ed era il momento di ritentare l'esperimento fallito dello scorso anno: collegate le due arene con un tubo di circa un metro, ho lasciato che le due colonie entrassero in contatto.
All'inizio sembrava che nessuna delle due parti volesse esplorare il nuovo collegamento, così mi sono rimesso a lavorare poco distante dai nidi.
Sono passati più di 30 minuti ed ho notato che un paio di sanguinea erano già andate a curiosare nell'arena avversaria. Questa è nettamente più grande della loro e avevano la possibilità di scorrazzare senza incontrare nemici perché a quell'ora (3 del pomeriggio) c'erano pochissime esploratrici in giro, essendoci poche risorse quel giorno all'esterno. Ho capito che erano entrate in collisione perché c'erano due masse di formiche brulicanti su qualcosa, ed erano due sanguinea, ma un altro paio si aggiravano indisturbate nell'arena.
Dopo circa 15 minuti le esploratrici sanguinea erano almeno 10, e le scaramucce erano relativamente limitate: una guerriera trascinava una serviformica attaccata a una zampa; un'altra si teneva per le mandibole col nemico, un'altra ancora girava ben lontano dall'entrata del nido. Un paio sembravano non saper rientrare dal collegamento comune... Così ho soprasseduto, anche perché nel metro di tubo non c'erano praticamente altre formiche.
Avrei dovuto fare caso all'agitazione presente nell'arena di sanguinea, che invece della solita immobilità delle truppe sembrava in fermento, con operaie arrampicate su tutti i vetri...
Ho ripreso a lavorare, e mezz'ora dopo sono andato a dare un'occhiata e... l'intera arena di F. cunicularia brulicava di sanguinea, mentre già alcune operaie uscivano dal nido sotterraneo con i bozzoli fra le mandibole! Ho subito illuminato la colonia sottostante e il panico era generale: centinaia di formiche fuggivano all'impazzata attraverso le gallerie, molte portando bozzoli e larve adulte; tutte le gallerie dei primi livelli erano invasi da sanguinea, che sembrava seguire i flussi delle formiche aggredite.
Qua e là scaramucce accese, cadaveri sparsi, raptiformica con i bozzoli in bocca che cercavano l'uscita. Il panico si spingeva fino ai piani più bassi, dove sembrava che il grosso della colonia cercasse di rifugiarsi in massa portando la covata...
Ho cercato di riprendere quello che potevo, e nel frattempo (con la mia macchinetta non si fa granché, ma spero che le immagini rendano il casino successo) cercavo di interpretare i vari comportamenti dei due eserciti.
L'impressione era che F. cunicularia non cercasse lo scontro diretto, ma solo di mettere in salvo la covata; a un certo punto centinaia di operaie hanno imboccato un tubo esterno che portava a gallerie che non avevano ancora usate per la covata e si sono rifugiate lì quasi in caduta libera portandosi dietro più bozzoli che potevano: in pochi minuti le stanze erano stipate di bozzoli.
Sopra erano evidenti gli scontri armati che sembravano dare i primi devastanti risultati: morti dappertutto, ammucchiati, sparsi, trascinati qua e là. Quasi sicuramente vittime dell'acido formico che sanguinea sembra usare in grande quantità. Dentro le gallerie è possibile che il panico fosse generato anche dagli speciali feromoni che sanguinea sembra avere (secondo alcuni) e che hanno quasi lo stesso effetto di quello di Polyergus, ma io non ho la possibilità di affermarlo o di misurarlo, quindi devo solo supporlo, perché F. cunicularia era ancora in numero schiacciante, ma non sembrava assolutamente in grado di organizzare una difesa coordinata, anche se qua e là molte formiche erano impegnate in duelli.
Così ho intuito che stavo assistendo a quello che Paolo mi aveva dato come sua interpretazione: sanguinea usa la pura forza fisica per sbaragliare le difese nemiche, penetra nel nido e crea il panico, ma diversamente da Polyergus non prende i bozzoli e fugge; come una donnola in un pollaio attacca tutto quello che trova, anche se una parte delle ladre si affretta a portare via i bozzoli, le altre restano sul terreno e combattono, ed è la fuga di Serviformica con la covata all'esterno che salva la colonia dalla possibile distruzione.
In natura è possibile che l'esercito si disperda: parte rientra al nido con il bottino, e allora le sue file si assottigliano e perde di aggressività; Serviformica è spesso 20 o 30 volte più numerosa e allora quelle che restano devono ritirarsi o rimanere e alla fine farsi uccidere, ma si fa plausibile anche un testo che diceva; "F. sanguinea rapisce la covata di Serviformica e ne distrugge il nido”. Se la colonia è piccola e non riesce a disperdersi non ha scampo. F. sanguinea è troppo forte e resistente nel corpo a corpo.
