Lasius fuliginosus: la costruzione di una colonia

Lasius fuliginosus: la costruzione di una colonia

Messaggioda GianniBert » 07/09/2018, 19:14

Un diario come questo deve essere guida e ispirazione a chi è intenzionato a intraprendere l’allevamento di una formica così particolare. Non ha pretese scientifiche, né i dati da me raccolti possono essere presi come verità assolute. Le formiche sono capaci di sorprenderci sempre e per questo ci piacciono. Prendetelo quindi come raccolta delle osservazioni compiute e mettetele a confronto con quelle di altri e con le vostre. Tuttavia spero sia di utilità e punto di partenza per chiunque voglia cimentarsi nell’allevamento di L. fuliginosus.

Con le sue dimensioni che possono raggiungere i 6 mm nelle operaie, Lasius fuliginosus è la più grande delle formiche del suo Genere.
Questa formica è stata una sfida per molti anni perché, sebbene se ne conoscesse abbastanza bene la biologia (è stata studiata approfonditamente proprio per le sue peculiarità), fino a non molto tempo fa era considerata una formica impossibile da allevare in cattività.
Ma non è stata la difficoltà in senso stretto a far desiderare molti di poterla allevare, bensì la sua bellezza e le caratteristiche biologiche.

Come avrete ben capito, osservare, studiare e cogliere i particolari intimi della vita di tutti i giorni delle nostre formiche, per me è uno stimolo potente. Non m’interessa avere una bella collezione delle specie più grandi o più aggressive, o più prolifiche. Mi piace soprattutto cogliere l’essenza del loro comportamento, come socializzano, conoscerne l’indole, qual è la loro dieta preferita e come e perché si rapportano con le altre formiche… Non sono uno scienziato, sono solo un appassionato della vita complessa di questi insetti, e il fatto stesso che ogni famiglia sia così diversa dalle altre me le fa amare ancora di più. La loro diversità le accomuna in qualche modo a noi esseri umani: così capaci da essere così distruttivi, il bene e il male in continua lotta dentro di noi.

Del metodo di fondazione si è già scritto nella scheda dedicata alla specie. Sappiamo da sempre che la regina è incapace di fondare se non con le ausiliarie di altre specie del Genere, ma soprattutto ora abbiamo visto che si può “forzare la mano” alla regina dandole in adozione persino operaie e bozzoli della propria specie, a patto di introdurle nel nucleo iniziale a intervalli, per non rischiare la vita della fondatrice.
Quello che conta è farlo presto dopo il volo nuziale perché la regina da sola non sopravvive a lungo, e che la popolazione che la sosterrà sia più popolosa possibile, soprattutto con le ausiliarie preferite in natura (Lasius umbratus). Se la regina non riesce a produrre le sue operaie e soppiantare la popolazione ausiliaria prima che questa perisca (cosa che può avvenire rapidamente con le formiche che vivono di afidi radicicoli), la colonia è condannata a deperire e l’esperimento a fallire.

La difficoltà di procurarmi bozzoli e operaie ausiliari stando in città ha sempre frenato le mie speranze di aver un giorno a che fare con queste formiche in casa mia. Per fortuna, con alcuni intuitivi tentativi di adozione, Angelo Cardillo come pioniere, è riuscito a trovare la chiave che ha permesso alle prime colonie non solo di partire, ma anche di prosperare superando la crisi del primo anno che per tante formiche è una barriera da valicare per garantirne la sopravvivenza a lungo termine.
Infatti diversi allevatori, e li ringrazio pubblicamente per il contributo di esperienze (cito soprattutto Luca B. che ha fatto le prime interessanti osservazioni, ma anche Sara75, Bremen e tanti altri), avevano già tentato con successo le adozioni, ma la colonia deperiva successivamente per mancata sussistenza, forse anche perché ci si intestardiva a tentare solo con le specie ausiliarie che la natura e i testi sacri indicavano come “obbligatorie”.
Sulla base di tutte le loro esperienze, mi sono così apprestato a ospitare a casa una colonia di queste formiche meravigliose.

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L.fuliginosus Angelo1.jpg
Un esempio di come Angelo Cardillo è riuscito ad ottenere il tipico "cartone” di queste formiche, in uno spazio libero lasciato proprio per favorire la loro opera.


La famiglia che ho ora sotto osservazione mi è stata donata da Yuri, che ha dimostrato di possedere la passione e una “mano” particolarmente illuminata con molte specie anche complesse. A malincuore, ma con fiducia, me l’ha affidata perché avessi finalmente il modo di compiere parte delle osservazioni che più m’interessavano: la costruzione dei particolari nidi di cartone masticato “vivente” che sono la firma di questa specie.
Riprendo quindi in queste pagine gli appunti di Yuri su come è partita la colonia, e proseguo la storia alla luce delle mie osservazioni personali.

