Perdona le esclamazioni, ma mi sembrava importante far desistere da incauti esperimenti pericolosi.
Gli acari li uccidi sicuramente,

il problema è assieme a qualsiasi altra cosa!

Quindi stai molto attento che né te né le formiche veniate irradiati, in ogni caso io ti sconsiglio vivamente di sperimentare con questi metodi vista la pericolosità!
Attento non è che inattivano la riproduzione degli acari: INATTIVANO LA RIPRODUZIONE CELLULARE perché essendo radiazioni ionizzanti danneggiano il DNA e molte altre molecole biologiche. Quindi se l'esposizione è limitata un organismo può anche riprendersi con meccanismi enzimatici di riparazione, ma alla lunga no. In un organismo superiore i danni coivolgerebbero i tessuti superficiali (in noi il derma) fin dove le radiazioni penetrano causando bruciature (come le scottature solari ma più profonde) o possibilità di svilluppare melanomi (in noi esseri dalla vita relativamente lunga), quindi non fanno sicuramente bene alla sopravvivenza di qualsiasi forma di vita superiore, mica solo per gli unicellulari.
D'altronde non mi stupirei troppo che qualcosa che sia dannoso per un acaro, non lo sia anche per un qualsiasi altro artropode come un insetto.
Poi il fatto che addirittura si usino gli UVC per sterilizzare,

già dovrebbe farti pensare che sono radiazioni pericolose per qualsiasi forma di vita, se arrivano a sterminare perfino gran parte dei batteri che sono tra gli esseri più resistenti in condizioni di vita estreme! O no?

Non è un caso che la vita sulla Terra si sviluppò con la protezione dei mari e non prolificò sulle terre emerse per qualche miliardo di anni: cioè fino a che non ci fu abbastanza ossigeno da poter formare uno strato di ozono persistente, che filtrasse l'arrivo di quella parte di spettro anche sulle terre.

Qua sopra puoi vedere lo spettro emesso dal sole (area gialla) e la parte che riesce a filtrare sulla terra a livello del mare (area rossa). Se ci fai caso di UVC non arriva praticamente nulla, perché la finestra si apre giusto a 280nm, ma persino di UVB e UVA arriva molto poco: perché buona parte di quelle radiazioni sono assorbite dall'ozono (come indicato in figura dal simbolo chimico; puoi notare che altre sostanze nell'atmosfera assorbono parecchie parti di spettro IR sono i gas serra naturali: acqua e anidride carbonica).
Quindi se 2+2 fa 4

direi che, se le forme di vita si sono sviluppate in assenza di radiazioni ionizzanti come quelle, non mi aspetterei che si siano evolute con dei meccanismi di difesa che le permettano di sopravvivere ai danni che causano (esistono ovviamente eccezioni come
Deinococcus radiodurans, ma non è certo la norma dell'adattamento evolutivo). Non a caso pure noi abbiamo sviluppato meccanismi di difesa anche per il resto dello spettro UV meno energetico, ma comunque con effetti ionizzanti: la melanina ne è un esempio, cioè il fatto che ci abbronziamo quando l'esposizione di UVA/UVB è sufficientemente forte da provocare danni.