Ecologia delle popolazioni alloctone invasive

Osservazioni sul comportamento delle formiche.

Re: Ecologia delle popolazioni alloctone invasive

Messaggioda winny88 » 22/09/2015, 20:11

La domanda riguarda i Formicidae, l'entomologia in generale o tutta la zoologia? Dato che parli di parabiosi e lestobiosi ritengo che probabilmente ti vuoi riferire al caso particolare delle formiche, ma se non è così mi correggerai. Diventa però in questo caso una domanda la cui risposta sarebbe molto molto ambiziosa e, in definitiva, difficile da rispondere in modo esaustivo. Sono anche curioso di vedere che risposta arriverà dai colleghi del FEI.

Per le formiche più o meno credo che la risposta ti sia già stata data quando si parlava di un ipotetico parassitismo del Lasius neglectus: i Formicidae altamente invasivi che si diffondono prepotentemente in maniera alloctona hanno probabilmente la necessità di non essere legati biologicamente ad altre specie in rapporto stretto e univoco (o biunivoco). Significherebbe altrimenti subordinare la loro invasività ad altre specie e all'invasività stessa di queste. Sarebbe quindi una grossa "limitazione". Ciò non significa che una specie invasiva non può essere trovata in stretto rapporto con un'altra, piuttosto che questi rapporti non dovrebbero essere strettamente indispensabili.

Facendo mente locale infatti non mi vengono in mente specie di formiche altamente invasive per le quali sono indispensabili il parassitismo sociale, la dulosi, l'inquilinismo, la parabiosi o la lestobiosi. Mi è subito saltata in mente la lestobiosi di alcune Solenopsis (credo che parlando di lestobiosi con le formiche la correlazione logica con Solenopsis sia abbastanza scontata e inevitabile), ma innanzitutto non si tratta di "quelle" Solenopsis, ma di specie più... modeste; poi anche nelle Solenopsis lestobiotiche (prendiamo la fugax come esempio) questo comportamento non è indispensabile. Solenopis fugax si può trovare anche con nidi perfettamente isolati e autonomi praticamente dappertutto. Troverai i loro nidi un po' ovunque e le operaie a foraggiare tranquillamente da sole anche se con abitudini un po' ipogee.

In generale quindi vedo l'opera di un Formicidae alloctono più distruttiva che costruttiva (per non dire mai costruttiva) nell'ecologia della fauna mirmecologica di un luogo. Potrebbe sfuggirmi qualche singolo esempio in cui la sua presenza favorisce (direttamente o indirettamente) un'altra singola specie di formiche, ma non è certo il favorire una singola specie (e danneggiare tutte le altre), ovviamente, che si può ritenere costruttivo e auspicabile per una mirmecofauna locale. Queste due specie sarebbero più che altro co-aguzzini!

Per quanto riguarda la predilezione delle specie alloctone per gli ambienti già "disturbati" e antropizzati... già ampiamente discusso, trattato, appurato, sottoscritto e confermato. E del resto i motivi sono abbastanza intuitivi e un appoggio a ciò viene dal fatto che le specie invasive non erano invasive e non invadevano prima che l'uomo iniziasse la sua mirabile opera. Hanno iniziato a rompere le scatole grazie all'uomo sia perché sfruttano la sua funzione di "carrier" per superare le barriere geografiche, sia perché trovano i sui luoghi abitati più favorevoli e già spianati per un'infestazione.
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Re: Ecologia delle popolazioni alloctone invasive

Messaggioda luca321 » 22/09/2015, 20:12

Non è che gli alloctoni eliminano per loro volontà la biodiversità dell'ecosistema. Facendoti l'esempio del gambero rosso della Louisiana, semplicemente distrugge tutto perchè l'ambiente in cui si trova non è adatto a lui. Ne la flora, ne la fauna.

Quando una colonia di Linepithema arriva in italia, trova un ambiente a lei favorevole, zero nemici naturali ( o quasi) e cibo. Tutti fattori che la fanno crescere in maniera esagerata e come ogni animale, uomo compreso, quando trova un ostacolo davanti a se, lo elimina. Con questa specie, e con molte altre, non credo vi siano segnalati esempi di para o lestobiosi. Semplicemente perchè le specie presenti qua non avendole mai viste, non si sono evolute con lei.

Probabilmente, tra qualche migliaio di anni, ci sarà un parabionte o similare che vivrà con loro. Ma non ora.
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Re: Ecologia delle popolazioni alloctone invasive

Messaggioda feyd » 23/09/2015, 23:26

interessante argomento.
beh però direi che Montecristo sarà pure stato indisturbato, ma non lo avrei considerato un ecosistema esempio di biodiversità :lol:

la dinamica delle specie in un ambiente può essere descritta matematicamente da un sistema di equazioni differenziali, che al modello più semplice risultano essere quelle del classico modello di Volterra, nato per studiare le dinamiche del mercato del pesce dopo la guerra :lol:

un sistema più complesso del classico volpe-lepre prevede più specie e più interazioni reciproche a vari ordini, e risulta ben difficile da trattare analiticamente, ma diventa poi terreno fertile per la teoria dei giochi, o di quella del caos. Diciamo semplicemente che se un sistema è molto complesso (quindi nell'esempio tanta biodiversità e quindi tante equazioni e molto complesse) e "stabile" da abbastanza tempo risulterà molto difficile sbilanciarlo pesantemente tramite l'introduzione di un nuovo elemento.
Al contrario un sistema ridotto ai minimi termini, volpe-conigli, si vede sbilanciare molto introducendo i lupi, che hanno un vantaggio sulle volpi e quindi portano queste alla rapida estinzione ed ad un nuovo punto di equilibrio con i conigli.

