The widespread collapse of an invasive species (2011)

Sezione dedicata allo studio scientifico delle formiche.

Re: The widespread collapse of an invasive species (2011)

Messaggioda winny88 » 31/12/2016, 0:30

Sì, di questa cosa se ne è parlato molto anche in Spagna. Sembra che in alcune zone della Spagna che erano fortemente colonizzate e da parecchio tempo, adesso Linepithema humile sia quasi sparito o comunque in netta regressione. E' il prezzo che hanno pagato queste formiche per diventare dei mostri! La loro enorme fitness riproduttiva non è un fenomeno originario: nei luoghi in cui sono autoctone non sono così esplosive ma sono... formiche "normali", cioè normalmente inserite nel loro ecosistema (per la legge del nemo propheta in patria). Come accade spesso con le specie invasive, una volta portate altrove iniziano ad essere selezionati i fenotipi dominanti, quelli che favoriscono l'invasività. Insomma la loro mostruosità è un carattere selezionato dal trovarsi in ecosistemi non propri.

E lo scotto di questa enorme fitness riproduttiva (tramite adelfogamia intracoloniale) è intuitivamente la perdita progressiva di variabilità genetica. Perdita che, a ben sperare, può portare prima o poi al collasso. Sembrerebbe che sia proprio questo il ciclo di queste bestie: crescere, crescere, crescere e poi... collassare. Per Grazia del Cielo questa è una speranza!
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Re: The widespread collapse of an invasive species (2011)

Messaggioda Robybar » 31/12/2016, 12:17

Conosco almeno un'altra specie che secondo me farà la stessa fine :|
Spoiler: mostra
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Re: The widespread collapse of an invasive species (2011)

Messaggioda PomAnt » 31/12/2016, 12:40

mah, possibile che in pochi anni la qualità genetica sia decaduta così velocemente? non potrebbe essere invece l'opera di qualche parassita/piaga?
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Re: The widespread collapse of an invasive species (2011)

Messaggioda yurj » 31/12/2016, 12:48

Sì, se il tasso di riproduzione è molto elevato è possibile che il corredo genetico "si indebolisca" piuttosto velocemente, se sia esattamente questo il caso non lo so, ma è possibile.
Spoiler: mostra
In allevamento:
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Re: The widespread collapse of an invasive species (2011)

Messaggioda winny88 » 31/12/2016, 13:16

Ciao, Paolo!

Non sono pochi anni in realtà. Dove sta accadendo questa regressione la colonizzazione risale a molte decadi fa.

Poi il punto è proprio questo: avere poca variabilità genetica non è che ti fa collassare per fatti tuoi; una popolazione con poca variabilità genetica è molto più vulnerabile ai cambiamenti ambientali (ecologici, climatici e nuovi patogeni). Per quanto riguarda i patogeni per esempio, se una popolazione ha poca variabilità genetica vuol dire che gli individui sono tutti molto simili, quindi se uno è vulnerabile ad un patogeno... lo sono probabilmente tutti. Non ci sono caratteri per resistere al patogeno in alcuni individui che possono essere selezionati. In generale una specie è tanto più forte nei confronti delle variazioni esterne quanto più sono diversi (vari) geneticamente i singoli individui.

Quindi il punto è proprio quello che dici tu: ad un certo punto arriva un fattore esterno, come un patogeno (tu hai detto parassita/piaga, ma puó essere un qualunque patogeno) e in una popolazione molto impoverita dal punto di vista genetico questo puó avere un effetto devastante.
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Re: The widespread collapse of an invasive species (2011)

Messaggioda PomAnt » 01/01/2017, 14:31

Forse ho capito meglio: più che impoverimento genetico inteso come bassa qualità si ipotizza un impoverimento genetico di bassa variabilità, giusto? :unsure:
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Re: The widespread collapse of an invasive species (2011)

Messaggioda Robybar » 01/01/2017, 15:12

PomAnt ha scritto:più che impoverimento genetico inteso come bassa qualità si ipotizza un impoverimento genetico di bassa variabilità, giusto?


Qual è la differenza? :unsure:

Anche se la "qualità" genetica di una popolazione fosse alta, la bassa variabilità porterebbe ugualmente le conseguenze aspettate. Forse in più tempo?

E poi cosa si intende con qualità genetica? Si esprime nella capacità di una popolazione di adattarsi meglio ad un dato ambiente rispetto a popolazioni conspecifiche (leggasi resistenza maggiore a patologie e avversità varie)? In questo caso, una qualità genetica superiore ma con scarsa variabilità non farebbe altro che indurre l'evoluzione di patogeni adatti a questa e di conseguenza andrebbe in declino, ma dopo un tempo superiore. E se intanto la variabilità della popolazione si alzasse per effetto di derive e mutazioni successive al "collo di bottiglia"?
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Re: The widespread collapse of an invasive species (2011)

Messaggioda PomAnt » 02/01/2017, 20:38

Io direi:
Scarsa qualità = presenza di molti tipi di tare e difetti che aumentano la possibili situazioni in cui la colonia soccombe.
Scarsa variabilità = presenza di poche tare e difetti ma uguali per tutta la specie, il che aumenta la possibilità che una singola situazione, sopreattutto se "contagiosa", possa mettere in crisi tutte le colonie.

