dimensione colonie specie autoctone
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Re: dimensione colonie specie autoctone
Cthulhu ha scritto:toyxs forse non ci siamo capiti. I due esempi che ho fatto sono esempi estremi che mettono in relazione la popolosità e la struttura sociale. Per fare questi esempi siamo andati ai capi opposti del mondo. Ora, la tua domanda invece è molto molto più precisa. Tu chiedi ti venga indicata una specie di formica:
- che sia autoctona (forse meglio dire che si trova in Italia includendo cosi specie alloctone ma già diffuse sul territorio);
- che formi colonie poco numerose;
- che sia di medie/grandi dimensioni;
- che sia vivace.
Il mio punto era semplicemente quello di rimarcare come alcune di queste caratteristiche siano in conflitto l'una con l'altra e ammesso tu trovassi una specie con tutte le qualità summenzionate sarebbe probabilmente una specie molto primitiva, con una struttura sociale ed un polimorfismo praticamente nulla, tanto da non distinguere quasi la regina. Con il rischio che il senso di poter osservare una colonia decada e divenga più interessante l'allevamento delle camole.
Conseguentemente ritengo che la specie che più si avvicini a quello che cerchi siano alcune fra le Camponotus anche se come detto non puoi fare affidamento sulla loro vivacità.
Io inizialmente avevo chiesto semplicemente quali erano le specie autoctone che formavano colonie poco numerose. E' ovvio che una colonia piccola sarà anche poco attiva. Ma osservare una singolaTemnothorax sp. foraggiare o una Camponotus sp. è ben diverso a mio avviso (questo intendevo per vivacità ma probabilemente mi sono spiegato male).
Sapevo già per logica che se una colonia conta 100 individui non usciranno dal formicaio in 50!!
Per quanto riguarda Atta e Myrmecia lo so che erano degli esempi ma siccome sono due formiche che mi attirano molto ho concentrato la risposta su di loro!!


Marco
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toyxs - Messaggi: 52
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Re: dimensione colonie specie autoctone
Camponotus lateralis, Camponotus truncatus, Temnothorax sp. sono specie che in base alle mie esperienze non creano colonie numerose.
In natura le colonie di Camponotus piceus sono anch'esse sempre contenute, ma non ho altre notizie in merito su questa specie.
Il punto è che allevare formiche non dovrebbe essere un hobby come collezionare francobolli...non si sceglie una specie da allevare in base alla bellezza, all'aggressività o alla celebrità...bisognerebbe allevare le formiche che si possono trovare nei pressi di casa, soprattutto se non si sa nulla su questi animali.
Il rischio di rimanere delusi, annoiarsi dopo pochi anni, o peggio mesi, liberarsene, o farsele sfuggire è sempre presente nei neofiti.
Quindi invece di alimentare il commercio di formiche (soprattutto esotiche) sarebbe meglio imparare a conoscere le specie autoctone e raccogliere le loro regine.
In natura le colonie di Camponotus piceus sono anch'esse sempre contenute, ma non ho altre notizie in merito su questa specie.
Il punto è che allevare formiche non dovrebbe essere un hobby come collezionare francobolli...non si sceglie una specie da allevare in base alla bellezza, all'aggressività o alla celebrità...bisognerebbe allevare le formiche che si possono trovare nei pressi di casa, soprattutto se non si sa nulla su questi animali.

Il rischio di rimanere delusi, annoiarsi dopo pochi anni, o peggio mesi, liberarsene, o farsele sfuggire è sempre presente nei neofiti.
Quindi invece di alimentare il commercio di formiche (soprattutto esotiche) sarebbe meglio imparare a conoscere le specie autoctone e raccogliere le loro regine.