Durante tutta la predazione l'odore di acido formico era fortissimo e quando ho messo le mani nell'arena le formiche si attaccavano alle dita rilasciando gocce di acido in quantità maggiore anche di quando maneggio C. vagus, il che è tutto dire!!!!
A questo punto erano almeno 15 minuti che F. sanguinea imperversava nel nido, e alcune operaie erano giunte anche nelle gallerie più basse. Ai piani alti si stavano accumulando strati di cadaveri, ma all'esterno l'esercito aggressore era ancora sul piede di guerra e non sembrava intenzionato a ritirarsi. Avrebbe invaso fino all'ultima galleria e rubato sicuramente ogni bozzolo o larva che avesse trovato dopo aver sterminato la popolazione: ormai non avevo dubbi che ci sarebbe riuscito facilmente.
PomAnt aveva fatto lo stesso errore lasciando collegati i due nidi quando credeva che sanguinea si sarebbe accontentata di rubare un po' della covata nemica.
Ma in una situazione ristretta di cattività F. cunicularia non ha la possibilità di trovare scampo nella fuga.
Avevo visto abbastanza.
Ho chiuso così l'entrata diretta al nido in arena, intrappolando parecchie sanguinea di sotto, ma limitando l'accesso alle altre. Poi ho iniziato a "raccogliere con un pennello prima, con le mani poi, tutte le formiche che si arrampicavano sui vetri della teca. Quando raccogli in questo modo le formiche che salgono sui vetri, probabilmente si scatenano dei feromoni di reclutamento che richiamano sempre nuove formiche sul posto. In questo modo con veloci passate a dita aperte ho raccolto alcune centinaia di guerriere (non era difficile convincerle ad attaccarsi alle mie dita, attaccavano e mordevano tutto ciò che avevano a portata di mandibola), così ho sguarnito l'arena, poi ho bloccato l'accesso al tubo di collegamento, per non rischiare che oltre a quelle in ritirata coi bozzoli, altre ne rientrassero, e ho lavorato di fino per togliere più formiche possibile.
Alla fine ho tolto il tappo di accesso al nido.
Le sanguinea di sotto, senza la pressione dell'esercito alle spalle, hanno cominciato ad uscire e ritirarsi. Sembrava avessero meno velleità guerriere, trovandosi in numero nettamente inferiore, e hanno iniziato a disperdersi in arena, o ad accamparsi presso l'entrata del tubo da cui erano venute (sapevano bene da dove erano arrivate!). Ho sgomberato più formiche che potevo, lasciando a F. cunicularia il compito di fare piazza pulita. Per circa 24 ore la colonia è rimasta barricata nelle stanze dove era fuggita, poi, piano piano, ha ricominciato a trasportare la covata nelle vecchie stanze, ad accudirla, e a uscire all'esterno rassettando la ghiaia che sta intorno all'entrata.
La pace sembra ritornata. Mi aspetto che a breve inizi il trasporto dei cadaveri all'esterno (di solito ci mettono un paio di giorni a fare pulizia). F. sanguinea ha ripreso ad accudire la covata e a pattugliare l'arena. Credo che quelle bestie sanguinarie si siano divertite parecchio, io un po' meno. Credo che limiterò qualsiasi altro contatto tra le due specie a zero, e se avrò bisogno di bozzoli per le schiaviste cercherò di prelevarli io stesso dalla colonia.
Ho già visto tutto quello che dovevo vedere, e ho trovato conferma dei racconti di PomAnt. Sanguinea rimane una formica interessante, forte e laboriosa, ma è davvero spaventosamente aggressiva, e in cattività bisogna stare attenti con questi esperimenti. Il rischio è quello di perdere la colonia bersaglio. Resta da vedere il comportamento della seconda specie schiavista, Polyergus rufescens, ma per quanto possa essere una formica letale, credo che davvero la grande guerriera amazzone sia ben più capace di fare meno danni e limitarsi al furto e alla fuga. Chi glielo fa fare di distruggere il nido che dovrà ancora rapinare un domani?
Dovrò comunque aspettare l'estate piena, e che la colonia si riprenda dalla battaglia, prima di sottoporre ancora a simile stress la regina e le operaie. Ma non dubito che in un mese o due si riprenderà completamente: ho già visto di quanta prolificità ed efficienza lavorativa è capace F. cunicularia!
Ma ora so anche perché nelle zone dove ho rintracciato F. sanguinea, i suoi nidi sono enormi e non sembrano esserci colonie di serviformica vicine: queste formiche sono davvero spaventosamente battagliere, e sicuramente dominanti sul loro territorio, arrivando al punto di scacciare o distruggere tutte le formiche concorrenti!