Dagli appunti di Yuri:
10 Giugno 2017 - La regina è stata passata a Yuri, trovata vicino al lago di Oggiono (Lecco) da Angelo Cardillo e data in adozione a un centinaio di lasius niger. Subito rinforzata però da qualche centinaio di bozzoli di fuliginosus, prelevati da una colonia in natura. Questa secondo Angelo è una delle tecniche più sicure per il passaggio ausiliarie/figlie naturali, perché elimina le fasi delicate in cui la popolazione di figlie legittime va a sostituirsi con le ausiliarie. Dare bozzoli di altre ausiliarie rallenta il momento in cui la regina stessa si sente protetta da formiche della sua specie. Ovviamente la parte difficile è procurarsi bozzoli originali e non di altre ausiliarie.
Secondo yuri, questa regina ha dimensioni un po’ più piccole rispetto a quelle che trova dalle sue parti (Lugagnano Val d’Arda – PC) e che hanno anche operaie molto variabili.
La regina al 10-6 ha il gastro leggermente dilatato, ben curata dalle ausiliarie, e ha già deposto un primo gruppo di uova.

18 Giugno – Moltissimi dei bozzoli aggiunti sono stati aperti e la regina ora può contare sul supporto di 2-300 operaie conspecifiche. Le uova deposte sono aumentate e ci sono ancora molti bozzoli da aprire. La colonia si è trasferita in un nido che dovrebbe bastare per tutta l’estate. Per ora le foraggiatrici sono poche.

3 Settembre – La colonia gode ottima salute e la regina depone come mai ho visto fare. In agosto gruppi infiniti di uova hanno riempito le stanze colorandole di bianco, e queste uova sono diventate larve mentre la regina aveva ancora il gastro incredibilmente dilatato. In data odierna le deposizioni sembrano essersi interrotte, mentre c’è un bel cumulo di bozzoli e centinaia di larve. Aspetto e mi regolerò di settimana in settimana su come comportaarmi con questa colonia.

5 Ottobre - La colonia, parzialmente riscaldata, continua a crescere e a mangiare. Non ci sono più uova, mentre sono presenti tante larve fameliche. Le larve sono molto mobili, si muovono e ondeggiano alla ricerca di cibo; sembrano alghe in acque mosse dalla corrente (questa osservazione era già stata riportata da Luca B., ma è impossibile non rimanere sorpresi dal fenomeno, perché nelle altre specie le formiche non mantengono gli stadi larvali così ammassati e divisi per età, e le larve sono meno mobili); ci sono anche un po’ di bozzoli, tra cui uno un po’ più grande, potrebbe contenere un primoalato?

16 Ottobre - Da quel bozzolo più grande potrebbe essere nata una operaia di taglia decisamente maggiore, dato che non ho visto nessun alato. Oggi ho staccato il cavetto riscaldante, e lasciato il nido alla temperature della stanza, 20° circa.

23 Ottobre – Portate in cantina a 16-17°C.
11 Febbraio 2018 – La colonia ha superato i mesi centrali dell’inverno in cantina a 6-8°C, qualceh giorno fa le ho portate a 13°C e oggi le ho riportate in casa a 20-22°C.

6 Marzo – Pur non essendo riscaldata, e con abbastanza poca alimentazione, sono apparsi i primi bozzoli della stagione!

Fin qui, i suoi appunti.

25 Marzo 2018
Due Giornate con Api e Formiche a Milano. In questa occasione, oberato da troppe colonie da accudire, yuri mi passa la sua colonia, in un nido in gasbeton 25 x15, verticale, faccia singola. È già evidente che prima di fine anno andranno trasferite, perché la covata presente è notevole, e per fortuna che le formiche sono piccole! La prima cosa che salta all’occhio è proprio il perfetto ordine in cui le operaie gestiscono gli stadi di crescita della covata: stanza della regina, delle uova, uova appena schiuse, larve piccole, larve medie, bozzoli… tutto ben separato, ben gestito. Le formiche lucide sono indaffaratissime e sembrano instancabili.
Rigato in visita, mi fa notare come le operaie siano molto piccole. Lui, ma anche yuri lo conferma, le colonie in natura dalle sue parti hanno operaie più grandi, quasi come le più piccole del Genere Formica. Staremo a vedere se è una questione genetica, di ceppo, ambientale, o solo frutto di una più ricca alimentazione, dovuta alla maggiore alimentazione nelle colonie adulte.