„L'uomo nella sua arroganza si crede un'opera grande, meritevole di una creazione divina. Più umile, io credo sia più giusto considerarlo discendente degli animali.“ _Charles Darwin.
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Sara75 - Messaggi: 2218
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Re: dimensione colonie specie autoctone
Cthulhu quindi per te allevare una Myrmecia sp. sarebbe poco interessante??
Marco
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toyxs - Messaggi: 52
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Re: dimensione colonie specie autoctone
Sara75 ha scritto:Camponotus lateralis, Camponotus truncatus, Temnothorax sp. sono specie che in base alle mie esperienze non creano colonie numerose.
In natura le colonie di Camponotus piceus sono anch'esse sempre contenute, ma non ho altre notizie in merito su questa specie.
Il punto è che allevare formiche non dovrebbe essere un hobby come collezionare francobolli...non si sceglie una specie da allevare in base alla bellezza, all'aggressività o alla celebrità...bisognerebbe allevare le formiche che si possono trovare nei pressi di casa, soprattutto se non si sa nulla su questi animali.![]()
Il rischio di rimanere delusi, annoiarsi dopo pochi anni, o peggio mesi, liberarsene, o farsele sfuggire è sempre presente nei neofiti.
Quindi invece di alimentare il commercio di formiche (soprattutto esotiche) sarebbe meglio imparare a conoscere le specie autoctone e raccogliere le loro regine.
Certo Sara io ho 5 regine di Lasius in fondazione però, a mio avviso, è bello osservare anche altre specie. Non sono comunque d'accordo con chi le vende per trarne profitto.

Poi per allevare determinate specie ci vuole una grande esperienza ed è comunque un terno al lotto perchè ricreare un determinato ambiente e clima non è mai facile.
E' dal 2007 circa che mi sono avvicinato a questo mondo (avevo 14 anni) ma non ho di sicuro l'esperienza per allevare specie troppo impegative.
Marco
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toyxs - Messaggi: 52
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Re: dimensione colonie specie autoctone
La questione non è così semplice e determinata come può sembrare.
Le colonie mature in natura da quello che vedo contano sicuramente svariate migliaia d'individui per non dire qualche decina, in realtà noi facciamo stime in base a quello che osserviamo, ma idealmente una colonia potrebbe crescere quasi indefinitamente durante la vita della regina se non fosse limitata dalle risorse che deve spartire con le altre colonie vicine (anche della stessa specie, dato che se ha successo in un certo ambiente sicuramente si riproduce e occupa con colonie figlie i siti prossimi) o per causa di traumi esterni.
Riguardo alle caste han fatto benissimo a consigliarti di guardare là, ma aggiungo per precisare che le caste generalmente (ci sono eccezioni) in Messor e Camponotus mostrano un graduale disproporzionamento anatomico non perfettamente definito come dimensioni, anche se per convenzione (arbitraria) si tende a distinguere l'operaia come appartenete a una casta minor o maior (talvolta anche media o con ulteriori gradi) in base alle dimensioni. Tornando a quella specie in particolare, le operaie più grandi raggiungono i 13 mm circa e le più piccole 7 mm, ma ci sono altre specie molto più differenziate in proporzioni come C. vagus.
Fonte? Attenzione a non confondere i numeri particolari descritti da qualche allevatore in cattività con le stime che si possono fare osservando in natura.
Anche le Temnothorax spp. non è che hanno un contatore interno che le limita superato un certo numero, semplicemente hanno regine che tendono a riprodursi in areali abbastanza variegati e limitati per cui la colonia cresce con le risorse e la pressione di un ambiente che tende a privilegiare la formazione di numerose colonie piccole molto vicine fra loro rispetto ad altre specie. Aggiungo che è anche possibile che le loro regine non vivano moltissimo a lungo, anche perché vivono in habitat "difficili" e hanno diversi parassiti sociali (segno che comunque una specie non deve per forza conquistare numeri incredibili come singola colonia per essere di successo). Questo non toglie che se messe in condizioni più idonee non possano arrivare anche a numeri ben diversi che in natura: sempre per restare su questo esempio il loro sviluppo non è lento e ho visto almeno un'esperienza su un sito estero di una colonia ben alimentata cresciuta molto più di quanto ci si possa aspettare.
Ho cercato di sottolineare che queste formiche hanno in natura in realtà una vita abbastanza movimentata (non a caso hanno sviluppato il trasporto sociale).
Ci sono diversi studi per questo genere che approfondiscono sia la competizione, sia il parassitismo e pressioni ambientali, dico questo per far capire che quanto riesci a vedere in cattività è solo una parte limitata (magari anche perché sono piccole e non le vedi bene).
Secondo me non siamo proprio sicuri di niente invece: le colonie in natura sono numericamente limitate da fattori esterni di competizione!
Camponotus lateralis ha in parte comportamenti simili alle Temnothorax spp. per il fatto che è una specie che sfrutta nicchie e tende a "prosperare" in secondo piano, non è un caso che una delle sue strategie di foraggiamento implica di sfruttare la specie che imita per mimetismo batesiano. Quello che vediamo svilupparsi in natura è il risultato di precise scelte e strategie evolutive dovuta alla pressione ambientale, ma questo non significa che necessariamente queste specie non possano crescere con le opportune condizioni.
Ovvio che, però, è altresì vero che il punto è spesso che non si riescono a replicare queste condizioni. Quindi di fatto ritornando al discorso dal punto di vista dell'allevamento SOLTANTO, tutte quelle specie lente e/o difficili da allevare si possono considerare che "in senso lato" non produrranno mai colonie popolose, ma questo ha poco a che fare con quanto fa o può fare una specie in natura.
Camponotus nylanderi in Italia meridionale è l'equivalente ed ha colonie numerose quanto il Tanaemyrmex nero che citavo a inizio intervento. Entrambi sono accomunati dal fatto che i primi anni crescono lentamente ma questo ha poco a che fare coi numeri che dopo diversi anni la colonia riesce a sviluppare e sostenere.


