La zattera di salvataggio fatta di formiche

Condivido questo interessante articolo tratto dal sito NationalGeographic nel quale viene osservato un caratteristico fenomeno. Fenomeno che avviene in particolari condizioni climatiche. Le protagoniste, in questo caso sono le così dette Fire ants o scientificamente Solenopsis invicta.
Quella di costruire zattere ammassandosi una sull'altra è una strategia di salvataggio messa in atto da molte specie di formiche, e non è nuova agli scienziati. Il video mostra come una colonia della specie Solenopsis invicta, o formica di fuoco, si salva dall'esondazione di un fiume. (Vedi anche la fotogalleria La zattera di salvataggio fatta di formiche)
Finora però si sapeva ben poco riguardo alle decisioni che precedono la costruzione della zattera, e al rapporto tra i costi e i benefici del comportamento.
Un nuovo studio pubblicato su PloS ONE ha mostrato che le formiche della specie Formica selysi, che vivono nelle piane alluvionali svizzere, lavorano insieme per proteggere la regina dall'acqua. Posizionano infatti le larve, le pupe e le operaie alla base della zattera per poi issare la regina al centro, per ripararla dall'acqua e dagli altri potenziali pericoli.
All'inizio gli scienziati sono rimasti perplessi da questa strategia, perché la parte inferiore della zattera era facilmente attaccabile dai pesci e poteva essere portata via dalla corrente. “Ci aspettavamo che le colonie proteggessero la regina e i giovani, i membri più preziosi”, spiega il leader dello studio Jessica Purcell, ecologa dell'Università di Losanna. La risposta è più semplice del previsto: le formiche giovani sono più efficienti (e resistenti) di quelle più anziane, ed è perciò meno probabile che muoiano se vengono usate come “galleggianti”.
La gioventù galleggia meglio
Osservando le formiche in laboratorio, il team ha scoperto che quando il livello dell'acqua inizia ad alzarsi le operaie afferrano tutte le larve a disposizione per usarle come galleggianti, e le impilano una sopra l'altra. La regina viene messa al centro della zattera fin dall'inizio del processo di costruzione.
“Larve e pupe galleggiano bene e non vengono mai sommerse del tutto”, spiega Purcell. “Sono piuttosto grasse, e questa caratteristica le aiuta a resistere alla rigida temperatura dell'acqua”. In loro assenza, infatti, dal 25 al 50% delle formiche operaie si troverebbe a diretto contatto con l'acqua, quindi in serio pericolo.
Le formiche adulte, inoltre, necessitano di oltre un'ora per riprendersi dopo essere state sommerse, mentre per larve e pupe i tempi sono molto più ristretti. “Mettere i giovani alla base della zattera è un modo molto efficiente per galleggiare bene, al minor costo possibile in termini di mortalità”.
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Link di riferimento articolo originale: La zattera di salvataggio fatta di formiche
Quella di costruire zattere ammassandosi una sull'altra è una strategia di salvataggio messa in atto da molte specie di formiche, e non è nuova agli scienziati. Il video mostra come una colonia della specie Solenopsis invicta, o formica di fuoco, si salva dall'esondazione di un fiume. (Vedi anche la fotogalleria La zattera di salvataggio fatta di formiche)
Finora però si sapeva ben poco riguardo alle decisioni che precedono la costruzione della zattera, e al rapporto tra i costi e i benefici del comportamento.
Un nuovo studio pubblicato su PloS ONE ha mostrato che le formiche della specie Formica selysi, che vivono nelle piane alluvionali svizzere, lavorano insieme per proteggere la regina dall'acqua. Posizionano infatti le larve, le pupe e le operaie alla base della zattera per poi issare la regina al centro, per ripararla dall'acqua e dagli altri potenziali pericoli.
All'inizio gli scienziati sono rimasti perplessi da questa strategia, perché la parte inferiore della zattera era facilmente attaccabile dai pesci e poteva essere portata via dalla corrente. “Ci aspettavamo che le colonie proteggessero la regina e i giovani, i membri più preziosi”, spiega il leader dello studio Jessica Purcell, ecologa dell'Università di Losanna. La risposta è più semplice del previsto: le formiche giovani sono più efficienti (e resistenti) di quelle più anziane, ed è perciò meno probabile che muoiano se vengono usate come “galleggianti”.
La gioventù galleggia meglio
Osservando le formiche in laboratorio, il team ha scoperto che quando il livello dell'acqua inizia ad alzarsi le operaie afferrano tutte le larve a disposizione per usarle come galleggianti, e le impilano una sopra l'altra. La regina viene messa al centro della zattera fin dall'inizio del processo di costruzione.
“Larve e pupe galleggiano bene e non vengono mai sommerse del tutto”, spiega Purcell. “Sono piuttosto grasse, e questa caratteristica le aiuta a resistere alla rigida temperatura dell'acqua”. In loro assenza, infatti, dal 25 al 50% delle formiche operaie si troverebbe a diretto contatto con l'acqua, quindi in serio pericolo.
Le formiche adulte, inoltre, necessitano di oltre un'ora per riprendersi dopo essere state sommerse, mentre per larve e pupe i tempi sono molto più ristretti. “Mettere i giovani alla base della zattera è un modo molto efficiente per galleggiare bene, al minor costo possibile in termini di mortalità”.
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