Camponotus lateralis: una colonia anomala, un caso curioso

Vi informo e vi terrò in seguito aggiornati su una casistica abbastanza particolare di una bella colonia di Camponotus lateralis che ho acquisito in uno scambio alla pari col mitico Feyd: “Tu dare Camponotus lateralis me, io dare te colonia Myrmica rubra bella grassa…” E fin qui niente di particolare.
La colonia è stata recuperata e salvata dalla distruzione del proprio habitat nelle assi di un vecchio pollaio distrutto, nel mese di luglio, e la sua particolarità consiste nel fatto che sono al momento presenti una certa quantità di alati (maschi e femmine) che rappresentano in volume circa il 35% della popolazione.
Le C. lateralis sciamano naturalmente nel periodo primaverile (maggio), con forse qualche eccezione a fine giungo, ma la presenza di questa gran quantità di sessuati ancora a ridosso del periodo di riposo invernale solleva delle domande: come mai non sono sciamati nel periodo indicato? Quanto peserà sulla colonia la loro presenza in fase di letargo? C’è qualche possibilità che sciamino in ritardo di un anno, cioè la primavera prossima?
Intendo rispondere a queste domande tenendo la colonia sotto osservazione attenta, anche perché potrebbero verificarsi fatti anomali quali la soppressione di questi alati in prossimità dell’inverno, per mano delle operaie stesse; è noto che presso molte specie di formiche, i sessuati alla lunga sono considerati un peso per la comunità, e spesso vengono prodotti solo a ridosso del periodo di sciamatura.
Tenerli inattivi per mesi non è una scelta fatta alla leggera, ma forse nel caso delle lateralis (che mantengono una parte della popolazione in funzione di replete (cioè come serbatoi viventi di cibo) potrebbe essere un fatto accettabile, o più comune del solito. Non abbiamo molte testimonianze in proposito.

La presenza strabordante di sessuati in una delel stanze del nido

Intanto nella prima settimana di pensione (intesa come ospiti di casa mia) la colonia ha dimostrato una netta preferenza alimentare per il cibo animale; devo aggiungere che la popolazione comprende circa 100-120 operaie con la regina, oltre a questo stuolo di sessuati, ma sono presenti anche un paio di bozzoli, una ventina di piccole larve, e un cospicuo numero di uova che sembrano appena deposte.
Un segno inequivocabile che colonia e regina stanno bene, che le operaie tendono a rifornire di proteine le larve (d’altra parte Feyd sembra averle imbottite per bene e sono molte le major dal gastro notevolmente rigonfio). Ma come si comportano le lateralis in fase invernale? Mantengono latente tutta la covata?
Un altro particolare è il comportamento riscontrato in entrata nel nido dall’arena: le operaie hanno allestito una sorta di tubo-barricata-passaggio accumulando ad arte schegge di legno. Preludio al barricarsi dell’inverno, o un’usanza comune per questa specie poco bellicosa, che ama sentirsi ben protetta e nascosta?

Sappiamo di questa specie che abita preferibilmente il legno: galle, tronchi cavi, marcescenti, travature (e qui Feyd ha fatto una buona scelta adattando la colonia a un bel nido di sughero), ma anche che si adatta a vecchi muri a secco, muri e nidi a terra sotto pietre.
Essenzialmente è una specie relativamente amante dell’asciutto. Come molti sanno, è spesso rintracciata come intrusa delle colonne di Crematogaster scutellaris, nelle quali un occhio inesperto fatica a distinguere la differenza, ma in realtà il suo non è un parassitismo obbligato, e si trova indifferentemente per conto proprio in diversi ambienti, essendo ben rappresentata in tutta Italia.

