Progetto e messa in opera del nuovo nido per Messor capitatus.Negli ultimi mesi del 2011 le operaie del Grande Nido hanno messo in atto un attacco diretto alla struttura. Il mio sospetto è che le formiche siano stimolate a scavare dove sentono più umido, e che si concentrino soprattutto dove è per loro più logico scavare: quindi in basso e sfruttando le estremità ad angolo. E' molto più difficile che si mettano a scavare a caso in una superficie piatta senza riferimenti. Per la seconda volta da che uso il gasbeton, lo scavo avviene in questi punti.
Il prossimo nido deve quindi risolvere il più possibile questo rischio per durare più a lungo, e deve essere più grande per rendere inutile il bisogno di ingrandirsi. Ovvio che non posso comunque dare loro quello che si aspettano! Un nido di Messor può essere naturalmente molto esteso e scendere per metri in profondità! Io poi devo poter sempre spostare il mio nido, quindi ho delle limitazioni.
Ho così scavato un blocco da 60 cm x 25, lasciando questa volta più spazio in basso, avendo l'accortezza di "svasare” il disegno delle gallerie negli angoli inferiori. Le pareti delle stanze perimetrali sono state levigate con una piccola mola che rende più difficile individuare punti deboli a cui attaccarsi con le tenaglie. Negli angoli stremi non ci saranno stanze. ma solo gallerie di collegamento.
Le stanze non saranno molto profonde; il nido precedente raggiungeva anche i 3 cm di profondità, ma spesso le formiche sparivano in un ammasso nero sul fondo. Qui la profondità non deve superare i 2 cm, ma per recuperare spazio vivibile limiterò al massimo gli spessori inutili. Piuttosto cercherò di creare un disegno intricato che costringa la popolazione a percorrere più strada possibile interna. Quindi la disposizione non potrà essere molto fantasiosa e naturale, piuttosto sarà l'effetto labirinto e la differenza dimensionale delle singole stanze a creare un effetto più naturale possibile (compatibilmente col materiale usato!).
Non posso colorare il disegno interno: ho sempre timore che il colore a contatto possa infastidire le formiche o la covata, inoltre, se non si azzecca il colore giusto, la visibilità di operaie o covata è compromessa. Non è facile azzeccare il colore giusto e distribuirlo decentemente su una superficie rugosa e piena di anfratti: occorrerebbe un attrezzatura a spruzzo, e un lavoro che non posso permettermi, senza garanzie di risultati.
A chi volesse invece seguire questa possibilità consiglio di spruzzare con areografo a colore chiaro la struttura interna, per poi ricoprire con colore alternativo la sezione esterna. L'effetto sarebbe sia naturale che efficace.
Perché colorare il gasbeton? Qualcuno penserà che se comunque le gallerie restano bianche, l'unico effetto che si guadagna è quello di contrasto... In realtà la superficie interna cambia presto colore, soprattutto nel caso delle
Messor, che tendono a sporcare tutto quello che toccano. Inoltre l'impatto globale visivo è meno diretto che con il materiale grezzo. Le gallerie chiare risaltano sullo scuro e le formiche sono ben visibili sul chiaro; inoltre le larve e le uova risultano ugualmente spiccare, spesso appese o accumulate sul pavimento.
Userò il sistema di umidificazione a bacinella: per un nido di queste dimensioni lo ritengo il più sicuro da controllare. Per far stare il blocco in una bacinella e contemporaneamente avere il nido più grande possibile ho inciso il piede a T, che permetterà all'umido di raggiungere i piani bassi, ma non permetterà all'acqua di risalire fino alle stanze basse direttamente.
Questa forma dovrà essere accompagnata da un vetro tagliato ad angolo mozzo in basso. Due viti laterali non consentiranno al vetro di scorrere verso il basso nonostante il suo peso, quando il nido viene sollevato e trasportato.
Ho tracciato il disegno iniziale posizionando solo le stanze, che saranno circa 80. In seguito le ho tracciate con il trapano a punta fine, e ho usato una punta più larga per ricavare le stanze vere e proprie. Quando ho ottenuto la posizione definitiva delle stanze ho progettato i collegamenti ad arte, cercando un disegno più intricato ma funzionale possibile: le formiche devono poter gestire covata e granai al meglio, senza avere però la possibilità di passare da una stanza all'altra in ogni punto. L'alternanza stanze piccole-stanze grandi è stata pensata non solo per estetica visiva, ma anche per funzionalità: le più profonde al centro, le meno in basso, per limitare ulteriormente la possibilità alle formiche di nascondersi alla vista.