Millo ha scritto:scusate se mi intrometto, ma le camponouts aethiops quante unità raggiungono?
Le colonie mature in natura da quello che vedo contano sicuramente svariate migliaia d'individui per non dire qualche decina, in realtà noi facciamo stime in base a quello che osserviamo, ma idealmente una colonia potrebbe crescere quasi indefinitamente durante la vita della regina se non fosse limitata dalle risorse che deve spartire con le altre colonie vicine (anche della stessa specie, dato che se ha successo in un certo ambiente sicuramente si riproduce e occupa con colonie figlie i siti prossimi) o per causa di traumi esterni.
Riguardo alle caste han fatto benissimo a consigliarti di guardare là, ma aggiungo per precisare che le caste generalmente (ci sono eccezioni) in Messor e Camponotus mostrano un graduale disproporzionamento anatomico non perfettamente definito come dimensioni, anche se per convenzione (arbitraria) si tende a distinguere l'operaia come appartenete a una casta minor o maior (talvolta anche media o con ulteriori gradi) in base alle dimensioni. Tornando a quella specie in particolare, le operaie più grandi raggiungono i 13 mm circa e le più piccole 7 mm, ma ci sono altre specie molto più differenziate in proporzioni come C. vagus.
toyxs ha scritto:Poi se guardi ad esempio le Myrmecia sp. australiane non formano colonie numerose (200/300 unità poi dipende dalla specie) ma sono molto aggressive... ma ovviamente se si parla di specie autoctone non centrano nulla
Fonte? Attenzione a non confondere i numeri particolari descritti da qualche allevatore in cattività con le stime che si possono fare osservando in natura.
Anche le Temnothorax spp. non è che hanno un contatore interno che le limita superato un certo numero, semplicemente hanno regine che tendono a riprodursi in areali abbastanza variegati e limitati per cui la colonia cresce con le risorse e la pressione di un ambiente che tende a privilegiare la formazione di numerose colonie piccole molto vicine fra loro rispetto ad altre specie. Aggiungo che è anche possibile che le loro regine non vivano moltissimo a lungo, anche perché vivono in habitat "difficili" e hanno diversi parassiti sociali (segno che comunque una specie non deve per forza conquistare numeri incredibili come singola colonia per essere di successo). Questo non toglie che se messe in condizioni più idonee non possano arrivare anche a numeri ben diversi che in natura: sempre per restare su questo esempio il loro sviluppo non è lento e ho visto almeno un'esperienza su un sito estero di una colonia ben alimentata cresciuta molto più di quanto ci si possa aspettare.
Ho cercato di sottolineare che queste formiche hanno in natura in realtà una vita abbastanza movimentata (non a caso hanno sviluppato il trasporto sociale).


