Certo!
Lo dico spesso che le compatte non sono male limitatamente al genere macro rispetto alle reflex (il loro tallone d'achille è la sensibilità ma con la giusta illuminazione si può sopperire), però non è esattamente così che funziona il resto. La PdC è una caratteristica prettamente ottica e non legata al sensore, ma probabilmente fai quel ragionamento perché c'è un esito pratico nell'immaginario dei fotografi; provo a spiegarmi.
Semplificando molto si può dire che la PdC dipende essenzialmente da
focale e
apertura dell'ottica, il risultato che descrivi è la mera conseguenza del fatto che nella pratica per fare la stessa foto con un sensore più grande ti serve una focale maggiore per inquadrare allo stesso modo (cioè per tenere lo stesso
angolo di campo) e già solo per tale semplice ragione a parità del resto la PdC decresce. Quindi la PdC non c'entra niente col formato e la dimensione del sensore, o meglio, in realtà vi ha indirettamente a che fare nel momento in cui all'atto pratico vi è la fruizione visiva: perché arbitrariamente si definisce il concetto di cosa è a fuoco o meno, ma evito di aprire il discorso del
circolo di confusione perché ci vorrebbe un trattato intero e per la questione che ti poni puoi tranquillamente sorvolare l'argomento.
Aggiungo ancora che il discorso che ti ho fatto semplificato, non è ovviamente completo: la PdC dipende da quelle due cose solo in approssimazione quando la distanza ottica-soggetto è molto maggiore di quella immagine-ottica. Nel regime macro molte semplificazioni di questo genere non si possono fare perché i contributi che si trascuravano diventano preponderanti, per cui
per essere precisi bisognerebbe dire che la PdC dipende anche da molte altre cose fra cui la distanza ottica-soggetto (spesso anche i fotografi un po' svegli sanno che la PdC quando il soggeto è molto vicino si distribuisce ugualmente davanti e dietro al soggetto, invece che per circa 1/3 davanti 2/3 dietro). Ti dico questo solo per accennare che all'atto pratico nelle condizioni in cui si fa macrofotografia la PdC risulta praticamente sempre più o meno la stessa a prescindere dalla focale, per cui viene a cadere anche il ragionamento che facevi (indirettamente) sul sensore.
Ho cercato di riassumere il più possibile perché c'è una marea di teoria fisica dietro a questi concetti, se non mi sono espresso in maniera comprensibile chiedi ancora.
GiuseppeA ha scritto:La mia idea è quindi quella di usare un sensore di una webcam (con una risoluzione decente) togliere la sua lente e usare una lente macro di una reflex cercando di comunque costruire una buona camera oscura e una buona messa a fuoco sul sensore.
Questa è un'idea fondata e si può fare tranquillamente: tanto con una webcam, quanto con una compatta. I microscopi-usb non sono altro che webcam con ottiche fatte apposta per la proiezione di immagini alle coniugate brevi (tradotto: con distanza ottica-soggetto simile a immagine-ottica), lo svantaggio è che poi ovviamente non mettono a fuoco nelle condizioni normali ma solo a distanza ravvicinata!
Tra l'altro un paio di settimane fa ho visto su ebay UK un lotto di Olympus 40 mm f/3.4 che se non ricordo male erano in orgine innestati in proiettori di microfilm ed è un'ottica che essendo di recupero costa quasi niente (10 euro o giù di lì) ed è già rinomata sul web da chi la usa per fini simili al tuo (al di fuori dell'ambito di nicchia è sconosciuta), perché rivelatasi essere molto buona a rapporto di riproduzione abbastanza spinto.
Prova a buttare un occhio se ce n'è ancora qualcuna, io ero quasi tentato di prenderla ma ho lasciato perdere perché ne ho già fin troppe di ottiche di ingranditori o di recupero che non ho mai il tempo di provare..