Cronaca di una colonia di Messor barbarus da Entomodena
Inviato: 27/05/2011, 0:04
Vorrei aggiornare, anche se i tempi sono precoci, un piccolo diario sull'allevamento della mia colonia di M. barbarus, acquistata a Entomodena questa primavera.
Il mio obiettivo non vuole essere prevaricante: altri sono nelle mie stesse condizioni, ma forse pochi del nostro forum hanno avuto l'occasione di veder crescere la propria colonia di Messor da zero a 10.000 in circa 5-6 anni di osservazioni costanti.
Mi riferisco ovviamente all'altra mia colonia, quella di M. capitatus, che molti hanno già avuto modo di leggere sul post dedicato (http://www.formicarium.it/forum/viewtop ... f=13&t=331).
Cercherò di fare dei paragoni di crescita e comportamento, anche se la prima fase della fondazione di M. capitatus è stata per me ben poco visibile, in un vasetto di terra...
Però ho l'occasione di fare raffronti sostanzialmente esatti, e questo potrebbe essere utile un domani per chi si avventura sulla via dello studio delle Messor, nonché fornire una base di confronto anche con gli altri che hanno preso questa specie nella stessa occasione.
Come forse già sapete, in Italia M. barbarus è localizzata solo nell'areale ligure ovest, quindi è una specie abbastanza rara da noi, ma è molto gettonata fra gli allevatori per la sua bellezza e la facilità oggettiva di mantenimento.
La regina, all'acquisto (3 euro, la prima formica per cui abbia mai pagato, ma era troppo bella e non ho resistito alla tentazione) era sicuramente di origine spagnola, e possedeva già alcune larve e qualche pupa.
Il 25 aprile la colonia aveva le prime 4 operaie, come da manuale: piccole e timide.
In questa fase le mantenevo chiuse nella provetta, fornendo alla regina, appena schiuse, un minuscolo ragno morto, che si è affrettata a divorare. Le operaie e le larve non avevano a questo stadio ancora avuto modo di prendere alimenti esterni, e volevo evitare il rischio di veder divorare alcune delle uova già deposte in seconda fase.
Successivamente ho notato (alcuni giorni) che le operaie si accanivano contro lo sbarramento di cotone, quindi ho offerto loro la possibilità di uscire in un'arena semplice e spoglia: una scatola Ferrero Rocher cosparsa di sabbia a grana grossa, e qualche ciottolo, nella quale ho sparso, come avevo già fatto con capitatus, semi di tarassaco e di lattuga, che le operaie hanno subito riportato nel loro ipotetico nido, la cui entrata viene regolarmente barricata con detriti vari.
Il 17 maggio, in considerazione di un aumento graduale di presenza delle operaie (ho potuto osservare una di queste reggere un seme di tarassaco presso il cotone umido, mentre la regina sembrava intervenire per sbriciolarlo, come in una azione ben concertata), e per spingere la regina a una nuova deposizione più coraggiosa, ho messo all'imbocco della provetta un grillo morto di dimensioni pari, o forse più grande, della regina stessa.
La reazione è stata notevole: la regina si è lanciata sul grillo con atteggiamento rapace, come per rivendicarne il possesso nei confronti delle operaie, che sembravano circolare con minore aggressività verso la preda. Non c'è stata ovviamente nessuna manifestazione ulteriore di possesso, ma la mattina dopo il grillo era completamente scomparso.
Credo che a questo punto sia bene tener presente che l'apporto proteico animale è molto utile come integrazione anche per questa specie considerata essenzialmente granivora.
La stessa esperienza potrebbe essere valida con M. capitatus, dato che io anche in quel caso avevo fornito alle operaie zanzare, una mosca e anche minuscole schegge di prosciutto cotto.
In questo momento (26 maggio) sono presenti nella provetta-nido una decina di operaie, di cui una prima nata di taglia decisamente più robusta delle altre. Questa sta ancora pigmentando, e probabilmente sarà tutta nera come le altre minor, ma in fase giovanile (a due giorni dai primi movimenti) il suo capo è ancora decisamente giallo pallido.
