- Informazioni generali sul mantenimento di una colonia
- Fondazione
- Formicaio artificiale a lastre affiancate
- Scheda: Messor capitatus
- Formicaio artificiale in gasbeton (ytong)
- Lista specie italiane
- Costruire un formicaio in gesso (variante 2)
- Scheda: Crematogaster scutellaris
- Costruire un formicaio di gesso (variante 1)
- Scheda: Lasius niger
- Scheda: Camponotus vagus
- Nidi di legno per formiche carpentiere
- La dieta Bhatkar
- L' antifuga e l'arena esterna
- Formicaio "ibrido" - (variante 3)
Scheda: Lasius meridionalis
Nome scientifico: Lasius (Chthonolasius) meridionalis
Famiglia: Formicidae
Sottofamiglia: Formicinae
Genere: Lasius
Sottogenere: (Chthonolasius)
Ginia: Monoginica.
Regina: dimensioni 8 - 9 mm; color marrone più o meno chiaro.
Operaie: colore giallo-arancione, dimensioni 3-5 mm - non presenti caste.
Areale di distribuzione: Comune in utta l'Italia, meno frequente in pianura
Alimentazione naturale: Melata e piccoli artropodi.
Alimentazione artificiale: Miele o zucchero diluiti, camole, lepidotteri, frutta dolce, crocchette x gatti, insetti (vivi e morti) preferibilmente piccoli e medi, meglio di tipo "morbido”.
Umidità: Fornire un gradiente con parte asciutta e parte umida
Temperatura ideale di sviluppo: 20-27°C
Ibernazione: Consigliata, essendo specie di media-montagna.
Formicai in natura: Preferibilmente nel terreno. Spesso sotto sassi e legni depositati sul suolo e riscaldati dal sole come incubatori per le pupe che richiedono calore asciutto e meno umidità.
Formicai artificiali: Gesso, gasbeton, ytong, sabbia e terra.
Difficoltà: Abbastanza semplice, delicata in fase di fondazione.
Indole: Formica molto laboriosa e abbastanza combattiva.
Periodo di sciamatura: di solito Agosto.
Tipo di fondazione: Parassitaria. La specie preferita è Lasius emarginatus. Molte regine provano a fondare nella stessa colonia (pleometrosi), probabili casi di poliginicità.
Grazie alla predilezione per Lasius emarginatus la colonia cresce bene e viene alimentata senza problemi. Il metodo migliore per creare una nuova colonia è quello di far adottare la regina da un piccolo manipolo di operaie con almeno una trentina di pupe, meglio un centinaio.
Le operaie di Lasius emarginatus, meglio se giovanissime, vanno tenute per qualche tempo in una provetta con tutte le pupe disponibili (altre pupe possono essere aggiunte anche in un secondo momento) in modo che si tranquillizzino e si sentano al sicuro rivolgendo tutta l'attenzione alla prole. Introdurre la regina quando è tranquilla, accoppiando le due provette. La regina è in grado di sopravvivere pochi giorni senza essere nutrita per cui conviene fornire pupe pronte a schiudersi. Lei stessa parteciperà attivamente all'apertura dei bozzoli e alla cura di eventuali larve. Se la provetta è abbastanza stretta, presto la regina verrà accettata dalle operaie. Dopo qualche giorno, aprire la provetta in arena e fornire zucchero di canna inumidito e acqua.
Se la regina è regolarmente nutrita, quando verranno raggiunte almeno 30 operaie, inizierà a deporre. Lo farà in modo massiccio e quindi bisognerà cominciare a fornire anche proteine, meglio se sotto forma di insetti morbidi.
Questo dovrebbe accadere dopo 15/20 giorni. In questa fase è importante continuare a fornire una grande quantità di cibo proteico in modo da far sviluppare tutte le larvette.
Verso ottobre la colonia va messa in un luogo freddo per affrontare l'inverno. Porre attenzione all'umidificazione che non deve essere eccessiva.
Al risveglio in primavera le attività diverranno frenetiche portando allo sviluppo contemporaneo delle larve in pupe e infine alle prime nascite.
Riprenderanno le deposizioni. Dopo qualche tempo nasceranno le prime operaie che verranno regolarmente bloccate e disturbate delle operaie di L. emarginatus. Il fatto però di avere un gran numero di larvette che richiedono attenzioni, porta a distrarre molto le operaie di L. emarginatus che permetteranno alla maggior parte di nuove nate di sopravvivere. Le nuove nate non si vedranno mai in arena per almeno i primi 10 giorni. Dopo di che inizieranno ad avventurarsi fuori in cerca di cibo spinte dalle necessità della colonia. Mano a mano che il numero delle operaie di L. meridionalisaumenterà, le L. emarginatus tenderanno a raggrupparsi in zone specifiche del formicaio, rimanendo comunque le principali foraggiatrici. Con l'andare del tempo il numero delle operaie ausiliarie tenderà a diminuire anche se non ho mai assistito ad atti di aggressione.
Alla fine del secondo anno la colonia sarà popolosissima; dal terzo anno si potrebbero avere già degli alati.
In cattività possono vivere in quasi tutti i materiali, ma si tratta di una specie piuttosto determinata, se decide di scavare c'è poco da fare; prevedere sistemi di antifuga e contenimento. La soluzione migliore dovrebbe essere gasbeton con nido orizzontale e possibilmente colorato di scuro.
Curiosità:
- Le operaie di Lasius emarginatus sembrano rivolgere un'attenzione maggiore alla regina di L. meridionalis rispetto a quello che fanno con regine della stessa specie.
- il secondo anno, una colonia di L. meridionalis confrontata con una di L. emarginatus della stessa età, risulta essere almeno 4 volte più numerosa.
Osservazioni: Alle prime schiuse di operaie di L. meridionalis si assiste a una serie di atti di "bullismo" da parte delle operaie di L. emarginatus che tendono a bloccare e strattonare le nuove nate. Questo comportamento si interrompe nel momento in cui il numero di operaie di L. meridionalis supera quello delle L. emarginatus. Perché questi atti aggressivi non si manifestino è importante che la colonia nelle prime fasi venga nutrita adeguatamente in modo da far portare avanti tutte le uova della regina.
- Altrettanto interessante è un'altra caratteristica che è stata osservata successivamente, cioè che Lasius meridionalis, quando la colonia è avviata e non ci sono più operaie ausiliarie, mostra scarsa (o nulla) aggressività verso operaie estranee della stessa specie.
- Le operaie di L. meridionalis tendono a non scalare ostacoli verticali e un pò controvoglia risalgono eventuali tubi in plastica per raggiungere l'arena. Se possibile usare i tubi in plastica solo in orizzontale, quando si devono comunque usare in verticale potrebbe essere buona norma infilarci dentro un stelo d'erba secca un filo di spago sottile o qualcosa di simile.
Tutte queste osservazioni sono da confrontare con le esperienze degli altri allevatori che si cimenteranno con la stessa specie, sappiamo ancora molto poco delle nostre formiche autoctone!!!
Scheda redatta da: Angelo Cardillo
Ultimo aggiornamento (Venerdì 14 Ottobre 2016 14:33)