20 Aprile
Ho notato lo sfarfallamento di alcuni maschi. Quindi i bozzoli più grandi notati nella colonia non sarebbero operaie più grandi, ma proprio alati… Angelo me lo aveva annunciato, a primavera gli era già successo. Ma i maschi alla fine risultano solo una ventina, e le nascite successive sono tutte di operaie di corporatura nettamente più robusta delle formiche adottate in natura o già nate nella colonia. Sono quasi il doppio!

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04 imbozzolamento.jpg
Particolare un po' sfocato della stanza in cui le larve filano il bozzolo: qui si vede che la tecnica è simile a quella del Genere Formica, con le ausiliarie che aiutano le larve preparando loro un "letto” di cotone e scorie per meglio avvolgersi e filare la propria seta.


28 Aprile
Le uova presenti da marzo nel nido non sono ancora schiuse. Sembra quasi che attendano il momento giusto, quando sfarfalleranno nuove operaie. Eppure le operaie le accudiscono ininterrottamente…

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03 uova.jpg
La "palla” delle uova, continuamente leccate dalle operaie nutrici


7 Maggio
Oggi il grappolo di uova è stato spostato di stanza; fino a ieri le uova stavano rigorosamente nella stanza della regina, oggi sono tutte (l’intero grappolo) misteriosamente salite di 3 piani. Forse stanno per schiudere, o sono impercettibilmente già schiuse, forse necessitano di un differente grado di umidità/temperatura per farlo? La regina ha sempre il gastro estroflesso.

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01 regina.jpg
...E ancora riesce a muoversi senza troppi problemi


13 Giugno
La colonia sta crescendo di numero, ma è possibile avvertire anche un aumento nella stazza delle operaie giovani, nettamente superiore a quelle delle nate primaverili, generate l’anno scorso. Sto preparando un nuovo formicaio, soprattutto per migliorare lo spazio esterno, ora veramente sacrificato.

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L.fuliginosus 4-13e.jpg
Un particolare mette in evidenza la flessuosità delle larve di questa specie, visibilmente più sottili e pelose di altre


20 Giugno
Il nuovo nido è a doppia facciata, anche se all’inizio userò solo la prima. Delle gallerie collegano i due lati, ma li terrò tappati con cotone compresso, che dovrebbe bastare a contenere eventuali fughe.
La principale caratteristica con cui ho scavato le due facciate consta di una stanza centrale, alta quasi come tutta la sezione e profonda circa 3 cm. In questa sede ho intenzione di inserire del legno marcio, preso da tronchi d’albero già abitati da insetti xilofagi e formiche. Questo legno è un invito alle formiche a impiegare la loro naturale tecnica di preparazione del cartone “vivente” che caratterizza i loro nidi. Angelo ha già avuto modo di osservare che i Lasius in generale tendono a utilizzare il cotone idrofilo, ma anche altri materiali, per costruire ripiani interni al nido, ma la caratteristica che rende L. fuliginosus unica è il mescolare queste sostanze con un fungo simbionte, il Cladosporium myrmecophilum), che sembra dia stabilità alla struttura, e di fatto è un organismo vivente. Come, quando e cosa usino le formiche per costruire la struttura dei loro padiglioni, è quello che ho intenzione di osservare e documentare, anche se le osservazioni in cattività non possono eguagliare gli esperimenti sul campo, cosa che d’altronde mi è preclusa.
Quindi devo fornire alle formiche un ambiente adatto ad ospitare il padiglione di costruzione. Sappiamo che L. fuliginosus passa da parassita di L. umbratus, che vive sottoterra cibandosi di afidi radicicoli, alle abitazioni nei tronchi cavi, dove riesce a sviluppare le sue strutture cilindriche di diverso diametro, ma alte anche un metro, o più.
C’è un momento, che pensiamo sia il declino della colonia ospite, in cui L. fuliginosus inizia a trasferirsi alla base degli alberi, e poi al suo interno. Si sa per certo che può sviluppare le sue strutture anche sotto terra, e che non è legata a un tipo di albero particolare. Si sa anche che il colore della struttura è influenzata dal tipo di legno usato come base principale… ora lo vedremo.
La mia intenzione è trasferire prima la colonia nel nuovo nido, e quando le stanze non basteranno più ad ospitarla, vedere se sfrutterà effettivamente lo spazio da me preparato per costruire il nido usando il suo fungo (pare sia trasportato inerte dalla regina fin dal volo nuziale, nella sacca infrabuccale). Sarà interessante capire se lo faranno subito o se lo faranno solo spinte dalla necessità di nuovi spazi.
Ecco perché voglio condurre l’esperimento in due fasi distinte: finché le formiche non avranno colonizzato interamente la faccia A, costruendo i padiglioni in cartone nello spazio da me previsto, non aprirò la facciata B. In questa dovrebbero trasferirsi, e solo quando avranno popolato interamente le stanze già pronte, inizieranno la costruzione del cartone del lato B. in ogni caso spero che il nido basti come spazio per almeno due stagioni estive!