Quindi già alla seconda "generazione” si può registrare una crescita indicativa delle operaie.
Il mio obiettivo non vuole essere prevaricante: altri sono nelle mie stesse condizioni, ma forse pochi del nostro forum hanno avuto l'occasione di veder crescere la propria colonia di Messor da zero a 10.000 in circa 5-6 anni di osservazioni costanti.
Mi riferisco ovviamente all'altra mia colonia, quella di M. capitatus, che molti hanno già avuto modo di leggere sul post dedicato (http://www.formicarium.it/forum/viewtop ... f=13&t=331).
Cercherò di fare dei paragoni di crescita e comportamento, anche se la prima fase della fondazione di M. capitatus è stata per me ben poco visibile, in un vasetto di terra...
Però ho l'occasione di fare raffronti sostanzialmente esatti, e questo potrebbe essere utile un domani per chi si avventura sulla via dello studio delle Messor, nonché fornire una base di confronto anche con gli altri che hanno preso questa specie nella stessa occasione.
Come forse già sapete, in Italia M. barbarus è localizzata solo nell'areale ligure ovest, quindi è una specie abbastanza rara da noi, ma è molto gettonata fra gli allevatori per la sua bellezza e la facilità oggettiva di mantenimento.
La regina, all'acquisto (3 euro, la prima formica per cui abbia mai pagato, ma era troppo bella e non ho resistito alla tentazione) era sicuramente di origine spagnola, e possedeva già alcune larve e qualche pupa.
Il 25 aprile la colonia aveva le prime 4 operaie, come da manuale: piccole e timide.
In questa fase le mantenevo chiuse nella provetta, fornendo alla regina, appena schiuse, un minuscolo ragno morto, che si è affrettata a divorare. Le operaie e le larve non avevano a questo stadio ancora avuto modo di prendere alimenti esterni, e volevo evitare il rischio di veder divorare alcune delle uova già deposte in seconda fase.
Successivamente ho notato (alcuni giorni) che le operaie si accanivano contro lo sbarramento di cotone, quindi ho offerto loro la possibilità di uscire in un'arena semplice e spoglia: una scatola Ferrero Rocher cosparsa di sabbia a grana grossa, e qualche ciottolo, nella quale ho sparso, come avevo già fatto con capitatus, semi di tarassaco e di lattuga, che le operaie hanno subito riportato nel loro ipotetico nido, la cui entrata viene regolarmente barricata con detriti vari.
Il 17 maggio, in considerazione di un aumento graduale di presenza delle operaie (ho potuto osservare una di queste reggere un seme di tarassaco presso il cotone umido, mentre la regina sembrava intervenire per sbriciolarlo, come in una azione ben concertata), e per spingere la regina a una nuova deposizione più coraggiosa, ho messo all'imbocco della provetta un grillo morto di dimensioni pari, o forse più grande, della regina stessa.
La reazione è stata notevole: la regina si è lanciata sul grillo con atteggiamento rapace, come per rivendicarne il possesso nei confronti delle operaie, che sembravano circolare con minore aggressività verso la preda. Non c'è stata ovviamente nessuna manifestazione ulteriore di possesso, ma la mattina dopo il grillo era completamente scomparso.
Credo che a questo punto sia bene tener presente che l'apporto proteico animale è molto utile come integrazione anche per questa specie considerata essenzialmente granivora.
La stessa esperienza potrebbe essere valida con M. capitatus, dato che io anche in quel caso avevo fornito alle operaie zanzare, una mosca e anche minuscole schegge di prosciutto cotto.
In questo momento (26 maggio) sono presenti nella provetta-nido una decina di operaie, di cui una prima nata di taglia decisamente più robusta delle altre. Questa sta ancora pigmentando, e probabilmente sarà tutta nera come le altre minor, ma in fase giovanile (a due giorni dai primi movimenti) il suo capo è ancora decisamente giallo pallido.
Quindi già alla seconda "generazione” si può registrare una crescita indicativa delle operaie.