Robybar ha scritto:Per me l'unica è Camponotus lateralis.
È l'unica Camponotus che siamo sicuri non raggiunga dimensioni eccessive una volta colonia adulta, le altre fanno colonie decisamente più grosse (forse C.nylanderi non tantissimo, ma non sono sicuro).
Secondo me non siamo proprio sicuri di niente invece: le colonie in natura sono numericamente limitate da fattori esterni di competizione!
Camponotus lateralis ha in parte comportamenti simili alle Temnothorax spp. per il fatto che è una specie che sfrutta nicchie e tende a "prosperare" in secondo piano, non è un caso che una delle sue strategie di foraggiamento implica di sfruttare la specie che imita per mimetismo batesiano. Quello che vediamo svilupparsi in natura è il risultato di precise scelte e strategie evolutive dovuta alla pressione ambientale, ma questo non significa che necessariamente queste specie non possano crescere con le opportune condizioni.
Ovvio che, però, è altresì vero che il punto è spesso che non si riescono a replicare queste condizioni. Quindi di fatto ritornando al discorso dal punto di vista dell'allevamento SOLTANTO, tutte quelle specie lente e/o difficili da allevare si possono considerare che "in senso lato" non produrranno mai colonie popolose, ma questo ha poco a che fare con quanto fa o può fare una specie in natura.
Camponotus nylanderi in Italia meridionale è l'equivalente ed ha colonie numerose quanto il Tanaemyrmex nero che citavo a inizio intervento. Entrambi sono accomunati dal fatto che i primi anni crescono lentamente ma questo ha poco a che fare coi numeri che dopo diversi anni la colonia riesce a sviluppare e sostenere.

Demografia delle colonie - Temnothorax nylanderi (uova di operaie) - T. affinis - Tetramorium caespitum - Lasius emarginatus - L. platythorax - L. paralienus - Camponotus lateralis - Pheidole pallidula - Allevare Formicaleoni! 
Camponotus aethiops - C. ligniperda - C. vagus - Crematogaster scutellaris - Temnothorax sp. - Myrmica sp. - Messor capitatus

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entoK - Messaggi: 2109
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Re: dimensione colonie specie autoctone
ma le camponotus aethiops sono lente a fondare, ho letto che fanno 10 formiche all‘anno, per arrivare a 1000 operaie ci serviranno anni, giusto?
In fondazione: Camponotus aethiops con 10-15 uova
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Millo - Messaggi: 168
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Re: dimensione colonie specie autoctone
Le mie colonie:
Spoiler: mostra
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vale - Messaggi: 310
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Re: dimensione colonie specie autoctone
Quindi il primo anno fanno 10 formiche, idem per il secondo, quindi vuol dire che nel terzo e quarto anno c‘é un boom demografico?
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Millo - Messaggi: 168
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Re: dimensione colonie specie autoctone
Battute a parte ci sono modelli matematici che descrivono sistemi a crescita esplosiva come le formiche o le colonie batteriche, la crescita in genere viene considerata esponenziale anche se la realtà è più complessa e meno ideale. 
Questo genere di sistemi cresce lentamente agli esordi, ma poi via via cresce sempre più rapidamente e perdendo (in teoria se le risorse lo permettono e non interferiscono competizioni) il controllo in maniera esplosiva. Questo solo perché ogni formica può accudire molte larve e quindi il conto è presto fatto: se in teoria anche ogni formica permettesse lo sviluppo di sue 10 simili in un certo intervallo di tempo (poniamo un anno), allora partendo con 5 se ne avrebbero 50, poi 500, poi 5000, poi 50'000, poi mezzo milione (nei soli 5 anni dell'esempio)!
in pratica a intervalli di tempo uguali di sviluppo la crescita seguirebbe le potenze di dieci per l'ipotesi del fatto che ciascuna ne accudisce 10 della generazione successiva. Questo è un esempio semplice di crescita secondo una potenza che è concettualmente simile all'esponenziale, ovviamente per essere precisi a descrivere bisognerebbe considerare anche influenze minori che riducono la popolazione come la vita media o la competizione sulle risorse, ma volevo fare un esempio semplice e facile da capire.