Nelle stanze più alte ho messo in opera il sistema collaudato a mensole interne più corte che aumenta le superfici d'appoggio senza compromettere la vista. E' un lavoro che va fatto con la punta adatta, non troppo grande né piccola, perché è facile danneggiare le strutture sottili più delicate, basta una vibrazione in più, una punta che sfugge al controllo... e si fa saltare la mensolina!
Poi ho piallato con la fresina il perimetro estremo interno.
E' seguita la colorazione con tempera acrilica, già sperimentata.
Lasciato asciugare il colore ho fissato il vetro con appositi tasselli angolari avvitati. Come sempre, i lati e il retro non verranno colorati per permettere sempre di percepire lo stato di umidificazione del materiale, dato che un alone più scuro si manifesta dove l'acqua è arrivata a saturare il bitume cellulare. Un altro guaio del gasbeton è che si danneggia facilmente; così ho applicato dei listelli su tutti gli angoli possibili per proteggerlo dagli urti.
Le uscite saranno 2: una all'arena e una di scorta a cui applicherò una provetta a scopo serbatoio d'acqua.
Riadatterò l'arena dell'anno scorso, almeno finché non potrò costruirne una ancora più grande, ma sempre proporzionata al nido sottostante.
Qui viene il bello: il
TRASLOCO.
Se non avete mai provato a far cambiare casa a 10.000 formiche leggermente isteriche, non potete capire, magari solo immaginare. Faccio questo lavoro in casa, non posso permettermi che facciano i comodi loro!
Purtroppo ho messo in atto il trasloco quando le temperature erano già risalite di molti gradi: se l'avessi fatto nei giorni di freddo russo scorsi, le formiche si sarebbero prestate meglio all'operazione! Ora in casa ho circa 18-20 gradi, e il riscaldamento del nido nuovo è meno incisivo sul loro umore; in ogni caso escludo l'arena e la pulisco; la collego al nuovo nido; collego in vecchio nido al nuovo, posizionato a contatto col termosifone, inoltre appoggio al vetro un cavetto riscaldante protetto da lastra metallica per diffondere ulteriormente il calore.
In 5-6 giorni ottengo il trasferimento della regina (covata e parte della popolazione si sono trasferiti in 2-4 giorni), dopo di che c'è la stasi. Nonostante disturbi il vecchio nido in molti modo (acqua, vibrazioni, ecc.) restano sempre una grande quantità di formiche nel nido vecchio. Scelgo allora la tecnica già sperimentata con
Formica cunicolaria, come male minore.
Dopo aver scacciato a scossoni la maggior parte di formiche possibile attraverso il collegamento, chiudo il passaggio. Segue: apertura del vetro del vecchio nido nella vasca da bagno (...), lavaggio a doccia ad alta pressione e conseguente annegamento delle formiche rimaste nelle gallerie, cercando di spingerle a cadere fuori, nella vasca. Ripescaggio con retino di tutte le formiche APPARENTEMENTE annegate (ottimo anche un colino!), e accumulo di cadaveri in vaso alternativo spalmato di borotalco sui bordi alti.
La doccia forzata si ripete più volte.
Ci vogliono 3 ore per rimuovere e raccogliere circa 1000-1500 formiche rimaste (ma chi le ha contate?) usando tutte le tecniche possibili, dall'aspiratore al pennellino alle mani nude. Lascio il nido immerso in acqua nella vasca. L'indomani mattina asciugo il nido. Due giorni dopo, ne escono ancora alcune formiche vive, sfuggite al rastrellamento!
Tutte le formiche annegate, anche dopo mezz'ora di immersione, e gettate nel contenitore, o direttamente in arena, si sono riprese perfettamente.
La colonia è sistemata al meglio ora. Spero di non dover ripetere più per almeno due anni questa operazione, ma chi lo dice alle maledette?
PS: quello sopra è il piccolo nido di
Messor barbarus di un anno circa di vita.
Allego per vostra conoscenza, una foto delle condizioni delle gallerie del vecchio nido all'uscita dall'inverno. Vi renderete conto che il nido non poteva reggere ancora in queste condizioni!