Questo perchè mi sembra strano che nel giro di 4-5 generazioni la qualità genetica si deteriori a tal punto da compromettere le colonie una volta dominanti. Mi sembrerebbe più realistico che, approffittando della bassa variabilità, qualche "agente patogeno" ne abbia approfittato per causare epidemie... :unsure:
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Re: The widespread collapse of an invasive species (2011)

Messaggioda winny88 » 02/01/2017, 21:09

Paolo, comunque lo sai che stai parlando di evoluzione, vero?
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Re: The widespread collapse of an invasive species (2011)

Messaggioda PomAnt » 04/01/2017, 13:59

spiegati meglio Winni, escludendo l'unica interpretazione che mi viene in mente leggendoti, ovvero un'abbassamento-deviazione della discussione ad un livello elementare (l'evoluzione), non riesco proprio a capire dove tu voglia portare il discorso. :|
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Re: The widespread collapse of an invasive species (2011)

Messaggioda winny88 » 04/01/2017, 14:21

Nessun abbassamento, Paolo! Non sclerare inutilmente.

La variabilità genetica nell'ottica della sopravvivenza delle specie è "evoluzione". E sapendo che non condividi a pieno queste teorie mi sembrava strano questo tuo interesse per questo approfondimento. Perció te lo ho fatto notare. Tutto qui! :smile:
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Re: The widespread collapse of an invasive species (2011)

Messaggioda winny88 » 04/01/2017, 14:39

Se poi vogliamo parlare in maniera pulitamente accademica (senza attriti di sorta) di questioni che hai introdotto, come l'"impoverimento genetico": innanzitutto qua non stiamo parlando di piccole popolazioni isolate (come nelle tesi antievoluzionistiche), ma di grosse popolazioni che, dato il loro tipo di riproduzione, sono costrette all'endogamia. Mentre le piccole popolazioni isolate non necessariamente devono avere tassi analoghi di endogamia, purché rimangano al di sopra di un certo numero critico. Infatti le piccole (non piccolissime, tipo 3-4 individui) popolazioni rimaste geograficamente isolate non si "impoveriscono" geneticamente, ma semplicemente... speciano rispetto al resto della popolazione della specie. Se l'endogamia resta infatti comunque limitata non è che diminuisce la variabilità, semplicemente vengono selezionati i caratteri a disposizione in quella piccola comunità che risultano favorevoli a vivere nel nuovo ambiente isolato. Si stanno selezionando caratteri utili, non "impoverendo" la variabilità genetica.

Viceversa, se una popolazione, non importa se piccola o grande, fa molta endogamia, aumenta l'omozigosi negli individui (cioè ci saranno molte coppie di due cromosomi uguali negli individui) e così le mutazioni casuali nei geni che di solito non si esprimono perché in eterozigosi l'altro gene nell'altro cromosoma funziona ancora, in omozigosi invece si manifestano fenotipicamente (nel 999 per mille dei casi come difetto/svantaggio). Questo sì che è "impoverimento" inteso come molti difetti come dici tu. Ma il punto è che non sta scritto da nessuna parte che una popolazione isolata debba fare molta endogamia. Un bellissimo esempio sono proprio le formiche: quelle che sciamano regolarmente EVITANO rigorosamente l'accoppiamento tra consanguinei provenienti dalla stessa colonia. Le piccole popolazioni di formiche rimaste isolate infatti (per esempio su piccole isole, esempio: dai un'occhiata alla mirmecofauna autoctona delle Canarie) hanno speciato, non si sono estinte!

Qui invece con Linepithema humile stiamo parlando di ENORMI popolazioni e neanche isolate che peró, per questioni biologiche proprie, fanno tantissima endogamia.
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Re: The widespread collapse of an invasive species (2011)

Messaggioda PomAnt » 04/01/2017, 19:45

ahah... era quello che temevo. era li che volevi andare a parare :lol:
No, non ho riserve sull'evoluzione (le specie nel tempo si adattano, entro certi limiti, all'ambiente). Ne ho sull'evoluzion-ismo che non spiega da dove si "evolve" il big-bang se prima c'era il nulla. Mentre la teoria della creazione sembra più plausibile e non si scontra con una incontestabile evoluzione successiva.

Ho dubbi sulla speciazione, perchè a mio parere è una teoria non ancora abbastanza provata e sembra anzi sempre più in crisi.

Giuro, proprio per caso mi è capitato oggi in mano questo articolo, che ovviamente non considero una pietra tombale sull'argomento.
http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=4522

Comunque mia era solo curiosità di capire nel dettaglio le meccaniche dell'improvviso "collasso".
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Re: The widespread collapse of an invasive species (2011)

Messaggioda winny88 » 04/01/2017, 19:55

Paolo, non la prendere come una provocazione, non lo è, ma linkare come argomentazione un articolo pubblicato su bastabugie.it spacciandolo per qualcosa di scientifico è come se io adesso ti posto un link sulla discussione di Stephen Hawking che "dimostra" la non esistenza di Dio spacciandotela per teologia.
Ultima modifica di winny88 il 04/01/2017, 20:00, modificato 1 volta in totale.
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Re: The widespread collapse of an invasive species (2011)

Messaggioda PomAnt » 04/01/2017, 19:57

tranquillo, è giusto distinguere un "articolo" da un pezzo scientifico ;)

Se dovessi prendere un riferimento a livello accademico la mia posizione sarebbe molto vicina a quella del genetista e biologo Francis Collins, noto per aver sequenziato il genoma umano riportata quì:
http://www.uccronline.it/2011/07/05/il- ... ome%C2%BB/
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