A questo punto devo aggiornare il diario con le ultime malefatte delle mie
vagus...
Quanto prima aggiungerò un avvertimento sulla scheda di allevamento, ma per ora accontentatevi di sentire la cronaca degli ultimi 15 giorni di terrore.
La colonia è cresciuta di numero e di potenza durante gli ultimi mesi estivi. Come già detto, le formiche hanno messo in atto grandi scavi all'interno del nido, ma visto che tutti i tentativi sono stati fatti all'interno del perimetro protettivo, mi sono accontentato di mettere delle lastre di plexiglaas esterne dove temevo si verificassero delle fughe.
Intanto non è possibile calcolare quanto fosse cresciuta la popolazione, ma sicuramente era oltre le 2500 operaie; nell'ultimo mese si sono schiuse (luglio) operaie di dimensione eccezionali, massicce e dalle mandibole potenti.
Verificate le condizioni esterne del nido e ripassato l'antifuga, ho affidato a mia sorella il compito di controllare di tanto in tanto i rifornimenti di cibo, preparando in frigorifero razioni di grilli e camole da somministrare nei 15 giorni in cui sarei stato assente.
Ho pensato che fin quando le formiche erano ben nutrite, dovevano mancare gli stimoli a cercare altrove alimenti. Purtroppo non ho tenuto conto della tenacia di questa specie.
Dopo soli 3 giorni dalla mia partenza mia sorella mi avvisa che le
vagus stanno uscendo dal nido, non si sa da dove. Inutile darle consigli su come operare, tappare eventuali buchi o altro; avrei dovuto dirle di prendere tutto il nido e metterlo in una scatola ermetica, ma non credevo che la situazione degenerasse fino a questo punto.
Ma come? Hanno aspettato giusto che non ci fossi più io? Il nido era così minato dall'interno da non far presagire falle?
Al mio ritorno troverò che in primis, le formiche hanno rosicchiato (!) il bordo di un tubo di collegamento in plastica dura, fino ad assottigliarlo verso il raccordo con una provetta di acqua di riserva. Poi hanno cominciato a lavorare dall'esterno.
Mia sorella mette il nido sul davanzale della finestra, per evitare che le formiche possano evadere in massa e infilarsi in qualche fessura dietro a mobili che non si possono rimuovere, ma loro risolveranno anche questo problema: truppe consistenti di guerriere si sono trasferite negli interstizi di alluminio dei serramenti della finestra!
Ma non basta, individuato il nido delle
Messor capitatus sulla finestra vicina, iniziano un sistematico assalto alle bottinatrici, impedendo così alla colonia di approvvigionarsi all'esterno (per fortuna le
Messor, come da manuale, hanno ingenti scorte di cibo accumulato). Poi iniziano un attacco diretto all'entrata del nido, ma siccome non sono organizzate come
Polyergus, ma solo delle teppiste prepotenti, non riescono a penetrare all'interno, difeso comunque da migliaia di operaie.
Mia sorella tappa con cotone pressato l'entrata del nido per esser sicuri, ma deve farlo due volte: la prima volta le
Camponotus vagus insistono fino a rimuovere il tappo!
Ormai è disperata, spera solo nel mio ritorno, perché le esploratrici hanno preso possesso del bagno e scorrazzano sui pavimenti.
Finalmente rientro a casa e posso verificare che i suoi racconti telefonici, che mi sembravano fin troppo coloriti, corrispondono in parte alla verità: parte della colonia è uscita dal nido, mentre alcune centinaia stazionano ancora nel nido originale con la covata, cosa che mi fa pensare che almeno la regina e la covata siano ancora ben protetti dentro il nido artificiale!
La prima operazione consiste nell'individuare le falle nel nido: trovo il raccordo rosicchiato e una fessura fra le due facciate di legno incollate fronte-retro, da cui possono uscire ancora formiche. Rimuovo le sezioni danneggiate, applico tappi di cotone pressato e avvito una lastra di plexi a fissare il tutto.
Ora il nido è tornato ermetico, almeno dovrebbe reggere fino all'autunno (
).
Adesso recupero le operaie che sono andate in trasferta
... Non è facile, se nonché, le abitudini notturno-predatorie della specie hanno dei ritmi precisi: ore 21, escono dalle fessure per attaccare le
Messor (che intanto hanno ripreso a circolare liberamente, dato il calo di pressione degli attacchi nemici) e per abbeverarsi ai tappi di miele posti a trappola sui davanzali.
La sera, per due sere, ho recuperato alcune centinaia di operaie davvero enormi, molte (almeno 200) sono state uccise a ciabattate da mia sorella (aveva il mio permesso, quando la circondavano e cercavano di trascinarla verso la cucina
doveva pur difendersi).
Ora so per certo che vi sono ancora operaie nascoste dentro le finestre di alluminio: la mattina trovo mucchietti di rifiuti e pezzi di
Messor che vengono espulsi in punti precisi sotto le fessure di entrata. Ma il numero delle evase sembra drasticamente calato. Stasera ne ho catturate solo una cinquantina.
Non ho trovato mai larve o bozzoli trasportati in giro, quindi suppongo che la covata sia rimasta tutta lì, anche perché ormai quando me ne sono andato gran parte erano in schiusa.
Lascerò ancora una settimana di tempo alle evase, poi dovrò eliminarle con armi chimiche, o spingerle a uscire col fumo, per evitare che svernino in casa e a primavera mi facciano delle sorprese.
Invito tutti a non sottovalutare le capacità di perforazione di queste formiche quando la colonia raggiunge fasi di crescita allarmanti, cioè nel giro di 3-4 anni dalla fondazione.
Non confidate, come ho fatto io, nello spessore del legno e nella durezza della plastica. Feyd ha detto bene, bisogna prevedere rinforzi esterni sicuri, o mettere l'intera struttura all'interno di una teca ermetica.