Il polimorfismo delle operaie di C. lateralis le fa dei bellissimi soggetti fotografici e un’interessante fonte di osservazione. Sembra una formica molto pacifica, amante delle mielate, normalmente arboricola. Non dovrebbe creare colonie estremamente popolose. Non so in questo momento se la cattura è stata una selezione di una colonia molto più grande, che poteva permettersi di mantenere i sessuati per lunghi periodi, oppure se questa sia un’usanza comune di questa specie. Staremo a vedere.
Chiunque abbia notizie di prima mano, o abbia avuto occasione di fare osservazioni in merito, è il benvenuto!
La colonia è stata recuperata e salvata dalla distruzione del proprio habitat nelle assi di un vecchio pollaio distrutto, nel mese di luglio, e la sua particolarità consiste nel fatto che sono al momento presenti una certa quantità di alati (maschi e femmine) che rappresentano in volume circa il 35% della popolazione.
Le C. lateralis sciamano naturalmente nel periodo primaverile (maggio), con forse qualche eccezione a fine giungo, ma la presenza di questa gran quantità di sessuati ancora a ridosso del periodo di riposo invernale solleva delle domande: come mai non sono sciamati nel periodo indicato? Quanto peserà sulla colonia la loro presenza in fase di letargo? C’è qualche possibilità che sciamino in ritardo di un anno, cioè la primavera prossima?
Intendo rispondere a queste domande tenendo la colonia sotto osservazione attenta, anche perché potrebbero verificarsi fatti anomali quali la soppressione di questi alati in prossimità dell’inverno, per mano delle operaie stesse; è noto che presso molte specie di formiche, i sessuati alla lunga sono considerati un peso per la comunità, e spesso vengono prodotti solo a ridosso del periodo di sciamatura.
Tenerli inattivi per mesi non è una scelta fatta alla leggera, ma forse nel caso delle lateralis (che mantengono una parte della popolazione in funzione di replete (cioè come serbatoi viventi di cibo) potrebbe essere un fatto accettabile, o più comune del solito. Non abbiamo molte testimonianze in proposito.

La presenza strabordante di sessuati in una delel stanze del nido

Intanto nella prima settimana di pensione (intesa come ospiti di casa mia) la colonia ha dimostrato una netta preferenza alimentare per il cibo animale; devo aggiungere che la popolazione comprende circa 100-120 operaie con la regina, oltre a questo stuolo di sessuati, ma sono presenti anche un paio di bozzoli, una ventina di piccole larve, e un cospicuo numero di uova che sembrano appena deposte.
Un segno inequivocabile che colonia e regina stanno bene, che le operaie tendono a rifornire di proteine le larve (d’altra parte Feyd sembra averle imbottite per bene e sono molte le major dal gastro notevolmente rigonfio). Ma come si comportano le lateralis in fase invernale? Mantengono latente tutta la covata?
Un altro particolare è il comportamento riscontrato in entrata nel nido dall’arena: le operaie hanno allestito una sorta di tubo-barricata-passaggio accumulando ad arte schegge di legno. Preludio al barricarsi dell’inverno, o un’usanza comune per questa specie poco bellicosa, che ama sentirsi ben protetta e nascosta?

Sappiamo di questa specie che abita preferibilmente il legno: galle, tronchi cavi, marcescenti, travature (e qui Feyd ha fatto una buona scelta adattando la colonia a un bel nido di sughero), ma anche che si adatta a vecchi muri a secco, muri e nidi a terra sotto pietre.
Essenzialmente è una specie relativamente amante dell’asciutto. Come molti sanno, è spesso rintracciata come intrusa delle colonne di Crematogaster scutellaris, nelle quali un occhio inesperto fatica a distinguere la differenza, ma in realtà il suo non è un parassitismo obbligato, e si trova indifferentemente per conto proprio in diversi ambienti, essendo ben rappresentata in tutta Italia.

Il polimorfismo delle operaie di C. lateralis le fa dei bellissimi soggetti fotografici e un’interessante fonte di osservazione. Sembra una formica molto pacifica, amante delle mielate, normalmente arboricola. Non dovrebbe creare colonie estremamente popolose. Non so in questo momento se la cattura è stata una selezione di una colonia molto più grande, che poteva permettersi di mantenere i sessuati per lunghi periodi, oppure se questa sia un’usanza comune di questa specie. Staremo a vedere.
Chiunque abbia notizie di prima mano, o abbia avuto occasione di fare osservazioni in merito, è il benvenuto!