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06 nido nuovo.jpg
La facciata A, che deve ospitare la seconda fase della vita di questa colonia


2 Luglio
Ho iniziato il trasferimento della colonia, e la cosa si sta svolgendo abbastanza velocemente, anche perché sto usando il metodo dei panetti di ghiaccio: metto dei panetti dal freezer direttamente a contatto col vetro del vecchio nido, mentre per contro, riscaldo quello nuovo. Lo spostamento della covata è stato rapido, ma la regina staziona nelle stanze superiori del vecchio e sembra non aver nessuna intenzione di traslocare.

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05 uova.jpg
Ma quante cavolo di uova fa?????????


12 Luglio
Finalmente la regina si è spostata, e anche se alcune operaie sono rimaste nel vecchio nido, contro ogni logica (ma fanno sempre così tutte le formiche), ora posso scollegare i nidi e considerare concluso il trasloco.

21 Luglio
Ci sono ancora tantissimi bozzoli nel tubo di collegamento fra i due nidi. Non sembra vogliano spostarli da lì, così sono costretto a forzare la mano alle formiche: stacco il tubo intero e rovescio il contenuto nell’arena, creando il panico generale. Ma l’operazione ottiene il risultato sperato: in meno di 15 minuti tutti i bozzoli sono portati al sicura nelle nuove gallerie.
Le formiche stanno popolando molte delle stanze del nido ma per ora usano lo spazio contenente il legno marcio solo come deposito e vi transitano di tanto in tanto per andare da una parte all’altra della facciata A.
Come mi avevano detto e lo riconfermo, è sempre necessaria una buona riserva di acqua in arena. Le formiche la ricercano e sembrano preferire il miele molto diluito a quello più solido. Sono anche fameliche bisognose di proteine, quindi insetti di tutti i tipi stanno facendo da cavie nella loro arena.

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07 tubo trasloco.jpg
Il tubo con i bozzoli che non "vogliono” spostarsi!

31 Agosto
Finalmente posso registrare le prime costruzioni di ripiani di cartone nel settore con il legno marcio. In questo mese la colonia è quasi raddoppiata e la covata immensa. Quasi tutte le stanze disponibili ormai sono occupate dalle abitanti e da uova, larve e bozzoli. Le uova sono tenute regolarmente nelle stanze più in basso, dove c’è più umidità, poi le larve ai piani superiori e i bozzoli nelle ultime in alto. La cosa interessante da registrare è proprio che il “cartone” è dello stesso colore del fondo colorato del gasbeton, o forse dovrei dire che è di una tonalità più scura del tipo di legno che ho usato come base, che è giallastro e rossiccio. Il risultato è un cartone color mattone scuro…
Quindi da un paio di giorni, nella parte bassa del nucleo centrale, sono apparse le tipiche strutture ondulate che L. fuliginosus crea nei suoi padiglioni. Non hanno ancora un aspetto abitabile, e non posso asserire che stiano facendo uso del mitico micelio, ma è un buon inizio.
Le formiche da settimane avevano accumulato in questa sezione i rifiuti delle caccie, scarti alimentari o edilizi, e ora forse useranno queste scorie per la loro struttura. O forse finiranno semplicemente per espellere tutto.

1 Settembre
La velocità con cui stanno costruendo i ripiani nuovi del nido è aumentata a vista d’occhio: sembra quasi che abbiano fretta di avere nuovi spazi abitabili e ci sono almeno quattro cantieri in cui è possibile osservare le operaie che lavorano alacremente mordicchiando il cartone con le piccole mandibole, o almeno, questo è quello che appare. È evidente che più formiche, o singoli individui, stiano facendo “qualcosa” con la bocca sul cartone. È possibile che stiano impastando la superficie con la loro saliva che potrebbe contenere degli enzimi, e forse contribuisce al diffondersi del micelio nel cartone.
All’esterno si sta accumulando una grande quantità di scorie, sotto forma di polvere di legno, ma piuttosto grezza. La portano fuori perché è materiale di scarto, oppure è materiale che lavoreranno in seguito?
Per ora sembra semplicemente materiale scartato, forse per fare spazio a una struttura più organizzata e spazi più vivibili, che in fondo è lo scopo della loro costruzione.