Ricordiamo ovviamente che l'andamento delle popolazioni, anche per l'esempio base, ha forma ondulatoria, è infatti possibile definire i valori medi delle popolazioni ma il numero esatto oscilla con una differenza di fase fra le popolazione di prede e predatori.


In mia opinione quindi non ci si può esimere da applicare il modello matematico a tale studio, con ovviamente aumento di complessità e necessità di utilizzare un calcolatore anche molto potente.
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Re: Ecologia delle popolazioni alloctone invasive

Messaggioda feyd » 23/09/2015, 23:47

Elena Regina ha scritto:PS: Non sapevo che Procambarus clarkii fosse addirittura "in grado di resistere e respirare fuori dall'acqua per alcune ore e raggiungere le eventuali coltivazioni poste attorno ai corsi d'acqua, provocando la distruzione di discrete quantità di raccolto". Unbelievable!



quel coso lo trovi a camminare in giro liberamente di notte, anche a parecchi metri dall'acqua, non è un gambero ma un tritatutto :lol:

non fosse l'accumulatore di inquinanti che è sarebbe anche una valida risorsa alimentare :unsure:

Il gambero in questione offre un ottimo esempio di esplosione demografica in assenza di predatori eliminati dall'uomo, e mantenuti in numeri bassi sempre dall'uomo nonostante l'abbondanza di prede.
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Re: Ecologia delle popolazioni alloctone invasive

Messaggioda luca321 » 23/09/2015, 23:53

feyd ha scritto:. Diciamo semplicemente che se un sistema è molto complesso (quindi nell'esempio tanta biodiversità e quindi tante equazioni e molto complesse) e "stabile" da abbastanza tempo risulterà molto difficile sbilanciarlo pesantemente tramite l'introduzione di un nuovo elemento.


Ni, non è così sempre vero. Esempio banale. Ecosistema è quello tipico montanaro. Caprioli daini e compagnia bella come fauna selvatica, greggi di pecore come fauna domestica.
Basta solo che le pecore stiano in pascolo più tempo del dovuto o che raggiungano pascoli diversi dai soliti, per far morire un sacco di Caprioli e daini.

Questo perchè i domestici, mangiando l'erba ai selvatici, impediscono a quest'ultimi di avere riserve di grasso per l'inverno.

Quindi un Ecosistema abbastanza stabile come può essere quello dei monti con la sua fauna, può essere seriamente minacciato da una transumanza lunga o particolarmente "profonda" e duratura.

Ma altri esempi potrebbero essere le rane toro e comunque in linea generale, qualsiasi altro animale alieno che trova una nicchia scoperta, può diventare infestante oltre ogni dire. Certo è che giustamente, come dicevi te, deve trovare o la nicchia libera o il detentore della nicchia debole.
Elena Regina ha scritto:PS: Non sapevo che Procambarus clarkii fosse addirittura "in grado di resistere e respirare fuori dall'acqua per alcune ore e raggiungere le eventuali coltivazioni poste attorno ai corsi d'acqua, provocando la distruzione di discrete quantità di raccolto". Unbelievable!

Sono piccoli, per modo di dire, carri armati, altro che!! Avrai sicuramente letto che gli unici due posti al mondo dove non c'è, sono Australia e Antartide!
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Re: Ecologia delle popolazioni alloctone invasive

Messaggioda feyd » 24/09/2015, 0:02

luca esempio sbagliato...

l'ecosistema montano non è ricco di biodiversità, mancano i predatori...

in assenza di questi lo svantaggio delle pecore è annullato e queste hanno un notevole vantaggio sulle popolazioni selvatiche in quanto a cibo e con numeri che non esisterebbero se non fosse per l'uomo che le sposta via in inverno.

un sistema ricco più essere una foresta o una profondità oceanica, o luoghi simili dove non vi è la forzante uomo a sbilanciare tutto.

poi se vuoi posso iniziare a scrivere equazioni ma a quel punto credo diventerebbe troppo complicato da seguire visto che diventerebbe un sistema di equazioni non lineari integrodifferenziali. Roba che pure i matematici puri ripudiano, o quantomeno si limitano a dire se la soluzione può esistere e in casi estremi a dire se è unica ma mai si azzarderebbero a trovarla :lol: :lol:
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Re: Ecologia delle popolazioni alloctone invasive

Messaggioda luca321 » 24/09/2015, 0:07

Che non ci siano predatori, lo dici te!!

Già il freddo e la fame sono due ottimi predatori. Loro, assieme ai lupi, danno il numero massimo di Caprioli, per parlare di loro, che un territorio montano può accogliere. Le pecore alterano uno di questi predatori, mandando in frantumi l'equilibrio.
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Re: Ecologia delle popolazioni alloctone invasive

Messaggioda feyd » 24/09/2015, 10:12

luca321 ha scritto:Che non ci siano predatori, lo dici te!!

Già il freddo e la fame sono due ottimi predatori. Loro, assieme ai lupi, danno il numero massimo di Caprioli, per parlare di loro, che un territorio montano può accogliere. Le pecore alterano uno di questi predatori, mandando in frantumi l'equilibrio.



No luca non entrano nelle equazioni in modo simile ai predatori, bensi il freddo entra come moria flat a percentuale, quindi lo si rappresenta come divisore volendo, il cibo limitato entra nel fattore numerico della crescita delle prede e collega fra loro tutte le prede.
Ne il freddo ne il cibo entrano nelle equazioni in modo analogo ai predatori, quindi sono si fonte di moria ma non predatori ;)
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