Questo genere di sistemi cresce lentamente agli esordi, ma poi via via cresce sempre più rapidamente e perdendo (in teoria se le risorse lo permettono e non interferiscono competizioni) il controllo in maniera esplosiva. Questo solo perché ogni formica può accudire molte larve e quindi il conto è presto fatto: se in teoria anche ogni formica permettesse lo sviluppo di sue 10 simili in un certo intervallo di tempo (poniamo un anno), allora partendo con 5 se ne avrebbero 50, poi 500, poi 5000, poi 50'000, poi mezzo milione (nei soli 5 anni dell'esempio)!
in pratica a intervalli di tempo uguali di sviluppo la crescita seguirebbe le potenze di dieci per l'ipotesi del fatto che ciascuna ne accudisce 10 della generazione successiva. Questo è un esempio semplice di crescita secondo una potenza che è concettualmente simile all'esponenziale, ovviamente per essere precisi a descrivere bisognerebbe considerare anche influenze minori che riducono la popolazione come la vita media o la competizione sulle risorse, ma volevo fare un esempio semplice e facile da capire.
Demografia delle colonie - Temnothorax nylanderi (uova di operaie) - T. affinis - Tetramorium caespitum - Lasius emarginatus - L. platythorax - L. paralienus - Camponotus lateralis - Pheidole pallidula - Allevare Formicaleoni! 
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entoK - Messaggi: 2109
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Re: dimensione colonie specie autoctone
Ok razie sei stato chiarissimo 

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Millo - Messaggi: 168
- Iscritto il: 15 giu '15
Re: dimensione colonie specie autoctone
Sapreste dirmi orientativamente le Messor sp. leFormica sp. e le Lasius sp. che numeri, ponendo condizioni ideali, raggiungono ? 

Lasius emarginatus: circa 50 operaie, provetta in arena.
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lemes - Messaggi: 67
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Re: dimensione colonie specie autoctone
Se non sbaglio messor e lasius raggiungono numeri elevati d formiche operaie in poco twmpo, le formica sp non so dirti, mi ricordo ma non sono sicuro che anche quelle raggiungono numeri elevati
In fondazione: Camponotus aethiops con 10-15 uova
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Millo - Messaggi: 168
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Re: dimensione colonie specie autoctone
Sono tutti e tre tra i generi che formano colonie più popolose, diverse migliaia di individui.
„L'uomo nella sua arroganza si crede un'opera grande, meritevole di una creazione divina. Più umile, io credo sia più giusto considerarlo discendente degli animali.“ _Charles Darwin.
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Sara75 - Messaggi: 2218
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Re: dimensione colonie specie autoctone
Grazie 

Lasius emarginatus: circa 50 operaie, provetta in arena.
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lemes - Messaggi: 67
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Re: dimensione colonie specie autoctone
qual è la specie meno prolifica?
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Formicaleones - Messaggi: 267
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