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09 cartone.jpg
Due passaggi: la base su cui le formiche hanno già lavorato e la "traccia” dove andranno a lavorare...

10 cartone.jpg
... e il passaggio successivo, dove si vede che il progetto è stato realizzato


7 Settembre
I lavori procedono così: le formiche mettono una base di materiale incollata al vetro, e sono da subito evidenti l’angolo di curvatura e la lunghezza della sezione che stanno per costruire; poi, in una notte, o alcune ore di lavoro febbrile, la struttura inizia a prendere corpo, andando a inserirsi nella parete di fondo, o a intersecarsi con una delle sezioni già realizzate. Ora c’è addirittura in vista una “colonnina” di legno, che non so bene se c’è perché è stata rosicchiata da un pezzo già in posizione, o se è stata assemblata collegando il materiale, e sono curioso di vedere se e che seguito avrà nel progetto delle formiche…

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11 cartone.jpg
Il progetto più in basso in due fasi: le fondamenta con il cantiere ancora aperto...

12 cartone pulito.jpg
... il lavoro terminato e la pulizia per utilizzare al meglio gli appartamenti. Manca ancora la corrente elettrica...

13 cartone particolare.jpg
Si intravedono le formiche che stanno masticando il materiale lavorandolo per spianare le impurità.
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Re: Lasius fuliginosus: la costruzione di una colonia

Messaggioda Matteo Bell » 07/09/2018, 22:52

Gianni complimenti! Diario foto e formiche sono semplicemente stupefacenti!
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Re: Lasius fuliginosus: la costruzione di una colonia

Messaggioda messor » 09/09/2018, 21:47

Complimenti Gianni, come sempre un successo,una bellissima prima pagina di un diario che senza dubbio ci meraviglierà per almeno un decennio (ma pure due :joker: ) e naturalmente bellissima colonia e formicaio :clap: .
E riguardo proprio al formicaio... hai già in mente un idea per costruire il prossimo?
Nel senso, metterai più legno al interno del nido o le proporzioni di legno nel blocco di gasbeton rimarranno sempre le stesse?
E poi, non è pericoloso in qualche modo fornire del legno in avanzato stato di decomposizione al interno di un formicaio?
Voglio dire, è scongiurato in qualche modo il pericolo che si sviluppino strane muffe sul legno?
Grazie in anticipo per le risposte, in bocca al lupo per la colonia e il diario, Matteo :smart: !
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Re: Lasius fuliginosus: la costruzione di una colonia

Messaggioda GianniBert » 09/09/2018, 22:50

Grazie per i complimenti Matteo, ma siamo appena all'inizio!

La seconda facciata, quella per ora nascosta e inutilizzata, ricalca la prima, seppur con differenze nel disegno delle gallerie fatte da me, ma il risultato estetico finale a cui vorrei arrivare, è vedere un blocco di terreno (il gasbeton) con incastonato al centro il legno modellato invece da loro.
L'effetto finale sarebbe come se il settore masticato e modellato dalle formiche fosse unico e si affacciasse su entrambi i lati.
Per questioni logistiche e di tempistica non posso fare altrimenti che agire in due fasi.

Il legno marcio in realtà è già carico di muffe, ma prima di porlo nel nido l'ho lasciato asciugare a lungo, così l'effetto è di legno vecchio morto. Le muffe... conto proprio su quelle! In questo caso le formiche devono trasformare il legno morto in materiale "vivo”!!!
Che lo facciano usando un fungo simbionte o trasformando semplicemente il legno morto in qualcos'altro è la parte interessante e bella da vedere! Con altre formiche e in altri casi ti sconsiglierei anche io di fare questo tipo di assemblaggio, ma stiamo parlando di formiche che di "mestiere” mi devono trasformare il legno in qualcosa di diverso, e allora serve proprio un materiale simile, no?

Porterò la colonia all'Entomodena, proprio perché lì sono curioso di sentire il parere di altri e soprattutto i consigli di chi ha già provato qualcosa del genere... Stiamo sperimentando!!!
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Re: Lasius fuliginosus: la costruzione di una colonia

Messaggioda GianniBert » 09/09/2018, 22:52

La cosa che mi fa più paura è che proprio Lasius è la formica che detiene in cattività il record di longevità... quindi.... se la cosa comprende anche a L. fuliginosus... son perduto!
Sono già tante adesso, dove le metto fra vent'anni????? :lol: :lol: :lol:
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Re: Lasius fuliginosus: la costruzione di una colonia

Messaggioda messor » 10/09/2018, 9:32

GianniBert ha scritto:Il legno marcio in realtà è già carico di muffe, ma prima di porlo nel nido l'ho lasciato asciugare a lungo, così l'effetto è di legno vecchio morto. Le muffe... conto proprio su quelle! In questo caso le formiche devono trasformare il legno morto in materiale "vivo”!!!
Che lo facciano usando un fungo simbionte o trasformando semplicemente il legno morto in qualcos'altro è la parte interessante e bella da vedere!


