Dopo una estate di sbalzi termici, in cui la colonia ha sempre soggiornato sul solito davanzale, è il momento di tirare le somme e verificare lo stato del mio nido più grande.
Un nuovo anno di lezioni scolastiche attende la colonia, e la visibilità interna deve essere sempre al meglio.
Da tempo la struttura comincia a mostrare i segni di una usura che non ammette riparazioni approssimative, sembra venuto il momento di operare il cambio di nido che nessuno vorrebbe augurarsi: spostare circa 8-10.000 formiche in una nuova abitazione.
Per le mie esperienze col gasbeton e con le colonie di
Messor, due anni possono essere il limite massimo oltre cui non si può andare, se non sacrificando la visibilità e ricorrendo continuamente a “toppe” per contenere gli eventuali scavi delle ospiti.
L'unica soluzione alle evasioni è schermare le facciate con plexigals (come con
Camponotus vagus), ma il problema dello sporco non si risolve, e questa specie è particolarmente abile a produrre rifiuti che fanno presto a oscurare e sporcare le vetrate.
Una soluzione temporanea potrebbe essere semplicemente sostituire il vetro con una tecnica a scorrimento, ma l'operazione non può risultare perfetta per il trascinamento di sporchi vari ammassati nelle stanze, e va fatta con grande attenzione.
Può quindi solo posticipare il trasloco che prima o poi dovrà avvenire.
La creazione di grandi nidi in gasbeton si arricchisce ogni volta di nuovi accorgimenti che ne migliorano l'ospitalità, la visione e la durata; ognuno dei più esperti unisce idee proprie a quelle "copiate” da altri e così ad ogni modello si migliora anche la tecnica pura di scavo del materiale.
E' per questo che sono un sostenitore dei nidi di accrescimento, che oltre a una ragione di tipo pratico, permettono all'allevatore di passare attraverso diverse esperienze di costruzione, sviluppando gli accorgimenti che migliorano ogni volta la vivibilità dei nidi.
Chi ha costruito al primo tentativo, anche con con grande perizia, giganteschi nidi inamovibili, si trova ad aver a che fare con una serie di problemi a cui non aveva pensato in prima battuta, e il suo lavoro, magari esteticamente bellissimo, rischia di dover essere sostituito ugualmente a breve, o deve sacrificare l'estetica esterna a una pessima visione interna.
Spero di sbagliare nei miei giudizi. Mi auguro che le migliori intenzioni abbiano dato ottimi frutti a chi ha fatto questa scelta.
Io la chiamo simpaticamente "smania da brico”, quando ci si concentra maggiormente sulla costruzione del formicaio e ancora non si ha nemmeno in mano una colonia cresciuta, non conoscendone quindi i limiti oggettivi.
Così con Luca Bosetti ci stiamo confrontando anche sulla colorazione interna delle gallerie, che può essere realizzata in vari modi, ma che deve ancora essere messa alla prova al 100%.
Alcune osservazioni infatti sembrano confermare che dove il gasbeton è verniciato (noi stiamo usando diversi tipi di acrilico) le formiche non scavano volentieri.
Ve lo diremo fra un paio di anni, o magari anche meno.
Per ora la cosa certa è che il gusto estetico, la visibilità interna e la circolazione di umidità nel nido risultano ottimi e non sembrano creare problemi alle colonie con cui l'abbiamo provato.
Così il nuovo nido gigante (relativamente allo spazio disponibile, e al taglio-base del materiale in vendita) è un blocco da 62cm x 25 x 10 di spessore. Ottima stabilità: il materiale è molto pesante, non so se la mescola usata per le colate cambi nel tempo, ma l'impressione è che pesi più dei materiali precedenti, ma forse è solo lo spessore.
Dopo lo scavo, che ho cercato di migliorare creando cunicoli remificati che interrompessero la rigidità delle numerose stanze sovrapposte (come sapete io non sacrifico un cm di spazio a muri spessi senza impiego), creando un sistema di gallerie e camere ben distribuite.
Le stanze non superano in profondità i 2-3 cm. So fin troppo bene come si nascondono abilmente sui soffitti in ogni angolo nascosto le mie inquiline!
Questa volta ho deciso di eliminare i tubi esterni "volanti”, che rendono antiestetico e rischioso da spostare (e stipare in auto) il tutto; l'uscita in arena è diretta dal centro del soffitto del nido, mentre l'uscita di sicurezza, nonché collegamento col vecchio nido, è in alto su uno dei lati.
Ho verniciato la struttura esterna sui 3 lati verticali con spray acrilico della Duplicolor, con un marrone abbastanza scuro. Di contrasto, le gallerie interne saranno in color ocra, gli unici colori disponibili che abbiamo trovato.