Si ma se il legno sviluppasse delle muffe tossiche per le formiche?
Dopotutto è un materiale in decomposizione ci si può aspettare di tutto, anche se potrebbe essere che per via del loro stile di vita queste formiche ne siano in qualche modo immuni :unsure: quindi sarebbe anche molto interessate studiare l'aspetto biologico delle varie specie di funghi e muffe con cui queste formiche convivono e non mi riferisco solo al Cladosporium myrmecophilum ma anche a tutte le altre :wacko: !
Quindi fra 2-3 anni quando questo nido sarà inutilizzabile e ne costruirai uno nuovo sarebbe molto utile far analizzare i resti del legno ed il "cartone" prodotto dalle formiche in un laboratorio in modo da avere un idea più completa del mondo in cui vivono :lolz: !

GianniBert ha scritto:La cosa che mi fa più paura è che proprio Lasius è la formica che detiene in cattività il record di longevità... quindi.... se la cosa comprende anche a L. fuliginosus... son perduto!
Sono già tante adesso, dove le metto fra vent'anni????? :lol: :lol: :lol:


E già 29 anni, guarda il lato positivo se questa regina campa 30 anni superando il record dei L.niger entrerà nel giunness degli imenotteri :wacko: !
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Re: Lasius fuliginosus: la costruzione di una colonia

Messaggioda GianniBert » 10/09/2018, 18:49

I lavori nel cantiere proseguono.
Stasera ho registrato una insolita attività sia dentro che fuori dal nido: le formiche sembravano in allarme come dopo un terremoto, ma non ho urtato in nessun modo il supporto. L'attività è continuata a lungo e mi viene da supporre che questa accelerazione (la bocca del nido eruttava formiche in colonna come per reagire a un assalto) sia dovuta invece ai bisogni interni della covata, infatti non do cibo animale da ieri e le larve sono tantissime...
Ora proverò ad alimentarle massicciamente e vedremo come reagiscono.

Intanto due scatti del "cantiere”, per fare raffronti con i giorni precedenti...

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L.fuliginosus 9-10.jpg

L.fuliginosus 9-10a.jpg
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Re: Lasius fuliginosus: la costruzione di una colonia

Messaggioda MikyMaf » 10/09/2018, 19:01

Ed ecco un altro dei bellissimi diari di GianniBert!
Speriamo che anche questo duri per moooolto tempo :mrblu:
Per curiosità, che legno è quello che hai inserito nel nido?
Sarebbe interessante capire se cambiano il modo in cui lavorano il legno e costruiscono le camere in base al tipo di legno...
Ottima idea comunque quella di fornire loro un modo per comportarsi come farebbero in natura :clap:
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Re: Lasius fuliginosus: la costruzione di una colonia

Messaggioda GianniBert » 10/09/2018, 19:29

Ho preso il legno da un vecchio albero cavo, ancora vivente, ma con la base minata. Non so che tipo di albero fosse, probabile pioppo o farnia.

Si sa già che utilizzano legni diversi.
La tecnica di costruzione è la stessa, ma la struttura architettonica e il modo di impastare il legno non variano.

Cito: "Il colore del cartone sembra che dipenda, almeno in parte, dalla qualità del legno: è stato trovato grigiastro in un'acacia, bruno scuro quasi nero in un abete...”

“Il cartone manifesta una degradazione del legno utilizzato, ossia una scomparsa delle particelle della cellulosa ed un aumento concomitante della lignina: un aumento infine delle materie proteiche potrebbe essere dovuto alle secrezioni mandibolari delle formiche...”

“Le ghiandole mandibolari rendono la testa di fuliginosus relativamente voluminosa e molto più grossa di quella degli altri Lasius. Pavan ha confermato che le sostanze secrete da questa ghiandola sono la causa del profumo speciale e persistente che caratterizza fuliginosus; l'odore i trasmette anche al nido, poiché tali secrezioni vengono emesse dalle operaie quando impastano con saliva la polvere di legno per formare il cartone.”

"Stumper riferisce che il cartone dei nidi ha proprietà antibiotiche, cioè conterrebbe sostanze capaci di rallentare o impedire lo sviluppo di vari microscopici organismi vegetali...”
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Re: Lasius fuliginosus: la costruzione di una colonia

Messaggioda GianniBert » 11/09/2018, 12:05

L'attività insolita registrata ieri sera è continuata per un paio d'ore almeno.
Le formiche disdegnavano qualsiasi elemento nutritivo messo in arena e tentavano solo di uscire.
Erano impazzite, il formicaio interno è stato quasi abbandonato per arrampicarsi tutte all'esterno, e questo ha significato anche scalare le pareti dell'arena.
A un certo punto hanno iniziato a superare il tetto anti fuga!
Ho dovuto rafforzare la mistura di olio e allora hanno smesso di passare, ma un'attività così febbrile l'ho registrata con altre specie solo in occasione di un attacco massiccio da un altro formicaio.

C'è stata una sola causa esterna che potrebbe aver innescato questa reazione: avevo acceso un volgare "zampirone” al piretro nella stanza interna (il formicaio era sul davanzale all'aperto).
Questo non aveva mai suscitato simili reazioni in nessuna altra colonia, quindi non posso dire con sicurezza ne sia stata la causa, ma quando vorrò provare un po' di adrenalina vedrò di accenderlo ancora e starò a vedere se reagiscono davvero a quell'odore.

Può darsi che queste formiche siano particolarmente sensibili all'odore del piretro, o che abbiano scambiato questo odore come un segnale di allarme o di reclutamento. Qualcuno può dire di aver visto simili comportamenti prima?
Chi ha un nido di Lasius fuliginosus vicino a casa, provi ad accendere uno zampirone nelle vicinanze e veda se succede qualcosa...
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Re: Lasius fuliginosus: la costruzione di una colonia

Messaggioda angelo.cardillo » 14/09/2018, 14:09

Ciao Gianni,
Prima di tutto complimenti per il diario e per le bellissime foto.. Io in tutti questi anni non sono riuscito a farne di così belle.. Che ci devo fare? :-) Molto carino il nido e forse il tipo di legno è meglio di quello che usavo io in quanto c'è molta differenza di colore tra legno lavorato e legno intatto. Un bell'effetto.. Nelle mie colonie ho notato che quello che tu chiami allarme (tutte le formiche fuori che girano) è spesso dovuto a mancanza di qualcosa, acqua o cibo proteico o zuccheri. Fai conto che le mie adesso (sono un po' rallentate dopo la produzione di quest'anno di tanti alati maschi e regine) consumano una zolletta di zucchero ogni giorno o quasi e due grilli al giorno. Insomma.. fameliche.. Altra cosa interessante che puoi fare è mettere un tappino di cotone idrofilo annegato in un tappino.. Le operaie useranno il cotone sia come materiale per le pupe sia per edificare i ripiani.. Non so il cotone gli piace molto..
Per quando riguarda l'allevamento e la fondazione la colonia più vecchia che ho è partita con 27 operaie di una decina di larve (effetto nido e cure) e forse 3 o 6 pupe. Tutto Lasius fuliginosus 100%. Si tratta comunque di una specie ostica, come dicevi tu, che necessita tra l'altro di massima tranquillità. Sono davvero contento che adesso la tua colonia sia a questi livelli, non vedo l'ora di confrontare i risultati l'anno prossimo quando ti farà gli alati.. :-)
Per ora buon lavoro
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Camponotus ligniperda, Camponotus lateralis, Camponotus Herculeanus, Camponotus vagus, Camponotus aethiops), Formica fusca, Formica cunicularia, Formica sanguinea, Formica rufibarbis, Lasius emarginatus 5000+ , Lasius fuliginosus 3000+ (fondazione in purezza), Lasius niger 5000+ Lasius meridionalis 5000+, Lasius umbratus(!?) 5000+ Messor capitatus, Polyergus rufescens Regina + operaie F. cunicularia + Soldati (4 colonie), Tetramorium caespitum parassitata da Strongylognathus testaceus 3000+, Crematogaster scuttellaris
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Re: Lasius fuliginosus: la costruzione di una colonia

Messaggioda GianniBert » 14/09/2018, 15:21

Grazie Angelo!
Guarda, la prima cosa che ho pensato anche io è stato un deficit alimentare, perché è una reazione tipica: manca cibo, tutte fuori a cercarlo! Lo registro sempre sia in Camponotus che in Formica, anzi, è un buon segnale per sapere che devo nutrirle.
Ma qui ignoravano deliberatamente qualsiasi fonte di cibo. Era proprio una marea di formiche impazzite, non delle bottinatrici a caccia di qualcosa. E poi l'allarme è rientrato come è iniziato, ed è iniziato improvvisamente, nel giro di 15 minuti. Solo dopo un paio di ore di calma piatta le operaie hanno ricominciato a interessarsi al cibo!
Sono sempre più convinto si sia trattato di qualche reazione chimica di massa.