Per quanto "rosso”, il colore interno non nasconde la presenza delle formiche e migliora la visibilità di qualsiasi covata; certo chi volesse usare queste tonalità con Myrmica rubra dovrebbe prima fare delle prove!
- Il nuovo nido in veste pulita e ancora senza abitanti
Il trasloco si è svolto con il solito sistema del riscaldamento del nido nuovo, tenuto in casa con un tappetino termico, mentre il vecchio nido era sul davanzale esterno collegato con un tubo di poco meno di 2 m. La colonia ha iniziato a traslocare nel giro di una notte, portando subito la covata al caldo e poi trasportando anche le riserve di semi. Ci sono voluti 2 giorni prima che vedessi la regina trasferirsi, siglando la fine della parte più importante dell'operazione.
Come al solito, nonostante l'intervento di molte operaie più lungimiranti che si attivavano per il trasporto mutuale delle compagne, nel vecchio nido rimanevano numerose formiche che non ne volevano saperne di trasferirsi.
L'esperienza mi ha insegnato a diffidare della vista, infatti le formiche rimaste alla fine erano almeno un migliaio.
Ho forzato il più possibile il trasferimento spontaneo, spostando la struttura in una contenitore e iniziando a riempire lo spazio con acqua fredda. Man mano che il livello si alzava (due giorni di tempo) le recalcitranti si spostavano sempre più in alto, verso il passaggio con il nido nuovo, ma nonostante questo, ancor oggi giorno era evidente che nonostante il disagio del freddo e dell'umidità crescente, le truppe di retroguardia non ne volevano sapere. Le formiche non si spostavano nemmeno in presenza dell'acqua che invadeva le stanze, rifugiandosi sui soffitti piuttosto che andare nelle camere dell'ultimo piano.
Siccome le gallerie non erano strutturate con uscite comunicanti ovunque, l'alternativa era annegarle comunque sul posto o tentare l'apertura del nido e recuperare il recuperabile, per non protrarre l'operazione per altre giornate a spostare secchi d'acqua!
Così, dopo aver disturbato con vibrazioni il più possibile la popolazione (ma senza grandi risultati), ho aperto la vetrata, salvato un certo quantitativo di operaie, e poi lavato la struttura con acqua calda.
Non so il motivo, ma l'acqua calda da rubinetto (molto calda ma non bollente!) uccide praticamente subito le formiche, evitando una lunga agonia nell'acqua fredda. A chi si possa rammaricare della strage, visto che ho fatto fuori in 5 minuti circa un migliaio di formiche, posso rispondere che la mancanza di selezione naturale nelle arene protette e senza nemici, crea comunque uno squilibrio che causa sovrappopolazione e altri tipi di problemi.
Un ricambio e uno sfoltimento delle grandi colonie sono purtroppo necessarie anche per tenere le condizioni di vivibilità dei nidi nei limiti accettabili, inoltre favorisce il ricambio generazionale.
- Trasloco terminato. La colonia sta ancora ammassata in punti critici, ma poi si aprirà nelle gallerie secondarie.
- Ottima visibilità anche col fondo "rosso”. vedremo per quanto rimarrà così!!!
A conti fatti il trasferimento è andato bene.
La vecchia struttura, che pensavo di recuperare, per ora presenta danni notevoli, che mi costringerebbero a sigillare con gesso o cemento falle e rotture. Vale la pena?
Ci penserò, si fa sempre in tempo a buttarla, ma per ora il lavoro di riparazione sembra non compensare un eventuale scavo di un nido nuovo.
Il vetro appare incrostato in alcuni punti di calcare. Un vetraio mi ha detto che non c'è una soluzione finale al problema, e che i calcari su vetro non si levano facilmente; resta comunque una vetrata considerevole e ben riutilizzabile.
- Le condizioni delle stanze nel vecchio nido dopo che le ho svuotate e ben lavate.
- La falla scavata in un anno dalle formiche, che è per mia esperienza, per ora, sempre nella parte laterale bassa del nido.
La colonia ora è bene sistemata: ci sono grandissime quantità di larve appena schiuse, e ancora ampi spazi vivibili. Le formiche sono incalcolabili come al solito, si può solo fare una stima approssimativa di qualche migliaio, ma il fatto che stiano volentieri appese ai soffitti, e il polimorfismo della specie, rendono i calcoli difficili, e ormai ho rinunciato a fare valutazioni accurate. La mia intenzione è di dare alla colonia un paio di mesi di stop al culmine dell'inverno, a seconda di come si svilupperà la covata odierna, per non danneggiarla.
Operazione conclusa!
- Diverse stanze sono tappezzate da un pavimento di larve al primo stadio. Sono solo in dubbio se mandare la colonia in letargo o lasciarle già sviluppare...