Per il colore del legno... forse vedere la differenza fra legno lavorato e non potrebbe essere più efficace per vedere il lavoro svolto, ma anche vedere il legno dello stesso colore ha un suo perché. Alle formiche non credo faccia nessuna differenza!!!

Il consumo proteico. Se mi mangiassero solo due grilli al giorno sarei tranquillo! Queste qui hanno una tale massa di larve che mangiano anche 4 blatte e 5 o 6 camole, e svuotano i tappi di miele fino a lasciarli asciutti!
Forse dovrei calare un po' l'alimentazione!
Però anche vedere se le operaie sviluppano un ceppo più robusto è una cosa che voglio ottenere, e alimentarle con molte proteine è l'unica cosa che mi viene in mente per farlo.

Anche io sto notando un leggero rallentamento nell'attività esterna. Eppure fa ancora parecchio caldo. Ne approfitto per chiederti se anche le tue colonie svernano con tutta la covata attiva, oppure se restano solo larve o solo bozzoli, così so cosa aspettarmi. Così come sono contento che possiamo confrontare le nostre osservazioni.
Non sarà un metodo completamente scientifico, ma osservare è ancora il modo migliore che posso permettermi per imparare! :lol:
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Re: Lasius fuliginosus: la costruzione di una colonia

Messaggioda GianniBert » 14/09/2018, 15:50

Due filmati di episodi precedenti: una panoramica interna del nido (è interessante vedere come organizzano la covata in stanze, divisa per età di sviluppo e in profondità, dalle uova dove è più umido, ai bozzoli dove è più asciutto e caldo).

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Nel secondo filmato si vedono le operaie intente a recuperare i bozzoli che ho riversato in arena dopo il trasloco.

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Re: Lasius fuliginosus: la costruzione di una colonia

Messaggioda yurj » 15/09/2018, 11:17

Gianni, finalmente sono riuscito a leggere il tuo post, mi sono voluto prendere tutto il tempo per leggere con calma.

Prima di tutto grazie mille delle bellissime parole nell'intro :oops: , è un piacere averti ceduto la colonia dato che io comunque ero alle prese con crescite ingenti, e per il fatto che più volte nelle nostre lunghe telefonate mi avevi espresso il grande desiderio di osservare queste stupende formiche :lol:

Un'appunto su una imprecisione nella prima pagina del mio diario: se non ricordo male i bozzoli di fuliginosus che Angelo aveva aggiunto alla regina con serve di L. gr. niger venivano da una delle due sue colonie in cattività e non in natura. (ma è una sottigliezza)

Un'osservazione riguardo alla covata in inverno invece è che nell'anno in cui le ho tenute io durante la diapausa avevano solo larve molto piccole tenute inattive.

Ultima cosa: personalmente sto trovando una grandissima capacità nei lavori di costruzione nella mia colonia di L. emarginatus, le quali, negli spazi un po' più ampi tra le camere, hanno costruito delle "scale a chiocciola e ripiani" di cotone masticato e impastato. In ogni caso è evidente come usano queste strutture come parte integrante della struttura di base del nido.
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Re: Lasius fuliginosus: la costruzione di una colonia

Messaggioda GianniBert » 15/09/2018, 12:15

yurj ha scritto:... se non ricordo male i bozzoli di fuliginosus che Angelo aveva aggiunto alla regina con serve di L. gr. niger venivano da una delle due sue colonie in cattività e non in natura....

... sto trovando una grandissima capacità nei lavori di costruzione nella mia colonia di L. emarginatus, le quali, negli spazi un po' più ampi tra le camere, hanno costruito delle "scale a chiocciola e ripiani" di cotone masticato e impastato. In ogni caso è evidente come usano queste strutture come parte integrante della struttura di base del nido.


Non è una sottigliezza! Mi ero proprio domandato come aveva fatto a ottenere bozzoli di fuliginosus! Così è più facile che aprire un loro nido in natura!

Il secondo punto: la capacità di alcuni Lasius di costruire strutture elaborate, e una specie di cartone, era già riportata in un libro degli anni '50, citando proprio L. emarginatus e L. umbratus.
Chi ha allevato colonie di queste specie per più anni ha riportato le stesse osservazioni. Infatti vedrò anche io di aggiungere come ha consigliato Angelo, del cotone idrofilo a cui loro possano attingere, e voglio vedere come lo impiegano nel mio nido.

Intanto allego un nuovo filmato in cui si vede (al centro) una formica impegnata e masticare e impastare con la saliva la superficie del cartone appena costruito.

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